sabato 30 dicembre 2006

Aiuto-iuto, Comune-Ty!
Il lurido beta blogger non mi fa più mettere le foto!
Iuto Iuto!
"Ma è fuori di senno!"
"Ovvio, è un attore senza impiego"

Quel gran film di The Prestige, di cui è impossibile fare la recensione perchè si capisce tutto alla fine e svelerei il finale. Ma merita.

mercoledì 27 dicembre 2006

K

http://digilander.libero.it/nokappa/
Xkè sn mica sl i blog e i forum, eh. Ke a me mi tokka correggere le brutte dei temi, skritte cs. E poi mi dicn: "ma 2° te è tr corto?". E a me mi viene sempre voglia di risp: "ma 2° te, cm ciumpa faccio a capirlo?". E poi c sn qll ke si dimenticano di togliere le k in bella. E la prof si infuria, e le do ragione. E loro dicono: "mi sn dimenticata", ke se a me 1 risp cs, io lo accido, ke nn capisci ke è peggio, sant'iddio???
Allora io poi qst petizione me l'incollo sul diario, cs qll ke scrivono le dedike ke io nn capisco mi dicono: "ma 6 strana, lo sai?" e io c dico: "Si".

Riassunto mattutino

Io oggi sono diventata felice perchè:
1 - mi sono svegliata con la carogna. Che mi ha svegliato, nell'ordine: un messaggio (ma quello era carino), ma era ancora troppo presto per svegliarmi veramente. Una telefonata g29. Una seconda telefonata g29. Uff.
Mi alzo caracollante, con la voglia di non fare un'assoluta cippa nella giornata. E mi sovviene che devo andare a fare tutte quelle robe di donne che io odio, quando non ci sono motivi per farle. E anzi, ancora di più, quando il motivo prima c'è poi non c'è poi c'è di nuovo poi non c'è più argh. Però l'ottima streganocciola mi sposta la punta dall'estetista, e va già meglio. (non senza farlo un po' pesare, eh, ma ogni tanto il suo ruolo di madre dve uscire... quel due-tre volte al mese. In questi giorni siamo in quel periodo così :D). E questo spiega il verbo diventare.
2 - l'amica E. mi chatta tutta tenera e comprensiva proponendo pestaggi, a cui dico anora di no, ma adesso vediamo per quanto. (E tanto il mio blog non lo legge). Poi mi manda le foto di cani, che non sono quelli che voglio, ma sono carini lo stesso, e disquisiamo sulla faccia di un cane triste quando anche tu lo sei, o sulla faccia triste quando sei un cane, o sul triste cane quando anche tu sei faccia, ora non ricordo.
3 - leggo, nell'ordine. Il blog dell'amica E. che, uno, è un posto incomprensibile, ma mi dice che è normale che sia così. L'altro, invece, che dice che viene al Comune-ty-capodanno e ciò ci rende tutti felici, che non vada al cinema, lei e il Chimico e il .G.
Il blog dle mio fratello, che, anche lui, propone pestaggi, e ottimi menù capodanneschi e - ed è la cosa migliore - rinizia a scrivere, con una petizione che ora metto anch'io. Ah, e il fratello aveva anche mandato una bellissima mela ironica, che tanto il destinatario non la capirà, ma va bene così.
Poi c'è il blog della streganocciola che dice del natale che le è piaciuto, ed è piaciuto anche a me, nonostante i pensieri cupi pensieri cupi pensieri cupi e quindi non sembrava, mi è piaciuto, ecco. E tutto questo spiega perchè felice.
E quindi, oggi, francamente me ne infischio.
Ecco.

martedì 19 dicembre 2006

2nd nanett'

L'estate dei dieci anni è stata l'estate della lettura, per me.
Divoravo un libro al giorno, o quasi.
Era la scoperta die libri storici. Sociali. Politici.
Anche durante il trasloco, leggevo.
E mi ricordo questa scena - appena impiantati nella nuova casa, saranno stati due o tre giorni.
Io seduta sul parquet del mio studio, con la schiena appoggiata al divano, tutto ingombro di scatole, trapani e viti.
Leggo.
"Sale sulla neve".
Sono alla fine.
Suonano alla porta, ma io neanche alzo lo sguardo, ché nei giorni del trasloco c'è sempre un via vai di gente, e io devo finire quel libro, che è bello, bello un sacco.
Sento un po' di casino, di là, sento che tutti vanno alla porta, ma mica mi preoccupo.
"Vieni un po' a vedere chi c'è", dice la streganocciola.
Mi alzo, mica con tanta voglia.
E vedo Carlo, che mi abbraccia, e mi alza di peso come fa sempre lui, e mi impiastriccia tutta di patchouli, come fa sempre lui.
Qui c'è da spiegare il mio rapporto con Carlo, che è veramente il mio quasi-zio, e proprio da zio si comporta.
E c'è anche da dire che ci vediamo pochissimo con Carlo, che ha la sua scuola e le sue vacanze obbligatorie a Napoli, a casa, e che quando ci vediamo è sempre qualcosa di straordinario.
E l'ultima cosa che c'è da dire è che Carlo, questa volta qua, nel luglio 2001, se ne era appena andato. Perchè era venuto per il trasloco, ed era ripartito, come al solito, e mai e poi mai mi sarei aspettata di rivederlo così presto.
Questo è il mio primo ricordo felice del G8.
Carlo che arriva.
Carlo che mi abbraccia.
E le discussioni - subito, neanche aveva appoggiato lo zaino - su quale manifestazione fosse la più sicura e quale la meno.
E, sempre discutendo, Carlo che, sistematicamente, mette su tutte tutte tutte le mensole dei macinini.

prologo & 1st nanett'

Iniziamo dal prima. Il prima, è un trasloco. E' il trasloco dalla casa dove eravamo prima alla casa dove siamo adesso. Non so come funzioni per voi un trasloco. Per noi, è un delirio. Stancante, eh, ma divertente, divertente a mille. Con la vicina che neanche ci dà il tempo di entrare e si mette a litigare, indovinate voi con chi. Con i caffè nel thermos al bar. Con le pizze sul linoleum. Ma questo è un altro post.
Comunque, ci sono due dati fondamentali da sapere:
- ai traslochi arriva sempre Carlo, l'amico napoletano trapiantato a Milano, ma che si rifiuta di pensare che abita lì, il mio quasi-zio.
- la televisione, in casa nostra, è l'ultima cosa che viene collocata, attaccata e sintonizzata.

Ecco.
Iniziamo.
Il primo nanetto è Willy, il lavorante uruguaiano-paraguaiano, una roba così. Mille figli in mille posti. L'accento più bello del mondo.
Willy è il lavorante serio, quello che butta giù i muri, fa le porte, dipinge, queste cose qua. Abita nei vicoli.
E narra di un suo amico che - nella settimana precedente al G8 - viene fermato dalla Polizia. Nei vicoli.
E' sospetto, molto sospetto.
Tiene sottobraccio una latta, misteriosissima.
Gli fanno alzare le mani. Lo perquisiscono, a lungo.
La latta viene fatta appoggiare a terra, molto distante.
L'amico di Willy cerca invano di spiegarsi, di avvicinarsi alla latta per aprirla, per dimostrare ai poliziotti che non è una bomba.
E' inutile.
Vogliono farla brillare.
Discussione, lunga discussione.
Prima che arrivi la squadra addetta il Willy-amico riesce a convincere i poliziotti, e apre la latta.
Una terribile latta di "tuna".
Tonno.

Progetto

Io, sono un sacco d'anni che voglio fare un racconto lungo sul G8.
Il G8 visto da me, che avevo dieci anni e mezzo, e che mica ho visto i pestaggi, i massacri, le cariche e queste cose qua, se non in tv.
Io ho visto la manifestazione del giovedì, bella, tranquilla, e la gente.
Nessuno lo dice, perchè è brutto dirlo quando ci sono stati i morti, i feriti, Bolzaneto e la Diaz, ma il G8 è stato anche gran divertente. Per tutti, secondo me, solo che poi i lati belli li dimentichi, quando hai anche solo una gamba rotta.
A me non è successo niente.
E allora me li ricordo.
E racconetrò di Carlo, che torna dopo il trasloco.
Di Willy, il lavorante, e la sua latta di "tuna".
Dell'antenna della Tv.
Dell'unico bar aperto.
Della città vuota, la sera, andando a recuperare mio papà.
Della città piena, al concerto di Manu Chao.
Della mia maglietta rosa con il colletto.
Dei limoni e dei foulard.
E di tutto quello che pian piano mi verrà in mente, molto probabilmente con scarsissimo ordine cronologico.

mercoledì 13 dicembre 2006

Poesia: La muffa

Io vi dico la verità. Questa poesia qua non è che mi piaccia tanto. L'autore sì. L'autore è un pazzo e scrive cose bellissime. Ma, anche se questa non è tanto bella, potevo forse non metterla, con un titolo così?

LA MUFFA
Alcuni anni fa la Muffa si insediò.
Iniziò in un angolo della camera da letto
appena dopo la nascita del secondo bambino.
Si sparse nell'armadio della biancheria
e nel tessuto delle nostre vite.
Vennero esperti per il trattamento.
Impotenti.
La muffa non poteva essere fermata.

Mentre ora moriamo, viviamo con lei.
Il fungo cresce.
Si diffonde sui nostri volti.
Guardiamo i sorrisi ammuffirsi,
i gesti sgretolarsi.
Ammalati, diventiamo la malattia.
Parte del fungo.
La parte che sogna. Che prova dolore.

Siamo condannati.
Le cose morenti, che mostrano la loro morte,
che non si possono nascondere, sono distrutte.
Non ci ammuffiremo più a vicenda.
Fuori, sulla strada,
si sente il rumore del martello pneumatico,
mentre gli uomini, affamati di polvere,
avanzano per l'esecuzione.
(R. McGough)

lunedì 11 dicembre 2006

Recensione numero 1: 1984


Voto: 8, 7, 4, a seconda delle parti. Con una media del 6,3 (periodico)

RIASSUNTO: Dittatura. Winston, impiegato al Ministero, cerca di ribellarsi. Lo aiuta la forza dell'amore. Avviene la vera ribellione. Lo arrestano. Apparentemente tradisce, ma gli rimane l'amore, l'amore, l'amore. ("E' la forza dell'amore..", come Finardi). Winston tradisce anche l'amore. Winston è totalmente annullato.


SVOLGIMENTO DELLA TRAMA:

Winston è magro, giallognolo e con le braccine magre magre.

Winston ha 39 anni e un'ulcera alla caviglia destra.

Winston è sfigato, in tutto e per tutto.

Winston, non si capisce bene come mai, è forte.

Ma non forte fisicamente, che sarebbe un valore un po' antiquato, è forte spiritualmente, così forte che riesce a ragionare anche quando il mondo intorno a lui si esalta con i Minuti dell'Odio, rimuove qualsiasi legame con il passato e vive nell'ortodossia del Grande Fratello più totale.

Allora Winston inizia a scrivere. Inizia a scrivere nascondendosi dal Teleschermo che controlla i suoi movimenti (e quelli di qualunque membro del Partito). E già io mi chiedo: ma quando il Teleschermo non ti vede per un'ora, e sente lo scrick scrick scrick della penna sulla carta, non si insospettisce?

Però scrivendo sta molto meglio, e inizia anche a frequentare un negozietto, quello che gli ha venduto il quaderno, dove trova una sacco di cosine carine, di quelle che a noi normalmente fanno schifo, ma che a lui, che vive in un mondo brutto, grigio e socialista, piacciono da impazzire.

Come un corallo in un vetro.

Il disegno di una chiesa.
Un grammofono.

Queste cose qua.

Il lavoro di Winston consiste nel cambiare i pezzi del passato in modo che il Grande Fratello abbia sempre ragione, anche sulle previsioni.

Deve anche rimuovere dalla storia gli uomini indesiderati, che vengono vaporizzati da un giorno all'altro.

Usa una lingua, che è la parte più bella del libro, ed è bella proprio, che è la neolingua.
C'è tutta la spiegazia di come funziona, dei nuovi termini: che vengono eliminati, ad esempio, non solo i sinonimi, ma anche comparativi e superlativi. Quindi buono, plusbuono, arciplusbuono.
In questo modo, lo Psicoreato, che è il reato di pensare in modo eterodosso, viene eliminato per mancanza di termini.

Questa è la parte bella.

Winston ha un cruccio.
Il cruccio è una ragazza, Julia, che sempre, sempre lo segue. E tu lo capisci subito, che è perchè lo ama, ma poi scusi Orwell perchè scriveva nel 1949.

Fine prima parte.

Seconda parte.
J
ulia gli dichiara il suo amore.

Si vedono in un boschetto.
Quella che prima è una mera attrazione fisica diventa passione, innamoramento e amore assoluto e inebriante.

Descrizione della ragazza: bella, bionda e scema. In realtà è nera, ma bionda dentro. Che si addormenta quando Winston prova a progettare la rivoluzione. Che va bene, non sarà stato un grande oratore, ma dico io, hai lì il Longo dlla situazione e ti addormenti?

Una donna di Hemingway.
Si vedono nel bosco.
Si vedono in un campanile.

Si vedono nella stanzetta sopra la bottega dove Winston ha comprato il quaderno.

Si vedono nella stanzetta.
Si vedono nella stanzetta.

Si vedono nella stanzetta.

Mille volte, si vedono nella stanzetta.

Poi, O'Brien invita Winston a casa sua.
E' la Resistenza, è la Resistenza!

E' la Resistenza perchè Winston l'ha sognato una volta, mica perchè ha elementi reali per pensarlo.

Vanno (ovviamente in due) a casa di O'Brien. E io dico, va bene credere ai sogni, e queste cose qua, ma se già è illegale che vi vediate, non andate in due da un collega ad alti livelli, che magari è una spia o anche solo vuole veramente dare a Winston il vocabolario (che è la scusa con cui l'ha convocato ufficialmente) e mai ha pensato che voi vi sareste fatti tutti questi film.

Ovviamente, l'intuizione si rivela giusta.
O'Brien è la Resistenza.
Dà loro il fantastico libretto rosso.
Seguono 20 pagine del libretto, contenenti le teorie di Orwell sul futuro del mondo. Scritte male, per sottolineare il degrado culturale. Devo essere sincera, 10 le ho saltate.
Fine seconda parte.

Inizio terza parte.

Li arrestano.

Neanche ti stupisci, sono 150 pagine che vanno avanti a dire "prima o poi ci arrestano, prima o poi ci arrestano".
O'Brien è della Psicopolizia. Lurido doppiogiochista. Anche il bottegaio con le cose carine è della Psicopolizia. Secondo me non ce n'era bisogno. Crolla un mito, ecco.

Li separano.
Li torturano.

Li torturano.

Li torturano.

Accurate descrizioni delle torture e di come Winston rimbecillisca a tal punto da arrivare a credere a qualsiasi cosa dica il Partito.

Ma non è finita qua.

I due furbi, andando a parlare con O'Brien, gli hanno rivelato tutto. Soprattutto, gli hanno rivelato il loro punto debole.
Che - sorpresissima! - è il loro amore.
Winston si riprende.

Si riprende.

Si riprende.

Torna O'Brien. "Cosa provi nei confronti del Grande Fratello?" "Lo odio". Stanza 101.

Minaccia: i topi ti mangeranno la faccia. Rinnega. Rinnega. Rinnega. "No, non fatelo a me, non fatelo a me, fatelo a Julia!".

Winston ha tradito l'amore.

Winston non è più un Uomo.

Fine

Ora. In realtà non mi ha fatto così schifo come sembra.
Però:

1) mi ha dato fastidio, tanto fastidio, troppo fastidio, il pericolo rosso aaaah il pericolo rosso!

2) ho parteggiato per tutto il tempo per O'Brien. Winston l'ho odiato subito. Scrive male. E' un disorganizzato mentale. E' ingenuo. Si innamora, e smette di scrivere. Si innamora, e smette di pensare. Perchè cioè fricchettonissimo l'amore è troppo ma troppo la forma di rivoluzione più pura.

3) Julia l'avrei uccisa. Altro che amore nel boschetto. In pasto ai topi, senza pensarci due volte.
I

o, se fossi stata Winston, non mi sarei chiusa nella stanzetta sfigata. Perchè c'è da dire questa cosa qua. Che Winston capisce, qual è la speranza del futuro. I prolet. Il popolo. E mica va in giro a parlare. No. Si chiude in una stanza. E ascolta le filastrocche. Mica va dalla donna che stende i panni a spiegarle come può costruire un mondo migliore. No. La ascolta cantare. Bah.


Alla fine al 7 arriva. Per la neolingua, che è troppo bella. Perchè è stato scritto nel 1949. Per i Teleschermi, i Buchi della Memoria, i Minuti dell'Odio e tutte queste invenzioni bellissime. Per il Grande Fratello, che è una grande intuizione.


Allora, come si diceva in una mattinata in quel di Pavia, io divido l'intuizione dall'opera.

E all'intuizione do 9.

E all'opera 5.

Così viene 7.

Poesia: El martillo

E questo è l'ultimo post di questa blog-giornata monotematica.
E' il canto della speranza

EL MARTILLO
Si tuviera un martillo
golpearia en la manana
golpearia en la noche
por todo el pais.
Alerta al peligro!
Debemos unirnos
para defender
la paz.

Si tuviera una campana
golpearia en la manana
golpearia en la noche
por todo el pais.
Alerta al peligro!
Debemos unirnos
para defender
la paz.

Si tuviera una cancion
cantaria en la manana
canatria en la noche
por todo el pais.
Alerta al peligro!
Debemos unirnos
para defender
la paz.

Ahora tengo un martillo
y tengo una campana
y tengo una cancion que cantar
por todo el pais
martillo de justicia
campana de libertad
y una cancion de paz.
(V. Jara)


Traduzione:
IL MARTELLO
Se avessi un martello
lo batterei al mattino
lo batteri alla sera
per tutto il paese
per annunciare il pericolo,
dobbiamo stare uniti
per difendere
la pace.

Se avessi una campana
la batterei al mattino
la batteri alla sera
per tutto il paese
per annunciare il pericolo,
dobbiamo stare uniti
per difendere
la pace.

Se avessi una canzone
la canterei la mattina
la canterei la sera
per tutto il paese
per annunciare il pericolo,
dobbiamo stare uniti
per difendere
la pace.

Adesso ho un martello
e ho una campana
e ho una canzone da cantare
per tutto il paese
martello di giustizia, campana di libertà
e canzone di pace

Poesia: 11 settembre

L'anno scorso, l'11 settembre, è uscito un documentario bellissimissimo, di Patricio Guzmàn, chimato, semplicemente, "Salvador Allende". Io l'ho visto al cinema con mia sorella, e poi siamo rimaste 5 minuti gelate nelle sedie senza avere il coraggio di alzarci.
Me lo sono fatto anche regalare, questo dvd qua. Perchè è una di quelle cose che in due anni non se le fila più nessuno, e invece meritava tenerlo.
Però è rimasto tutto bello impacchettato, con il suo celophan, e mai ho avuto il coraggio di rivederlo.
Oggi era d'obbligo.
Ma non me lo sono rivista tutto.
Ho rivisto la poesia finale, bella, ma bella che non si può dire.
E' questa qua:

Il fiume inverte il corso delle sue correnti
Le acque delle cascate salgono
La gente comincia a camminare retrocedendo
I cavalli si muovono all'indietro
I militari rompono le righe
I proiettili escono dalle carni
Le palle entrano nei cannoni
Gli ufficiali rinfoderano le pistole
La corrente entra dalle prese
I torturati smettono di agitarsi
I torturati chiudono le loro bocche
I campi di concentramento si svuotano
Appaiono i desaparecidos
I morti escono dalle loro tombe
Gli aerei volano all'indietro
I razzi salgono verso gli aerei
Allende spara
Le fiamme si spengono
Si toglie l'elemtto
La Moneda torna ad essere integra
Il suo cranio si ricompone
Si affaccia a un balcone
Allende torna indietro fino a Tommaso Moro
I detenuti escono di spalle dagli stadi
11 settembre
Le forze armate rispettano la Costituzione
I militari tornano nelle loro caserme
Rinasce Neruda
Victor Jara suona la chitarra, canta
Gli operai sfilano cantando:
"Venceremos".

Nel dvd, l'autore non c'è. Io penso sia di Rafael Alberti, ma non ne sono sicura.

"Se non mi eleggono neanche questa volta, scrivete sulla mia tomba: Al futuro presidente del Cile" (S. Allende, 1970)


Io volevo fare un post tutto rosso e musicale su Victor Jara, ma il gufo mi ha fregato l'idea.
Allora volevo fare un post altrettanto rosso e politico con il discorso di Allende, che l'avevo anche già scritto, mi bastava solo copiarlo, e mi ha fregato l'idea il Fratello.
Allora faccio un post tutto rosso e poetico, che è la terza cosa che mi viene bene. Faccio un post con le parole di Neruda:
"Allende non è mai stato un grande oratore. E come statista era un governante che chiedeva consiglio per tutte le misure che prendeva. Fu un antidittatore, il democratico per principio fin nei minimi particolari. (...)
Le opere e i fatti di Allende, di incancellabile valore nazionale, resero furiosi i nemici della nostra liberazione. Il simbolismo tragico di questa crisi si rivela nel bombardamento del palazzo del governo; uno evoca la guerra lampo dell'aviazione nazista contro indifese città straniere, spagnole, inglesi, russe; adesso succedeva lo stesso crimine in Cile; piloti cileni attaccavano in picchiata il palazzo che per due secoli è stato il centro della vita civile del paese.
Scrivo queste rapide righe a soli tre giorni dai fatti inqualificabili che hanno portato alla morte del mio grande compagno, il presidente Allende. Sul suo assassinio si è voluto fare silenzio; è stato sepolto segretamente; soltanto alla sua vedova fu concesso di accompagnare quell'immortale cadavere. La versione degli aggressori è che trovarono il suo corpo inerte, con visibili segni di suicidio. La versione che è stata resa pubblica all'estero è diversa. Immediatamente dopo il bombardamento aereo entrarono in azione i carri armati, molti carri armati, a lottare intrepidamente contro un sol uomo: il presidente della repubblica del Cile, Slavador Allende, che li aspettava nel suo ufficio, senz'altra compagnia che il suo grande cuore, avvolto dal fumo e dalle fiamme.
Dovevano approfittare di un'occasione così bella. Bisognava mitragliarlo perchè non si sarebbe mai dimesso dalla sua carica. Quel corpo è stato sepolto segretamente in un posto qualsiasi. Quel cadavere che andò verso la sepoltura accompagnato da una sola donna che portava in sé tutto il dolore del mondo, quella gloriosa figura morta era crivellata e frantumata dai colpi delle mitragliatrici dei soldati del Cile, che ancora una volta avevano tradito il Cile."

Oggi noi sappiamo che Allende si è realmente suicidato.
Erano rimasti con lui solo i collaboratori più fidati, barricati dentro la Moneda, e la sua amante, che si era nascosta dietro la scrivania perchè Allende non la facesse uscire con le altre donne.
Appurata l'impossibilità di resistenza, il Presidente fece uscire, in fila ordinata, tutti gli uomini.
Mise in testa alla fila la sua amante, in modo che non potesse vederlo morire.
Poi si sedette alla scrivania e si sparò.
I militari, entrati poco dopo, crivellarono di colpi il cadavere, per sfregio.
Poi, la Moneda venne rasa al suolo e ricostruita completamente.
Secondo nuove ricostruzioni, nel punto esatto in cui il presidente del Cile Salvador Allende si tolse la vita, vedendo i suoi sogni spezzati per sempre, si trova un distributore d'acqua per uffici.

domenica 10 dicembre 2006

Poesia: L'acqua è insegnata dalla sete

L'ACQUA E' INSEGNATA DALLA SETE

L'acqua è insegnata dalla sete.
La terra, dagli oceani traversati.
La gioia, dal dolore.
La pace, dai racconti di battaglia.
L'amore da un'impronta di memoria.
Gli uccelli, dalla neve.
(E. Dickinson)

Poesia: La bianca neve

Matto, eh...

LA BIANCA NEVE

Gli angeli gli angeli nel ciel
Uno è vestito da ufficial
Uno è vestito da cucinier
E gli altri a cantar
Bell'ufficiale color del ciel
Dopo Natale maggio verrà
E d'un bel sole ti decorerà
Ti decorerà
Spenna le oche il cucinier
Le oche oh che
Oh che neve cade e perché
Fra le mie braccia la mia bella non c'è
(G. Apollinaire)

sabato 9 dicembre 2006

Una colazione trascendentale



Sarà che non sono battezzata. Sarà che non ho la vocazione mistica. Sarà che la faccia di Gesù non ce l'ho neanche tanto presente. Ma voi ce lo vedete, in questo cornflake? Venduto all'asta per 8.900 dollari, afferma rep.it.
Bah.
A me sembra pure un po' blasfemo, il tutto.

venerdì 8 dicembre 2006

La tecnica dello scrittore in tredici tesi

Un altro, un altro!

I. Chi intende procedere alla stesura di un'opera di vasto respiro si dia buon tempo e, al termine della fatica giornaliera, si conceda tutto ciò che non ne pregiudica la continuazione.

II. Parla di quanto hai già scritto, se vuoi, ma non farne lettura finché il lavoro è in corso. Ogni soddisfazione che in tal modo ti procurerai rallenterà il tuo ritmo. Seguendo questa regola, il desiderio crescente di comunicare diverrà alla fine uno stimolo al compimento.

III. Nelle condizioni di lavoro cerca di sottrarti alla mediocrità della vita quotidiana. Una mezza quiete accompagnata da rumori banali è degradante. Invece l'accompagnamento di uno studio pianistico o di uno strepito di voci può rivelarsi non meno significativo del silenzio tangibile della notte. Se questo affina l'orecchio interiore, quello diventa il banco di prova di una dizione la cui pienezza soffoca in sé persino i rumori discordanti.

IV. Evita strumenti di lavoro qualsiasi. Una pedante fedeltà a certi tipi di carta, a penne e inchiostri ti sarà utile. Non lusso, ma dovizia di codesti arnesi è indispensabile.

V. Non lasciarti sfuggire alcun pensiero, e tieni il tuo taccuino come le autorità tengono il registro dei forestieri.

VI. Rendi la tua penna sdegnosa verso l'ispirazione ed essa l'attirerà a sé con la forza del magnete. Quanto più lento sarai nel decidere di mettere per iscritto un'intuizione, tanto più matura essa ti si consegnerà. Il discorso conquista il pensiero, ma la scrittura lo domina.

VII. Non smettere mai di scrivere perché non ti viene più in mente nulla. E' un imperativo dell'onore letterario interrompersi solo quando c'è da rispettare una scadenza (un pasto, un appuntamento) o quando l'opera è terminata.

VIII. Occupa una stasi dell'ispirazione con l'ordinata ricopiatura del già scritto. L'intuizione ne sarà risvegliata.

IX. Nulla dies sine linea: sì, però qualche settimana.

X. Non considerare mai perfetta un'opera che non t'abbia tenuto una volta a tavolino dalla sera fino a giorno fatto.

XI. La conclusione dell'opera non scriverla nel solito ambiente di lavoro. Non ne troveresti il coraggio.

XII. Gradi della composizione: pensiero, stile, scrittura. Il senso della bella copia è che in questa fase l'attenzione va ormai soltanto alla calligrafia. Il pensiero uccide l'ispirazione, lo stile vincola il pensiero, la scrittura ripaga lo stile.

XIII. L'opera è la maschera mortuaria dell'idea.
(W. Benjamin)

L'Angelo della Storia

Ieri, usciti da teatro ("Le storie del signo Keuner", bello, bello, bello!), si parlava di Walter Benjamin, e il gufo diceva che le avrebbe fatto piacere leggere qualcosa. Ecco qua. L'Angelus Novus, per chi non avesse visto lo spettacolo, è il quadro che Benjamin teneva in valigia durante la sua fuga dal nazismo.

"C'è un quadro di Klee che si chiama Angelus Novus. Vi è rappresentato un angelo che sembra in procinto di allontanarsi da qualcosa su cui ha fisso lo sguardo. I suoi occhi sono spalancati, la bocca è aperta, e le ali sono dispiegate. L'angelo della storia deve avere questo aspetto. Ha il viso rivolto al passato. Là dove davanti a noi appare una catena di avvenimenti, egli vede un'unica catastrofe, che ammassa incessantemente ma cerie su macerie e le scaraventa ai suoi piedi. Egli vorrebbe ben trattenersi, destare i morti e riconnettere i frantumi. Ma dal paradiso soffia una bufera, che si è impigliata nelle sue ali, ed è cosi forte che l'angelo non può più chiuderle. Questa bufera lo spinge inarrestabilmente nel futuro, a cui egli volge le spalle, mentre cresce verso il cielo il cumulo delle macerie davanti a lui. Ciò che noi chiamiamo il progresso, è questa bufera."
(W. Benjamin)

Poesia: Chi costruì Tebe dalle Sette Porte?

Voi chiedete, noi inseriamo. Ecche qua.

Chi costruì Tebe dalle Sette Porte?
Dentro i libri ci sono i nomi dei re.
I re hanno trascinato quei blocchi di pietra?
Babilonia tante volte distrutta,
chi altrettante la riedificò? In quali case
di Lima lucente d'oro abitavano i costruttori?
Dove andarono i muratori, la sera che terminarono
la Grande Muraglia?
La grande Roma
è piena di archi di trionfo. Chi li costruì? Su chi
trionfarono i Cesari? La celebrata Bisanzio
aveva solo palazzi per i suoi abitanti?
Anche nella favolosa Atlantide
nella notte che il mare li inghiottì, affogarono
implorando aiuto dai loro schiavi.

Il giovane Alessandro conquistò l'India.
Lui solo?
Cesare sconfisse i Galli.
Non aveva con sé nemmeno un cuoco?
Filippo di Spagna pianse, quando la sua flotta
fu affondata. Nessun altro pianse?
Federico II vinse la guerra dei Sette Anni. Chi
vinse oltre a lui?

Ogni pagina una vittoria.
Chi cucinò la cena della vittoria? Ogni dieci anni un grande uomo.
Chi ne pagò le spese?

Tante vicende.
Tante domande.
(B. Brecht)

venerdì 1 dicembre 2006

Invito

Io ieri avevo scritto un post carino.
In cui invitavo la Comune-ty alla birretta-festa martedì sera, che faccio gli anni, eh.
Da Stavros, of course.
Era un post carino. E si è disperso, sigh.
Però l'invito lo faccio lo stesso. A tutta tutta la Comune-ty, anche se al gufo ho già parlato, perchè mi sa che se viene poi c'è qualcuno che si piglia male.
E domani rinizio a scrivere un po', se riesco, perchè sono andata a vedere un'opera bellissimissima che è piaciuta solo a me, e allora poi scrivo perchè mi è piaciuta. Ma domani, ché stasera ho un sacco di sonno.

lunedì 27 novembre 2006

'ch'io, 'ch'io!

You Are Lemon Meringue Pie

You're the perfect combo of sassy and sweet
Those who like you have well refined tastes

lunedì 20 novembre 2006

Poesia: Disco rosso

Ah, la retorica anni '50...

DISCO ROSSO
Disco rosso!
Non si passa!

Il direttissimo è frettoloso:
"Non posso aspettare, divento nervoso.

E poi sono un treno molto speciale,
cambiate subito quel segnale!"

Il disco rosso, senza parlare,
la notte buia continua a scrutare.

Ho a bordo un duca e un'eccellenza:
farmi attendere è un'impertinenza".

Ma il disco rosso, occhio severo,
fissa e fissa lo spazio nero.

"Protesterò dal capo-stazione,
farò reclamo in direzione:

tenermi fermo è certo uno sbaglio,
ho a bordo un ministro e un ammiraglio!"

E fischia, e strepita a più non posso,
ma non gli dà retta il disco rosso.

Così se un giorno in terra o in mare
il treno guerra vorrà passare,

noi tutti uniti si griderà:
"Disco rosso!
Fermo là!"
(G. Rodari)

sabato 18 novembre 2006

Neruda racconta...

E questo è un nanetto che ho letto in "Confesso che ho vissuto". Già l'avevo letto, ma non lo ricordavo.

America, pieno maccartismo. San Francisco o Los Angeles, Neruda stesso non ricorda.
L'FBI scheda gli 80 comunisti iscritti alla casa del popolo - o quanto di più simile - locale.
Il giorno successivo, arriva la smentita per 70 degli 80 schedati.
La smentita proviene dalla CIA.
Tutti e 70 sono suoi agenti infiltrati nelle fila comuniste.
Gloriose fila.
Di dieci persone.

venerdì 17 novembre 2006

Anch'io, il blog sulla scuola malata, anch'io, anch'io!

Il mio blog è sull'articolo di repubblica.it: "i video di bullismo e violenze su internet la scuola malata". Vado a vedermi le foto, oltretutto terribilmente sgranate, che se non ci fosse la dida non si capirebbe mica niente. Allora. Tre foto di studenti che tirano sedie. E fin lì ok, violenze da wrestling che non dovrebbero esserci nella scuola. Però poi mi viene in mente che la mia classe, lodata da tutti i supplenti ("meno male che mi hanno amndato da voi..." e noi che ci vergognamo, sempre), l'anno scorso ha distrutto la porta di un ripostiglio per vedere cosa c'era dall'altra parte. E mica è successo niente... Poi:
- un ragazzo punta una pistola giocattolo sul professore
- "Il registro di classe dato con violenza sulla testa di un compagno (tutto preparato e filmato)". Ora. In classe mia esiste un tormentone, di quelli stupidi che si fanno solo a scuola ma che servono a sdrammatizzare le sei ore di muffa quotidiane. Funziona che quando uno dice "Boschi", tutti si devono tirare coppini. Quando funziona bene, sono scene divertenti. Perchè la classe improvvisamente si anima e tutti tirano coppini a tutti, per poi tornare alla calma più totale. Tutto ciò è ovviamente preparato, e, a volte, filmato.
- "Quasi una rissa con un professore". Dalla foto non si capisce cosa stia succedendo. Ma le risse con i prof., non ci sono da sempre e sempre ci saranno?
- "Una parte della classe assalta il prof in cattedra fino a mettergli (nel fotogramma seguente) un giornale sul viso". Dalla foto si vedono due, dico due, ragazzi in piedi. In quella successiva, un prof. con un giornale davanti agli occhi. Ora, bisognerebbe vedere il perchè dell'azione. Ma non mi sembra questa violenza spropositata.
- "Una esplosione dietro la cattedra". Petardi e esperimenti nel laboratorio di chimica. Da sempre.
Ma la migliore è l'ultima:
- "Castelli di bicchieri ostentati durante una lezione".
Manifesto esempio di violenza e bullismo. Castelli di bicchieri?? Ma stiamo scherzando??
Se non sbaglio, gente di questa stessa comune-ty si cuoceva uova in classe. E giocava a briscola.
Allarmismo allarmismo allarmismo, la scuola italiana allo sfacio aiuto aiuto aiuto. Così, picchiare qualcuno è "uno dei tanti" esempi di bullismo. Come fare castelli di bicchieri di carta. Stessa identica cosa.
Allora, la prossima volta che mi annoio, invece di scrivere sul banco, andrò a picchiare qualche primino.
Che magari faccio anche notizia.

mercoledì 15 novembre 2006

test

Personality Disorder Test Results
Paranoid |||||||||||||| 54%
Schizoid |||||||||||||||||||| 82%
Schizotypal |||||||||||||||| 62%
Antisocial |||||||||| 34%
Borderline |||||||||||||| 58%
Histrionic |||||||||| 38%
Narcissistic |||||||||||||||| 62%
Avoidant |||||||||||| 50%
Dependent |||||| 26%
Obsessive-Compulsive |||||||||||||||| 70%
Take Free Personality Disorder Test
personality tests by similarminds.com


Eccolo qua, il test della amica E....

mercoledì 8 novembre 2006

La mia gente

Ormai sono un sacco di giorni che faccio la stessa strada alla stessa ora, per andare a scuola. E quindi sono anche un sacco di giorni che vedo un sacco di gente, tanto che ormai li riconosco, e penso che loro riconoscano me, quella che va in giro mangiando sempre una mela e con le cuffie dell'ipod nelle orecchie e il passo lungo e veloce e gli occhiali e non porta mai l'ombrello, neanche quando diluiva. E sorride, di solito. O canticchia sperando che non la veda nessuno.

Allora.

Quando esco di casa c'è l'uomo con il cane. E' un uomo alla Paolini, basso e pelato, ma non pelato proprio del tutto e neanche basso, proprio del tutto. E il suo cane è un pastore tedesco. O forse è una cana, perchè ora che ci penso non attacca mai rissa con gli altri cani. E quest'uomo alla Paolini sempre ci tira le pigne, al suo pastore tedesco. Non nel senso che gliele tira addosso, ma che gliele tira da riprendere. E va in giro con la faccia di Paolini che si è appena svegliato, tirando un calcio alla pigna dopo l'altro, con una tranquillità quasi zen.

Poi c'è l'uomo nero. Questo è forse il personaggio più bello. Quando ero piccola avevo un libretto che si chiamava "Era una notte scura, molto scura", e mi piaceva tantissimo. Quest'uomo nero ha una giaccona verde scura. E si siede sotto un albero scuro, che rimane sempre in ombra. Ed è seduto su una panchina verde scura. Ed è fermo. Ed è, ovviamente, nero. Indiano, penso. E quando esco io è ancora quasi buio. E lui è lì, tutte le mattine, che penso aspetti di entrare a lavorare. Fermo. E io quando arrivo lì vicino a lui non sono proprio ancora sveglia. E tutte le mattine mi spavento, perchè vedo solo due occhi che mi guardano, perchè il resto è scuro. Mi spavento, e poi rido. Sempre.

Poi c'è il bancario che fa colazione. Questo qua non è per niente una di quelle persone che sei contento di incontrare, la mattina. Il bancario è sempre triste. Legge sempre il Mercantile. Non sorride. Sorseggia caffè. Secondo me amaro. Non mangia neanche brioches. Sorseggia caffè, legge e non sorride. Non sorride, legge e sorseggia caffè. Lascia le monete, sempre giuste, perchè mai si ferma per il resto, sul tavolo, prende la sua 24 ore e si alza. Mai con un sorriso. Mai neanche con una smorfia. Sempre triste. Sempre cupo.

Poi c'è il fruttivendolo. Il fruttivendolo è un personaggio bellissimo. Secondo me, il fruttivedolo sei mesi fa pesava 10 chili in meno. Ed era meno biondo. E aveva i capelli più corti. Però è sempre lo stesso fruttivendolo, sono sicura. Questo fruttivendolo sposta cassette. Dal marciapiede al suo negozio. Dal suo negozio a un camioncino bianco. Limoni, cachi, pesche, mele. A volte zucche. Colori. E il fruttivendolo sorride. Ma sempre, sorride. Sorride a quelli che passano, sotto il peso dei suoi limoni. Sorride al barista del negozio a fianco, dietro le sue zucche. Sorride a se stesso, se non c'è nessuno a cui sorridere.

Poi c'è lo spazzino. Lo spazzino non è tanto una bella persona. Ma è pittoresco. Perchè lo spazzino è sempre nello stesso punto, a qualsiasi ora io passi. Anche se entro un'ora dopo. Anche se sono in ritardissimo. Però lavora, eh. Ed è sempre sudato, anche. Anche d'inverno. Ma sempre nello stesso punto. Allo spazzino, la teroia della relatività gli calza a pennello.

Poi c'è il vecchietto che aspetta l'autobus per il nipote. E si fanno sempre un sacco di coccole. Sono sempre teneri, il vecchietto e il nipote.

Poi arrivo a scuola. E tutta questa gente mi fa sempre sorridere, anche quando sono a scuola che mi muffo.

Il quarto piano

Oggi sono stata al quarto piano.

Dovete sapere che la mia scuola ha quattro piani più due. I più due sono due piani che sono sotterranei se si entra dall'entrata principale, ma normali se si entra dal parcheggio. Quindi non sono sottoterra. Sono solo sottostrada. Poi ci sono i quattro piani normali, e io sono al secondo. Due anni che sono al solito secondo, banale, piano.

Al primo piano ci sono le macchinette, e la fotocopiatrice, e c'è un via vai di gente che entra nelle classe per chiedere soldi, ché la macchinetta glieli ha mangiati, e c'è la bidella corcerossina, che è un po' una muffa, ma basta trattarla bene perchè ti faccia un sorriso che è bellissimo, perchè è un sorriso da vecchina dei film, e ci sono sempre i prof che ti vengono a chiamare perchè gli si sono bloccate le patatine nella macchinetta e non riescono a farle venire giù.

E poi c'è il secondo piano. Il secondo piano è triste. Al secondo piano non c'è niente, solo corridoi e corridoi e corridoi dove i prof ricevono, e facce di genitori depressi, e arrabbiati che strepitano "ma è impossibile! mio figlio studia tutto il giorno!". E qui sto io. Con la bidella tabagista, e il prof B., che è pazzo e ti chiede "cosa fai?" tutte le volte che ti vede in giro, anche a ricreazione quando in giro ci puoi andare. E al secondo piano non c'è mai niente, perchè tutti dal secondo piano scappano, appena possono, perchè è un piano triste.

Poi c'è il terzo piano, che non so mica com'è, perchè non ci sono mai stata.

E invece, ieri sono andata al quarto, di piano. Perchè la fotocopiatrice del primo era rotta. E il quarto piano è la rivoluzione russa. Al quarto piano, il bidello è F., che fa le gare di pallacanestro in auletta fotocopie. Al quarto piano c'è una porf che non mi ricordo come si chiama, ed è matta come un cavallo, e divertentissima. Al quarto piano, F. sorride sempre, e sempre ti dà i gessi, e i cancellini, e la carta per le fotocopie. E per rompere il pacchetto di carta, lo sbatte forte sul banco, per far spaventare le prof che stanno entrando nell'apposito bagno dei prof. Al quarto piano, le classi hanno tutte le porte aperte, e i prof si incontrano e si parlano, mica si guardano in cagnesco. E tutti gli studenti si salutano. E si prestano la scheda delle fotocopie. E F. ti porta il caffè, se glielo chiedi, che magari tu sei in classe e non puoi uscire.

Al quarto piano c'è il socialismo.

sabato 4 novembre 2006

L'ottima figura


Diretta dalla manifestazione contro il precariato di Popolare Network - Radio BBS.
"C'è un gruppo di persone, sono senza striscione, mi avvicino e provo a fare due interviste... ciao, studente o precario?"
Silenzio.
Silenzio.
Silenzio.
"Veramente, parlamentare".

Il sorriso, il sorriso!


E torno con un sorriso minimo, che è un sacco che nessuno ne scrive più. Il mio sorriso minimo odierno è una quaglia. O una faraona. O una roba così, che io di gallinacei non ci capisco mica niente. Che era in mezzo alla strada. Ma mica la strada mia, che è poco trafficata e magari era un'oca scappata dai vicini monarchici. No no. In una strada che è sempre piena di gente, e di macchine, e di casino. E io quella strada lì la faccio tutti i giorni, avanti e indietro, salita e discesa. E improvvisamente, oggi, vedo questa cosa in mezzo alla strada, proprio dove passano le macchine. E mi fermo, ché avevo il sole in faccia e non capivo mica tanto bene cosa fosse, quella roba lì in mezzo alla strada. E sul momento mi sembra una papera. E poi guardo meglio. E vedo che è più grande e più intelligente di una papera. E mica riesco a capire cos'è. Però c'è quest'essere che sta proprio in mezzo alla corsia. E guarda le macchine con disprezzo. E quando arriva un autobus si sposta, e poi torna in mezzo alla strada. E io ci sono stata 10 minuti, a vederla. A vedere come schivava le macchine, e come le guardava, per niente impaurita. E poi ho guardato che tutta la gente non si fermava, tanto che ho pensato di avere un'allucinazione. Ma il gallinaceo c'era, ne sono sicura. Ed era proprio bellissimo.

giovedì 2 novembre 2006

Poesia: Progetto di successione

Questa poesia qua l'ho trovata su internette. Che è ottimo, per trovare poesie. Ed è la terza volta che la leggo e che ci trovo un significato diverso. Una poesia così, vuol dire che è bella.

PROGETTO DI SUCCESSIONE
Continuare a dar salti fino a sorpassare la Luna
restare sdraiato fino a distruggere il letto
restare in piedi fino all'arrivo della polizia
restare seduto fino alla morte del padre
 
Strapparsi i capelli e non morire in una via solitaria
amare continuamente la posizione verticale
e continuamente fare angoli retti
 
Gridare alla finestra fino a che la vicina metta fuori le mammelle
restare nudo in casa fino a che la scultrice dia il sesso
far gesti nel caffè fino a meravigliare la clientela
spaventare la gente sugli angoli fino a far cadere una vecchina
raccontare delle storie oscene una sera in famiglia
raccontare un delitto perfetto a un adolescente biondo
bere un bicchiere di latte misto a nitroglicerina
lasciar fumare una sigaretta solo a metà
 
Aprire fosse e dimenticare i giorni
bere in un bicchiere d'oro e sognare le Indie.
 
(Antonio Maria Lisboa)

CL's triumph

E oggi ci hanno dato i risultati delle elezioni. Mentre il mio prof di storia ci diceva di quanta tristezza gli mette questa gioventù che non sogna ("perchè noi sognavamo...magari non è che ci credessimo tanto, non è che fossimo ingenui, non tutti almeno, ma sognavamo...l'importante è sognare.."), arriva la bidella tabagista a portare i risultati. E il mio prof, mica lo sapeva, chi erano le liste, e che notizie pessime ci stava dando, mica lo sapeva, che tra poco diventiamo la succursale di una palestra di taikundò affiliata con l'Opus Dei. Perchè i risultati sono questi:
Lista 1. I para-compagni: 189 voti. Un eletto.
Lista 2. CL: 479 voti. Due eletti. I più pessimi, of course.
Lista 3. I pirla: 169 voti. Nessun eletto. E vorrei anche vedere.
Lista 4. Che io li odiavo, ma non sono così nocivi: 334 voti. Un eletto. Quello che è venuto in gita con noi.
Che fanno 1171 voti. 229 voti nulli/astenuti.

E poi c'è la consulta provinciale, perchè è mica finito qui, il facciamoci-del-male-tour. I candidati per la consulta neanche si erano presentati. Ed erano due liste, lista 1 che era la stessa della lista 1 e Lista 2, che era la stessa della lista 2. I compagni e cl, ricordo.
Lista 1: 308 voti. Nessun eletto.
Lista 2: 839 voti. Due eletti su due.

Sic. Cilicio obbligatorio nella palestra privata all'aperto, Coca Cola e merendine Kinder.

mercoledì 1 novembre 2006

Poesia: Il muratore di Stalinallee

E torno, dopo aver sentito uno speciale di radio pop su Melfi, con una poesia adatta.

IL MURATORE DI STALINALLEE
Fra i grandi blocchi di case
urtai un muratore. Egli appartiene
a quella classe decaduta
che faceva mura precise e
la rivoluzione. Nel sogno
io lo riporto di nuovo, bagnato di sudore,
sull'impalcatura
di un inizio.
(Volker Braun)

martedì 24 ottobre 2006

Assemblea, Assemblea!


Sigh. E oggi abbiamo fatto Assemblea d'Istituto per la presentazione di candidati rappresentati. E allora io vi descrivo le liste, così, senza commenti, quasi, in modo che la prossima volta che si parla dell'idiozia dei miei coetanei & co. non dite che esagero.

LISTA 1: che è la migliore. Il cui slogan è autogestione. Però dicono, poi, non proprio autogestione, perchè autogestione ci mettiamo nei casini e nessuno vuole dei casini col preside, no? Allora facciamo cogestione. Non congestione, no. Co-gestione. Che è come dire voglio fare la rivoluzione ma con le pallottole con la vernice. E chi è sporco si sdraia a terra e aspetta che finisca. Ed è come morto. Vabbe'. Questa cogestione funzona che si chiedono 4 giorni al preside. Ed è tutto come autogestione, con le attività culturali ecc. ecc., solo che i prof ci sono, e fanno vigilanza, così non scoppiano casini, e non è che puoi andare in giro a fare il pirla ma devi dichiarare cosa stai facendo. Bah. E ripeto, è la migliore. Poi, il secondo punto del programma, è la restaurazione del bidello pizzettaro. Perchè, abbiamo scoperto, è stato tolto grazie all'ottimo contratto firmato dal preside con gli Uomini delle Macchinette che esclude a priori la concorrenza. O almeno questa è la scusa ufficiale. Poi c'è "questa nuova idea, che è nostra nostra proprio solo nostra" (giuro che hanno detto così!) del mercatino dei libri a inizio anno scolastico, poi c'è il giornalino che non si farà mai ma lameno l'intenzione c'è, poi c'è l'assemblea musicale con il D'oria, poi ci sono le due feste in discoteca, poi c'è il torneo di calcetto. E questo è quanto. Però i tipelli erano intelligenti, uno escluso, che ovviamente è il capolista.

LISTA 2: CL. E io ho capito che era Cl dal volantino che, nell'ordine:
- puzzava di qualinquismo
- non conteneva un progetto culturale che fosse uno
- proponevea 2 dei 4 progetti a pagamento
- terminava con l'ottimo slogan: "Veni, Vidi...Vici???"
Sant'Iddio. Però mi sono stupita, perchè tuuuutti, tuuuutti che li fischiavano. Ed ero felice, di questa cosa qui. E ha preso in mano il micorfono la tipa su cui tutti i maschi della mia classe delle medie sbavavano, e non riusciva a parlare tanti erano i fischi. E si arrabbiava, come solo una che a 16 anni è in Cl può fare, pestando i piedi e piagnucolando "ma questi non mi lasciano parlare...". Sic. Comunque. Riescono a presentare questo loro ottimo programma. Il cui punto principale è: facciamo una terza palestra dove adesso si parcheggia, cioè-una-tensostruttura-fichissima, con campetto da calcio e palestra per il taikundò (nello stesso posto? uno sopra l'altro? il tatami che ricopre l'erba sintetica?), che i fondi della provincia ci sono già e basta premere perchè passi il progetto e in un mese è fatta. A parte i tempi, utopistici. A parte lo spazio, che non c'è. Ci sono i fondi della provincia?? La mia scuola, attualmente, cade a pezzi. Ci sono finestre che reggono con lo scotch, la tende che non si alzano/non si abbassano, i banchi degli anni '70 (che l'anno scorso ne avevo uno con ancora scritto W Marx W Lenin W Mao-Tse-Tung), i bagni dei maschi senza porte, le strutture in palestra quasi tutte rotte. Il tipo intelligente della Lista 1 chiede se i fondi della provincia ci sono veramente e, nel caso, se non si potrebbero usare meglio. Cl vacilla. Lista 1 continua l'attacco. Cl nicchia. Fischi da parte nostra. Cl borbotta che i fondi sì, ci sono veramente, ma non è che siano proprio della provincia. Cioè? Cioè sono di questa palestra di taikundò che stanzierebbe 20.000 euro per costruire una tensostruttura nel parcheggio di scuola, che così siamo contenti tutti, noi la usiamo la mattina e loro il pomeriggio. E non commento. Persino i più babbi dei miei compagni erano scandalizzati.

LISTA 3: il cui slogan è "non conta solo il cervello". "10 fascisti e un qualunquista fanno 11 fascisti", titolava la streganocciola. Ecco. Appunto. Loro. Loro che si erano candidati solamente per perdere delle ore, perchè, poverini, "non trovate che a scuola ci si annoi tantissimo?". Loro che avevano tutti scarpe da 150 euro, colletto alzato e magliettina aderente (che è il nuovo fascist-look, per chi non abitasse qua. E lo so che qualcuno dissentirà). Loro che avevano parafrasato "Domani smetto" degli Articolo 31 rendendola terribilmente, ma terribilmente qualunquista. Loro che "non facciamo discorsi politici perchè tanto i politici stanno sui coglioni a tutti, non è vero??". Loro che non avevano neanche un programma. Loro che quella loro versione di "Domani smetto" hanno provato a cantarla, e hanno fatto la figura più orribile della storia del liceo.

LISTA 4: che io, 2 su 3, li conoscevo. E loro sono i pirla. Perchè c'è sempre una lista di pirla, alle elezioni. E uno di loro è quello che è venuto in gita con la mia classe l'anno scorso, che io piuttosto che votarlo mi impiccavo (in treno, con una decina di mie compagne intorno "ma perchè voi ragazze siete tutte troie...non vedete come mi state tutte intorno ad aspettare un mio cenno??" e tutte a ridere...). E l'altro è il fratello di un mio compagno, misogino, ma almeno lui ne ha motivi psicologhichi. E poi c'era una ragazza, che sembrava l'unica intelligente e non ha ovviamente parlato. Ecco. Questi non avevano neanche un programma. E sicuro che almeno il primo viene eletto. Perchè è un demagogo impressionante, del tipo "stiamo instaurando le cariche nobiliari, chi vuol essere duca del secondo piano??". E poi, facciamo la festa di natale con un bel vino frizzantino, moltiplichiamo le macchinette perchè c'è troppa coda, facciamo la disco-assemblea in cui i dj-siete-voi-sì-proprio-voi. Eccetera eccetera.

E questi vengono eletti. Sicuro. Uno loro, uno di Cl e due della prima lista. Sicurissimissimo. E questa è la mia depressione quotidiana.

mercoledì 18 ottobre 2006

Paolino e il Victor

Il mio sorriso di oggi, che è un sacco di sorriso, quindi non è minimo, è il pezzo di Paolino. Perchè io ci ho una passione, che è questa passione qui dei canti di protesta, che non è mica una passione semplice e poi non dà proprio tanti tanti risultati, ecco. Però ogni tanto capita che trovo qualcosa di proprio bello, come l'ultima canzone di Victor Jara. E capita anche che magari stiamo preparando uno spettacolo sull'America Latina. Allora capita che io mando il testo a mio fratello che, zack!, in tre giorni me lo musica. E allora io adesso sull'ipod ho Paolo Conte, Paolo Pietrangeli e in mezzo a loro c'ho paolino. E questa cosa qui mi piace proprio un sacco.

martedì 17 ottobre 2006

L'Ignoto Sputatore e il Sacro Fuoco dell'Indignazione


Oggi ci siamo passati la ricreazione in classe. Che a me non è che me ne freghi tanto, perchè fumare non fumo e la merenda me la porto astutamente da casa, onde evitare l'interminabile fila dei macchinettisti accaniti. Però la cosa è che ce la siamo passata in classe perchè un furbo studente va in giro a sputare. Ed esso sputò nella tromba delle scale, davanti alle macchinette, dalla fermata dell'autobus sul carroziere sottostante, sulla testa di Rocco Il Bidello ex-pizzettaro e sulla testa di uan ragazza albarina (che lei, un po', se lo meritava :D). E allora, ieri il preside manda a dire che si costituisca, assicurandogli la grazia. E questo ri-sputa. E allora oggi il preside istesso manda una circolare che se il colpevole non comparirà entro le 10.30, la ricreazione si passerà in classe, per evitare ulteriori sputacchiamenti. E allora, a me sembra una cosa giusta. Perchè siamo 1000 ragazzi, lì dentro, e non è che puoi controllarci tutti, perchè uno sputo ci si mette proprio poco a farlo. Però questo ha scatenato reazioni contrarie. Nel senso che un sacco, ma proprio un sacco di gente, andava urlando per i corridoi che allora si sputasse tutti, così da dimostrare che il provvedimento non serviva a niente. E nessuno che sia andato dall'Anonimo Sputatore e l'abbia picchiato a sangue convincendolo ad andare in presidenza. Perchè poi è ovvio che c'è gente che lo sa, chi è. Anche perchè se fai una cosa così la fai per bullarti, mica di nascosto quando non ti vede nessuno.
E io oggi, a ricreazione, a litigare in classe con tutti i miei compagni che davano addosso al preside. E nessuno che avesse un minimo senso della collettività, del fatto che gli sputazzi in testa sono caduti a Rocco il Bidello e a una stupida albarina, ma potevano cadere anche a te. E io mi sarei aspettata discorsi di violenza allo stato puro, da tutti i sigarettofili in astinenza, del tipo "se lo becco, lo sputatore, lo faccio fuori". Invece no. Tutti a dire che non è che proprio avesse ragione, ma insomma, era una cosa accetabile, anche il preside, alla fine sono solo due sputi. Che mica hanno mai ucciso nessuno. Che mica chiudendoci in classe finiscono. Che biognerebbe andare a protestare. Dal preside? Sì, dal preside, perchè non è in grado di tenere una scuola. E la migliore sono state tre ottime compagne di classe che alla lettura della prima circolare dicono "Sissì, l'abbiamo visto uno che sputava". E alla lettura della seconda, che invitava a denunciare il colpevole e/o convincerlo a costituirsi, affermano "Eh, ma noi abbiamo visto lo sputo, mica quello che lo faceva..".
E questa è la mia panciata di nervoso quotidiano, la gente che confonde cause e conseguenze, e l'omertà. Che mai mi sentirete dire che bisogna andare dal preside a denunciarlo, e neanch'io lo farei. Ma si individua il colpevole, si va da lui in tanti, tutti quelli che stanno in classe a ricerazione per colpa sua, e gli si dice "sai, forse è meglio se ti costituisci". E mica c'è bisogno di minacciarlo veramente. Come minimo smette.

Muffa & affini

In risposta alla streganocciola e all'amica E.
Ma io non è che mi faccio dei problemi che ah-ma-questa-cosa-non-interesserà-nessuno. E' che non interessa neanche a me. Nel senso, se io trovassi Il Lamento del Maiale 2- La Vendetta, che a me interesserebbe e a voi no, e ne sono sicura, ce lo scriverei lo stesso. Ma in questo momento, nessun Lamento in vista. Allora, io posso anche raccontare la mia giornata di ieri, composta da:
1) Muffosa Scuola: latino, greco, ora buca, ora buca, filosofia, storia.
2) Veloce Pranzo: pollo impanato
3) Lento Autobus: il malefico 42
4) Stupido Luogo: dove sono andata a prendere il regalo per la Sorella, e quindi non posso dire cos'è. Ma tanto non ce l'avevano
5) Ansiogeno Teatro: dove ho fatto mezz'ora di coda prima di accorgermi che dovevo prendere il numerino, constatare che il suddetto era il 36 ed eravamo al 10 ed andarmene
6) Lento Autobus - 2: l'altrettanto malefico 15
7) Ansiata Amica: che mi ha raccontato per tre ore del fidanzato-che-non-c'è
8) Orrida Chat: che si è bloccata mille mila volte, ma il treno da Milano questa volta arriva
9) Veloce Cena: spezzatino
10) Orrida Chat - 2: che non si è più bloccata, ma io avevo sonno
11) Comodo Letto: con, finalmente, il piumone pesante.
Ecco, questa è stata la mia giornata di ieri. E mi sono annoiata io a viverla, figuratevi voi a leggerla. Che poi, quando la vivi, va anche meglio, perchè ad esempio dall'Ansiata Amica mangi il Cioccolato con le Noci, sull'autobus ascolti i pettegolezzi di due adolescenti maschi, che è sempre divertentissimo, e tornando a casa ascolti "Popolo che da sempre" e scopri che presa dal fervore rivoluzionario ci ha messo un terzo del tempo a fare la strada.
Però sono questi periodi qui, in cui anche se ci sono le lucertole nelle vetrine non le vedi, non perchè sei depressa, chè anzi sono felice, ma perchè sei un po' alienata dal mondo. Un po' a pensare che stai scrivendo il post e dovresti studiare Dante e il Veltro, che oggi tutti mi hanno detto "ma no, con la C!" e stava per scoppiare una rissa. E però, anche se le lucertole non le vedo, o magari non ci sono, io mi ci impegno a trovare le cose interessanti nella giornata e scriverle. E non mi diseduco a leggere i melensi-ma-belli-un-sacco-post dell'amica E.
Che tanto, in parte mi ha educato lei giusto poco dopo delle cose che scrive, e se doveva influenzarmi negativamente l'ha già fatto ;)
Ma a me non sembra.

domenica 15 ottobre 2006

Tornerò, ah, se tornerò!


E io lo so che è un sacco che non scrivo, però sono scusata. Ché ho la Scuola Stancante, il Travaglioso Teatro da vedere e da fare, i Lunghi Libri che voglio leggere, le Catalane Canzoni e i Baschi Brani che voglio tradurre, la Necessaria Nanna che devo fare quando torno a casa, il Muffoso Mangiare, ma necessario anche quello. E allora non solo non riesco più a scrivere come tempo, ma mi passa anche la voglia, perchè mica posso scrivere di Stupidi Soggetti Scolastici. E neanche riesco a leggere Più Poesie, che le ultime che ho letto sono di un Certo Catullo. E non meritano, vi assicuro.
Ma tornero, ah se tornerò! (parafrasando quel gran signore di Gargamella).

venerdì 6 ottobre 2006

Poesia: Il buio

Così è. Bella.

IL BUIO

Ho vegliato il tuo respiro.
Ti ho suggerito un sogno.
Il buio era sempre più freddo,
appollaiato sulla mia spalla
come una cornacchia.
(G. Rodari)

mercoledì 4 ottobre 2006

Poesia (?): Ma quelli sono Vietcong

Datata, indubbiamente datata. Ma quant'è bella???

MA QUELLI SONO VIETCONG (1960)

Sì va beh,
ma quelli sono Vietcong
stanno nel Vietnam
e sono Indocinesi
per questo hanno potuto battare gli americani.
E' un'altra situazione, hanno un'altra maniera di pensare
sono in gran parte contadini
gli basta un pugno di riso per potersi sfamare.
E poi è una razza così, hanno un coraggio da leoni
non gli importa niente di morire ai Vietcong,
fare i ribelli per loro è una cosa del tutto naturale
mentre quelli di Saingon, di Danan e di Uan tri
sono una razza inferiore come quelli di Ai Phong,
gli piace la vita comoda, sono corrotti, sensuali e vigliacchi.
Come? Sono la stessa razza?
Ah, i Vietcong non è una razza a parte?
Ah, vuol dire che sono rossi?
Come dire comunisti?!
Sì, ma bella forza i russi li hanno aiutati
e perfino i cinesi.
Ah, in principio non c'era nessuno?
Sì, ho sentito con le cerbottane hanno combattuto
e con gli archi e le frecce e le trappole
fatte con le canne di bambù.
Beh, è più vantaggioso nella foresta,
fanno più effetto le armi silenziose
è perfino un vantaggio nelle imboscate
uno cade colpito e non sai cos'è stato.
Sì, avevano contro mezzo milione di americani
con tutti i più moderni armamenti
più di un milione di fantocci
armati fino ai denti,
elicotteri come corazzate
reattori con 100 razzi
bombardieri grandi come palazzi,
carri armati come fortezze.
Mille cannoni per ogni base
cemento armato a tonnellate
2
e bombe al napalm e defoglianti
e poi gas tossici e bombe a biglia
e a scoppio multiplo ad uso famiglia
ed esplosivi a depressione.
Bombe batteriche radiocomandate
e mine nei ponti e dentro i fiumi
risaie avvelenate, foreste spiantate
villaggi bruciati coi lanciafiamme
campi di prigionia con le gabbie di tigre
e poi di dollari a fiumane per le spie
i consiglieri e le puttane.
Ecco è lì che si son fregati gli americani: con la corruzione
il basso mercato, i latrocini e la prostituzione.
E poi troppe armi, troppi mezzi hanno creato
la confusione, la disgregazione, la disorganizzazione
così gli americani si sono fregati con le proprie mani.
La forza dei Vietcong invece è stata la fortuna
di non aver quattrini.
La miseria, la fame e un sacco di bambini
rendono più saggi e più onesti,
più organizzati e più efficienti.
Non avevano niente da perdere,
avevano tutto da guadagnare.
Ah, sì, va bene, c'è anche il fatto del comunismo,
dell'altruismo, di un'altra ideologia.
Va beh, mica sono un reazionario!
Lo so che il Vietcong è soprattutto un rivoluzionario.
Ma te l'ho detto, è una questione di temperamento,
di origine storica, di diversa civiltà...
Mica del fatto che sono comunisti
sono contadini che fanno la guerra da un'eternità
contro tutti i colonialisti, per loro è un bisogno vitale,
vedrai che adesso, in pace si troveranno male.
Ah no, dici che si troveranno bene?
Beh, son contento per loro, niente da dire
se la sono guadagnata da soli a forza di sparare.
Ma cosa c'entriamo noi.
Sì, certo che siamo in tanti comunisti...
"E rieccolo col partito dei revisionisti":
ogni paese ha la sua realtà.
Tu lo vedi, noi italiani
cominciare la rivoluzione dopodomani,
tirare i sassi contro gli aeroplani,
tirare frecce contro gli elicotteri
fare le trappole con le canne di bambù
e il riso è solo nel vercellese
nella Lomellina e nella piana del Po.
3
Ritornare sulle montagne?
Ma le montagne ormai son luoghi di villeggiatura,
funivie, sciovie e industria alberghiera.
Per la lotta armata ci vuole
la landa desolata e la brughiera
che da noi ormai è tutta fabbriche in cemento,
per fare rivoluzione non è più il momento.
Non facciamo discorsi da estremista
qui non è il Vietnam, noi abbiamo il Papa
e il partito socialista
d'accordo, anche il partito comunista
ma non c'è Ho-Ci-Min
c'è Berlinguer.
Sì d'accordo c'è una classe operaia molto combattente
straordinaria, con grande tradizione rivoluzionaria,
sì d'accordo ci sono tanti studenti dalla parte nostra,
sì d'accordo c'è la borghesia progressista,
sì d'accordo la democrazia cristiana sta franando
sì d'accordo la classe dirigente sta tremando
tutti intorno a noi stanno lottando.
In Africa paesi schiavi si stanno liberando
in Grecia il fascismo è stato battuto,
in Spagna salterà fra qualche minuto.
Gli arabi stanno camminando
verso il socialismo
ma non facciamo del trionfalismo
sì d'accordo il capitalismo sta crollando
e chiedi a me cosa stiamo aspettando?
Aspettiamo che maturi la situazione
che si crei un'adatta condizione
che nel governo scoppi la contraddizione
d'aver il favore di tutta la pubblica opinione
il potere in ogni regione
il controllo che della televisione
il capitale che ci dà ragione
e poi faremo la rivoluzione con l'Agnelli
proprio come in Vietnam.

(Dario Fo)

Poesia: Alla vita

E a me, le poesie, se non sono distuttive non piacciono.

ALLA VITA
La vita non è uno scherzo.
Prendila sul serio
come fa lo scoiattolo, ad esempio,
senza aspettarti nulla
dal di fuori o nell’al di là.
Non avrai altro da fare che vivere.

La vita non è uno scherzo.
Prendila sul serio
ma sul serio a tal punto
che messo contro un muro, ad esempio, le mani legate,
o dentro un laboratorio
col camice bianco e grandi occhiali,
tu muoia affinché vivano gli uomini
gli uomini di cui non conoscerai la faccia,
e morrai sapendo
che nulla è più bello, più vero della vita

Prendila sul serio
ma sul serio a tal punto
che a settant’anni, ad esempio, pianterai degli ulivi
non perché restino ai tuoi figli
ma perché non crederai alla morte
pur temendola,
e la vita peserà di più sulla bilancia.
(N. Hikmet, 1948)

martedì 3 ottobre 2006

Poesia: Talvolta con uno che amo

Così, perchè mi piace.

TALVOLTA CON UNO CHE AMO

Talvolta con uno che amo mi riempio di rabbia perchè temo di effondere un amore non corrisposto,
ma ora io credo che non ci sia amore non corrisposto, il compenso è certo in un modo o nell'altro
(amai una certa persona ardentemente e il mio amore non fu corrisposto,
eppure per esso ho scritto questi canti).

(W. Withman)

La Famiglia

Io non ho avuto un'infanzia di quelle che stai a casa dei nonni. Non ho avuto un'infanzia di quelle che ti educano gli scuot. Non ho avuto un'infanzia neanche di quelle che cresci con la tua insegnate di ginnastica ritmica e viene su anoressica e complessata. Ho avuto un'infanzia in cui ho preso un po' da chiunque. Non nel senso che i miei mi portavano fuori e mi lasciavano con il primo che passava, no. Nel senso che da casa mia è passata una sacco di gente. Baby-sitter, amici, fidanzati, lavoranti e lavoratori. E io, dai 3 anni in poi, prendevo un po' da tutti. Una passione qua, una mania là, un interesse ancora da qualcun'altro. Poi alcune di queste persone si sono dissolte, non nel senso che sono morte ma nel senso che non girano più in casa. Però a me quello che avevo preso da loro è rimasto. E soprattutto a volte ritornano, quando meno te l'aspetti. Magari ritornano con un messaggio, una mail o anche solo le incontri per strada. Ed è una cosa bellissima.

Primo sorriso


Il sorriso di oggi sono le due lucertole dentro una vetrina. Vere, però. E io, essendo fuori, vedevo solo la pancia e le zampe.

giovedì 28 settembre 2006

Poesia: 1943

E quando sei felice mica c'è una spiegazione per le cose che fai, o per le poesie che ti va di mettere. Sei felice e basta.


1943
Guardo un ginocchio la terra
guardo l’erba
guardo l’insetto
guardo l’istante fiorito e azzurro
sei come la terra di primavera, amore
io ti guardo.

Sdraiato sul dorso vedo il cielo
vedo i rami degli alberi
vedo le cicogne che volano
sei come il cielo di primavera, amore,
io ti vedo.

Ho acceso un fuoco di notte in campagna
tocco il fuoco
tocco l’acqua
tocca la stoffa e l’argento
sei come un fuoco di bivacco all’addiaccio
io ti tocco.

Sono tra gli uomini amo gli uomini
amo l’azione
amo il pensiero
amo la mia lotta
sei un essere umano nella mia lotta
ti amo.
(N. Hikmet)

Comune-ty e felicità

La gente che mi legge lo sa, che è difficile rendermi felice. Che è difficile che io sorrida tutta contenta, o che fischietti, o che canticchi. Però la gente che mi legge sa anche che quando sono felice sono felice tutta, non sono felice che dopo un po' me ne dimentico. E allora, io oggi sono felice. Ché già era una giornata iniziata bene, e persino a scuola mi ero divertita, ma il seguito si prospettava come una giornata di quelle tranquille tranquille, senza particolari sprazzi di gioia. Invece uno torna a casa e va a leggersi tutti i blog della nostra Comune-ty. E ci trova dei post belli, ma belli, e soprattutto che non si aspettava. Perchè io sono chiusa, talmente chiusa che neanche il profilo ho scritto. Ma c'è qualcuno che è più chiuso di me, che è mio fratello paolin pescatore. E allora, quando uno legge un post di suo fratello paolin pescatore non si aspetta che abbia scritto una cosa così. E quella cosa già la rende felice. E poi uno va sul blog della sorella lanessie, che invece chiusa non è proprio per niente, e ci trova un post che anche quello è strano, che anche quello uno non se l'aspetta. E a quel punto io sono diventata felice tutta.
E io non lo so se prima o poi questa Comune la facciamo veramente, e a me piacerebbe che sì, però bisogna vedere se riusciamo. Ma per adesso c'è la Comune-ty, e io sono felice lo stesso.

mercoledì 27 settembre 2006

La luna


Allora. Io metto questo post qui, che è luuungo, per essere un post. Però è un racconto-delirio che ho scritto un pochino di tempo fa, e di fare il racconto-delirio a puntate tipo Dickens mi sembrava una cosa un po' tanto pretenziosa. Allora io lo metto tutto insieme, e poi lo leggete quando avete tempo e siete lì ad aspettare gente per lavorare o che si carichi uno stupido programma per una stupida tesi, ad esempio. Oppure non lo leggete affatto, che tanto mi imbarazza e non volevo neanche metterlo, ma poi lastreganocciola me l'aveva chiesto e allora lo metto lo stesso.
Ah. Quando torno a casa, in macchina, con Paolino, e non parliamo o parliamo di informatica, armi, aerei, burocrazia o crocerossa, lo facciamo perchè a noi ci piace, non perchè siamo squallidi. E ci piace anche un sacco stare in silenzio, a me e a mio fratello.


"Voci di strada, rumori di gente, mi rubarono al sogno per ridarmi al presente..."
Il caro, vecchio De Andrè. Che poi a me De Andrè non è che faccia impazzire. Cioè, mi piace, e lo cito spesso, perchè era veramente un poeta. Ma ciò non toglie che sia un copione. Un poeta-copione. Del resto, neanche l'Odissea era roba di Omero. Anche lui l'aveva scopiazzata ben bene. E "Il sogno di Maria" è una di quelle canzoni che mi vengono in mente quando sono soprappensiero, e un bambino, giù in cortile, gioca con il nonno, tenero, più il nonno del bambino, in verità, perchè il bambino è "piccoli kapò-nazisiti crescono" style. E io ero qui a pensare, giocando a Lux, che non è che ci voglia questa gran concentrazione, però intanto che pensi fai qualcosa e non ti sembra di aver proprio perso la giornata. Perchè poi dici "Ah, oggi cos'è che ho fatto?" Ho distrutto le armate di Bolsen. Che poi, in Lux, i cattivi sono i comunisti. Che sono neri, perchè le armate rosse le ho scelte io. Ma va bene così. Invece, poi, quello che hai fatto tutto il giorno non è stato distruggere Bolsen, ma pensare, che è una cosa molto più utile, e produttiva, e meno anticomunista, soprattutto se a pensare sono io. Che poi, quando sto qui a pensare mentre distruggo Bolsen, non è che pensi di politica, o di storia, o proprio niente di tutto questo. Penso ampiamente ai fatti miei, e spesso mi deprimo, perchè quando penso ai fatti miei mi viene su una tristezza perchè sono qui a distruggere Bolsen invece di fare tutto quello che mi piacerebbe fare nella vita, e dovrei fare, così tutti i sogni che ora sono solo sogni magari diventano realtà, no? No. Perchè una delle cose più importanti per me è pensare, e quindi non sto affatto sprecando tempo, anzi. E fuori adesso è tutto buio, ma non proprio buio, c'è la luce che mi piace di più proprio in assoluto. C'è il buio tutto sopra di te, poi c'è una casa, e subito dietro la casa c'è chiaro, che allora ti viene voglia di uscire, e raggiungere il chiaro, ma il chiaro non lo raggiungi, perchè è come la luna, lo scuro ti segue, e detto così sembra un pensiero depressissimo, proprio depresso depresso, con la luce che non si può raggiungere e il buio che ti segue ovunque tu vada. Invece questo è così solo se lo guardi inquadrato in questa logica illuminista che ci tiriamo dietro dal medioevo (sì, lo so che l'illuminismo non c'entra assolutamente niente col medioevo, ma il senso si capisce, no?), ma per me, per me che il buio mi piace, tutto questo è fantastico. E' come la luna, che la guardi dalla macchina mentre te ne stai andando da Stavros, dai finestrini della macchina di Paolino, che sono i finestrini peggiori del mondo perchè il cielo praticamente non si vede, ma tu ti sporgi per vedere la luna e la vedi, dalla sopraelevata, che non è affatto romantica, ma con la luna tutto sembra bellissimo, anche la sopraelevata, e quando la chiuderanno mi mancherà il mio paesaggio romantico, che vedo solo io, perchè non è che dico "guarda, la luna sulla sopraelevata, che bella!", perchè mi prenderebbero per scema. E poi, a un certo punto, giri una curva, o scendi dalla sopraelevata, e arrivi in via Gramsci, con tutte le luci, e gli arabi, e le prostitute, e l'edicola che sta aperta la notte perchè vende riviste porno, e la luna non la vedi più, e invece vedi tutta questa gente, la gente della notte, che a volte è persino più romantico, perchè non è che capiti spesso, ma quando vedi una coppia di sudamericani che si baciano, tamarri come solo i sudamericani dei vicoli sanno essere, e sono innamorati, e lei ha 14 anni e sta già aspettando il secondo bambino, be', quello è uno spettacolo romantico. Però la cosa brutta è che quando scendi dalla sopraelevata, e prima c'era la luna, è raro vedere una coppia di innamorati sudamericani. Più spesso vedi il marocchino che picchia la donna, il tossico che si buca in mezzo alla strada, i bambini che rincorrono i topi per divertirsi, gli ubriachi che si bevono all'unico bar aperto in via Gramsci. Però anche via Gramsci finisce, e arrivi a Principe, e a Principe sono solo matti, e di romantico non c'è proprio mai niente, solo molto molto squallore, e vai su per il Lagaccio e improvvisamente svolti una curva, passando in mezzo ai due vecchietti calabri che sono venuti qua negli anni '50 e ancora calabro parlano, e i ragazzini sudamericani che si minacciano con i coltelli per le riviste porno e le figurine Panini, e le donne stanche e sfasciate, perchè qui il '68 non è mai arrivato e sembra proprio di vivere in una foto anni '50, e svolti una curva, dicevo, e la luna torna, improvvisamente. E tu non te l'aspetti, perchè in un posto così la luna cosa ci va a fare, che nessuno l'apprezza, sicuro, chi vuoi che si fermi a guardare a luna al Lagaccio? Ma la luna è bella proprio perchè non serve guardarla. La luna è un punto di riferimento, è come la lavagna nelle classi scolastiche, che sai per forza che c'è, o il quadro che è sempre stato in quel posto lì a casa tua, e non è che lo guardi, sai semplicemente che c'è, e ogni tanto ti ci cade l'occhio e dici "ah, già, quell'orrido quadro, guarda, ormai è tutto impolverato, e vecchio, e si sono sbiaditi i colori, ed è proprio brutto, è ora di toglierlo", però nello stesso tempo ti senti a casa. Invece c'è un posto in cui la luna si vede sempre, e dopo che vai via dal Lagaccio, e vai verso casa, di solito in silenzio, perchè quando siamo io e Paolino in macchina c'è quasi sempre silenzio, a meno che non mi stia spiegando robe di armi, di burocrazia, di informatica o di aerei. O, ultimamente, anche di croce rossa. Comunque, quando sei lì, e sei nel posto davanti della macchina, ché ormai tua sorella è a casa, M. è a casa, V. è a casa, l'amica E. è a casa, e anche tu stai andando, e finalmente hai un finestrino decente, a un certo punto fai una salita, che non sembra salita a farla in macchina ma poi ti accorgi che lo è, perchè alla fine della strada non si vede niente, quindi è salita per forza. E quando arrivi a quel punto che non vedi da giù, perchè la strada è in salita, vedi la luna. Sempre. E' uno spiazzo dove ci sono i lavori da quando io me lo ricordi, che sì che non ho 85 anni ma qualcuno di meno, ma comunque per un cantiere non è poco. Poi sulla destra c'è una chiesa, che non so che chiesa sia ma è veramente brutta, con quel colorino rosa mandarino da chiesa. E poi quella chiesa non ha neanche una porta, quindi non è una chiesa, in realtà, è il muro di una chiesa che non so dove sia veramente. E comunque, prima della chiesa, c'è tutto un pezzo di marciapiede sgombro, che ha una ringhiera, perchè se no cadi giù e giù c'è corso italia con tutti gli albarini in coca che vanno al Makò e intasano la strada e fanno casino e poi si vanno a schiantare, ma a me non è che poi dispiaccia tanto, a parte quando tirano sotto i bambini o quando poi deve andarli a recuperare Paolino alle 4 di notte svegliandosi con la sirena e la luciazza neon negli occhi che sembra un bombardamento aereo e invece è solo un altro albarino in coca che si è andato ad uccidere. E oltre questa ringhiera, comunque, c'è il mare. Perchè sotto sotto c'è corso italia, ma tu dalla macchina non lo vedi, perchè è proprio sotto e mica abbiamo la macchine e le strade trasparenti, che riesci a vedere sotto dove stai andando. Invece abbiamo degli ottimi finestrini che ci permettono di vedere in orizzontale, e in orizzontale c'è il mare. Che io lo so, che c'è il mare, perchè sono un sacco di anni che più o meno spesso faccio quella strada, e so che c'è il cantiere, e la chiesa rosa mandarino, e il marciapiede con la ringhiera così non cadi in corso italia e poi il mare. Ma quando ci passo con Paolino, che è notte, ed è buio, mica si vede che c'è il mare. E si vede invece tutto il cielo, che è nero, o grigio, ed è bello, sempre, e poi una macchia nera nera, che se non sai che è il mare può anche essere la fine del mondo, o un enorme macchia di petrolio, che forse è un modo meno romantico per dire la stessa cosa. E invece no, è proprio acqua. E su quell'acqua c'è sempre a luna, che si vede che anche a lei le piace quel posto lì, che da come l'ho descritto sembra tutto molto romantico, ma non è romantico per niente perchè subito dietro c'è un tabacchino che fa 24 ore, e ci sono sempre le code di macchine in terza-quarta-quinta fila dietro al curva, e in quel posto lì rischi sempre di morire, se non lo sai che ci sono gli albarini in astinenza da nicotina che si fermano lì dietro la curva perchè fare due metri a piedi non si può. E non sanno cosa si perdono, perchè a fare i due metri a piedi vedrebbero quella luna, e quel mare, e quel nero, e quel bianco, che è proprio bello, ma se sei albarino non lo capisci e vedi solo il muro della chiesa rosa mandarino e la farmacia di fronte, e il tabacchino dove finalmente placherai la tua astinenza da nicotina. Invece c'è sempre qualcuno fermo alla ringhiera, che guarda il nero, e il bianco, e la luna e il mare. E io tutte le volte che passo di lì con Paolino mi viene voglia di scendere e andare a mettermi vicino a questi tipi appoggiati alla ringhiera, senza parlare, perchè se uno è appoggiato alla ringhiera a guardare la luna e il mare è sicuro che non ha voglia di parlare, però io a queste persone qui voglio proprio bene, perchè sono persone che hanno capito un sacco di cose nella vita. Che poi magari di giorno sono noiosissimi bancari, o magari anche luridissimi direttori di call center, ma io non credo, perchè se uno si appoggia alla ringhiera per vedere il mare e la luna può anche essere lurido, ma sicuro è un poeta. Magari non sa neanche di esserlo, magari è lì per portare fuori il cane, o ha litigato con la tipa ed è lì a sbollire la rabbia, o è depresso punto e basta, o sta tornando a casa dopo una serata passata in qualche bar fighetto. Però, se dopo che hai fatto tutte queste cose passi di lì e hai voglia di fermarti, e non di andare a casa il più in fretta possibile, sei comunque un gradino sopra gli altri, e tutte le volte che passo di lì con Paolino mi viene voglia di fermarmi e di dirglielo, magari lasciando un bigliettino, così da non disturbare, perchè se uno è lì sta pensando, e non c'è niente di peggiore di uno che ti parla mentre stai guardando il bianco, il nero, il mare e la luna e pensi. Che poi tutte queste cose che ho scritto io le penso per quei 3-4 secondi che dura il pezzo con il mare, mica di più, e poi sto già pensando a qualcos'altro, per esempio com'è squallido il parcheggio della Ekom che c'è 3 metri più avanti. Però c'è una cosa importante: che com'è squallido il parcheggio ella Ekom 3 metri più avanti non lo penso tutte le volte che passo di lì, mentre com'è bello il bianco, il nero, il mare, la luna, e come sono belle le persone che stanno lì a guardarlo sì. Perchè secondo me, quando faremo il test per migliorare l'umanità, e chi non risponde bene lo mandiamo in qualche altro posto sicuramente disabitato, che non mi va di fare del male ai poveri alieni, una delle domande più importanti che dobbiamo fare è chiedere se si sono mai accorti di quanto sia romantica la luna nei posti meno romantici che ci siano. Perchè tutti, prima o poi, hanno guardato la luna dalla panchina del parco, o dal terrazzo di casa, abbracciati all'amante, e hanno pensato "com'è romantico". Ma questo non conta, perchè poi uno certe cose è anche indotto a pensarle, perché quando vedi tutti i film, e leggi tutti i libri, e senti tutti i racconti, e le scene più romantiche sono sempre sulla panchina del parco guardando la luna, sei proprio scemo se quando sei lì non lo pensi, e ti senti sbagliato, e poi è vero che la luna vista da una panchina è romantica. Ma invece nessuno ha mai scritto che la luna vista dalla sopraelevata è romantica, perchè nessuno lo pensa, e anche perchè nessuno si è mai seduto sulla sopraelevata o, se qualcuno l'ha fatto, non può raccontarcelo. Allora, quando decidiamo di migliorare l'umanità, noi prendiamo una macchina, che anche se non è quella di Paolino è uguale, e portiamo tutti sulla sopraelevata in un'ora compresa tra l'una e le quattro del mattino. E gli facciamo fare la strada che da Stavros arriva al Lagaccio. E poi lo facciamo scendere e gli chiediamo cos'ha notato e cos'ha pensato sulla sopraelevata. E se risponde la luna, non serve neanche che si vada avanti coi test, quello è un buon uomo per l'umanità. Se invece ti risponde "cercavo di capire che pezzo di musica unza unza fosse quello della macchina che ci è passata vicina", lo mandiamo in qualche altra galassia, che magari si trova bene lui ma sicuramente ci troviamo meglio noi.
Poi, dopo la chiesa rosa mandarino, la luna non la vedo più per un po', perchè ci sono tutta una serie di muraglioni bruttissimi, tra cui quello della caserma dei caramba dove c'erano i cecchini al G8, che tutte le volte che lo vedo mi mette un po' d'ansia perchè è veramente immenso, e allora mi distraggo, mi viene fuori la mia anima politica e non penso più alla luna. Poi arriviamo nella via dove abito, quando Paolino si ricorda di girare e non sbaglia strada, e dalla via dove abito in teoria si dovrebbe vedere, la luna, perchè se prendi la strada in discesa vedi proprio tutto il mare davanti. E invece no, perchè, come ho detto, la strada è in discesa, e quando la macchina va in discesa tu mica riesci a vederlo bene il cielo, e quando io faccio quella strada lì con Paolino in macchina di solito sono l'una-le due e la luna è già alta e non la vedi così. E allora poi Paolino si ferma davanti al cancello, e io gli do il bacino della buonanotte, e prendo le chiavi, e metto la chiave rossa nel cancello, e la metto sempre nel verso sbagliato, allora la tiro fuori, la rimetto, spingo il cancello, mi giro per salutare Paolino che si è fermato a controllare che io entri e poi rivedo la luna. Perchè io, tra il cancello e il portone, ho un pochino di strada da fare, che mi piace un sacco perchè posso pensare alla serata e sentire l'odore di erba, e di alberi, e di pioggia quando c'è che è il mio preferitissimo, e poi posso vedere la luna. E la vedo, e sorrido, e poi entro nel portone e non la vedo più, perchè probabilmente la tapparella in camera mia sarà già giù, quindi quella è l'ultima volta che vedo la luna quella sera, e quindi quella luna lì, perchè la sera dopo la luna è diversa. E però quello non è romantico, è vagamente triste, perchè è l'ultima volta, e poi sto camminando, e mica posso guardarla fissa, che se no vado a sbattere contro il metronotte e rischio che mi spari dallo spavento. E allora guardo la luna, le do proprio un'occhiata, per farle vedere che mi ricordo di lei, che lei è importante, ma non è in quel momento che la sento mia. Perchè poi penso che la luna sia la cosa più personale del mondo, e quando sei riuscito ad avere la tua luna, proprio tua che non la confondi con nessuno, e non la puoi neanche prestare, perchè la tua luna è proprio tua, è in quel momento che sei felice.