mercoledì 20 giugno 2007

Ma quant'è geniale?

lunedì 11 giugno 2007


Ogni tanto
le cose inaspettate
arrivano al momento giusto.

sabato 9 giugno 2007

Il matto

Aveva gli occhi blu, il pizzetto ed i capelli bianchi, alla Gino Strada, e non più di quarant'anni. Ma ne dimostrava sessanta, come tutti i matti. E' salito sull'autobus che mi portava al mare l'ultimo giorno di scuola, uno di quegli autobus lunghi con lo snodo in mezzo, che sulle ruote non hanno i posti. Ma sopra le ruote, da che mondo e mondo, ci si siede lo stesso.
E' salito, e sulla ruota era seduto un ragazzo. Ha chiesto gentilmente permesso, ed i suoi occhi blu hanno convinto il ragazzo - che non avrebbe lasciato il posto neanche ad un'ottantenne incinta e con le borse della spesa - a lasciargli il posto. Si è arrampicato con un'atleticità decisamente invidiabile e si è rannicchiato, mettendo le mani a forma di pistola, come se stesse giocando a guardie e ladri. Poi ha iniziato a parlare.

Sono un medico del Gaslini, lasciatemi passare, ha detto, con la voce forte dei matti.
Poi è stato zitto a lungo.
Ha ripreso urlando Siamo circondati, i marines sono ovunque, arrendiamoci!
Poi era di nuovo un medico del Gaslini.
E a quel punto ha iniziato a parlare veramente. Avrei voluto avere la prontezza di un registratore, di appunti, una memoria alla Mirandola.
Invece mi ricordo solo che il suo discorso si articolava tra amore e morte, e avrebbe potuto trovare un posto d'onore nel mio libro di autori greci. Raccontava di una donna, un amore necessario e un matrimonio secondario, di prostitute salvatrici, del dolore della perdita di una vita, dell'importanza di non piangersi addosso.
Ritornavano spesso i medici, e l'esercito.
L'autobus era in silenzio, tutto.
Tutti che ascoltavano senza guardare, perchè i matti non li si guarda.
Citava S'i fosse foco, tutta a memoria, tutta giusta.
Solo due vecchiette borbottavano che quella gente lì bisognerebbe rinchiuderla.
Un attempato signore le ha invitate a tacere ed ascolatre, che avrebbero solo imparato qualcosa.
Sono scese alla fermata sucessiva, sempre borbottando, ma con più umiliazione.
Poi il matto ha finito di parlare. Si è rannicchiato e si è addormentato profondamente.

Ed è rimasto il silenzio imbarazzato di un autobus che si era scontrato con il mondo.

lunedì 4 giugno 2007

E questa è una delle cose più inutili che il web potesse partorire: il mio nome ancestrale dall'indirizzo del mio blog.

Messo il calendario, da questa pagina qui che ha un sacco di belle cosine. E c'è anche il calendario con il gufo per la Streganocciola, se vuole. Ma anche uno con CortoMaltese. E un sacco tutti romantici. Però proprio belli.