mercoledì 16 aprile 2008

L'erba della Spagna è sempre più buona

Io, in Spagna, ci sono andata quattro mesi fa, se vi ricordate.
Non mi era piaciuta, ma questo è un parere turistico. Non è di questo che voglio parlare.
Io la Spagna l'ho vista da gita di classe, in pullman per le aree deserte e brulle, poi Lloret de Mar con i suoi casinò, e infine Madrid.
Madrid con i musei a gratis, Madrid con Guernica, Madrid con Zapatero e il Primo Ministro rumeno in visita al monumento ai caduti. 
Poi c'è un'altra Spagna, un'altra Madrid. Quella che non è i matrimoni gay, che non è le donne in parlamento, che non è la ministra della scienza trentenne. E' una Spagna che abbiamo scoperto per caso, ed è avvenuto così.
Succede che siamo in gita di classe, e siamo in un albergo - abbiamo buoni motivi per credere che fosse un albergo a ore - nel quartiere amministrativo di Madrid. Il quartiere amministrativo di Madrid, penso come i quartieri amministrativi di tutto il mondo, è vivissimo di giorno, ha un sacco di bar e un sacco di musei, ma di notte non ha assolutamente niente. Non ha locali, non ha ristoranti, non ha pub, non ha cinema, non ha discoteche. C'è una stazione deserta - Atocha -, qualche altro albergo, un fruttivendolo aperto anche la sera. 
E poi prostitute, tassisti e spacciatori, la gente della notte. Tutti sotto al nostro albergo. Le prof non ci portano fuori, ma, d'altra parte, vanno anche a dormire presto. 
Escono due miei compagni verso mezzanotte. Tre prostitute nella hall dell'albergo. "Andiamo a prendere qualcosa da bere". L'albergatore sorride e strizza l'occhio. I miei due compagni escono.
Fanno due metri, e all'angolo, di fronte all'edicola, trovano uno spacciatore, che era poi quello che stavano cercando. Lo spacciatore, però, ha con sé solo coca. Per sicurezza - dello spacciatore - uno dei miei due compagni rimane con lui all'angolo della strada, mentre l'altro spacciatore va, con l'altro mio compagno, a prendere dell'erba da un amico, poco lontano.
Strada facendo, si mettono a parlare. Iniziano parlando di musica, lo spacciatore ha più o meno la nostra età. Sia lui che il mio compagno ascoltano gli Ska-P, si mettono a canticchiare insieme, e, in una specie di esperanto italo-spagnolo, parlano pure.
Lo spacciatore dice di Zapatero, dice sì, le cose prima andavano peggio, però...
Il però sta nel fatto che un suo amico, spacciatore anch'esso, è stato ammazzato una settimana prima davanti al Reina Sofia, il museo che contiene Guernica, e altri mille Picasso, e il Mirò quello della copertina dell'album del manifesto. Lì davanti è stato ammazzato, dalla polizia. 
Dice che sì, non è strano che sia stato ammazzato, perchè lì funziona che loro vanno verso il centro per vendere più roba, e i poliziotti li cacciano indietro, verso le zone dove non ci sono turisti. Basta che non ci sia casino la mattina nei quartieri diurni e la sera nei quartieri notturni, e poi vabbene così. Che quindi loro li cacciano indietro tutte le volte, e ogni tanto scappa anche il morto. Dice che lui è marocchino, lo spacciatore, e che i suoi fratelli non possono raggiungerlo, perchè Zapatero ha chiuso le frontiere. Questo diceva, lo spacciatore, prima di vendere l'erba al mio compagno.
Allora io lì mi sono fatta l'idea che forse sì, Zapatero ha dei begli occhi, e forse fa anche riforme interessanti, ma, forse, se noi fossimo lì, non saremmo così felici. Forse Zapatero è solo un po' più bello di Prodi, e ha una comunicazione migliore con l'estero. 
Però no, io in spagna non ci vorrei abitare.
Perchè poi a Toledo c'erano le statuine di Franco, e gli spadini di Franco e i busti di Franco, e la guida racconta la dittatura come "un brutto periodo che però è passato". Questa è la Spagna oggi. E' un paese che era talmente indietro che ora sembra avanti. Ma due scuri non fanno un chiaro.

E questo era per togliervi anche l'ultima speranza sul mondo esterno. 

martedì 15 aprile 2008

Siamo extraparlamentari? Eh? Eh? Quindi posso essere retorica quanto voglio?

ALLA BANDIERA ROSSA

Per chi conosce solo il tuo colore, bandiera rossa,
tu devi realmente esistere, perché lui esista:
chi era coperto di croste è coperto di piaghe,
il bracciante diventa mendicante,
il napoletano calabrese, il calabrese africano,
l’analfabeta una bufala o un cane.
Chi conosceva appena il tuo colore, bandiera rossa,
sta per non conoscerti più, neanche coi sensi:
tu che già vanti tante glorie borghesi e operaie,
ridiventa straccio, e il più povero ti sventoli.

(P. Pasolini)

sabato 12 aprile 2008

Poesia: Aspettando i barbari

Che aspettiamo, raccolti nella piazza?

Oggi arrivano i barbari.

Perchè mai tanta inerzia in Senato?
E perchè i senatori siedono e non fan leggi?

Oggi arrivano i barbari.
Che leggi devono fare i senatori?
Quando verranno le faranno i barbari.

Perchè l'imperatore s'è levato?
così per tempo e sta, solenne, in trono,
alla porta maggior, incoronato?

Oggi arrivano i barbari.
L'imperatore aspetta di ricevere
il loro capo. E anzi ha già disposto
l'offerta d'una pergamena. E là
gli ha scritto molti titoli ed epiteti.

Perchè i nostri due consoli e i pretori
sono usciti stamani in toga rossa?
Perchè i bracciali con tante ametiste,
gli anelli con gli splendidi smeraldi luccicanti?
Perchè brandire le preziose mazze
coi bei caselli tutti d'oro e argento?

Oggi arrivano i barbari,
e questa roba fa impressione ai barbari.

Perchè i violenti oratori non vengono
a snocciolare i loro discorsi, come sempre?

Oggi arrivano i barbari:
sdegnano la retorica e le arringhe.

Perchè d'un tratto questo smarrimento
ansioso? (I voti come si son fatti seri)
Perchè rapidamente le strade e piazze
si svuotano, e ritornano tutti a casa perplessi?

S'è fatta notte, e i barbari non sono più venuti.
Taluni sono giunti dai confini,
han detto che di barbari non ce ne sono più.

E adesso, senza barbari, cosa sarà di noi?
Era una soluzione, quella gente.

(C. Kavafis, trad. F. M. Pontani)

Un significato deve pur esserci.

giovedì 10 aprile 2008

Recensione: Tutta la vita davanti



C'è una laueata in filosfia con un fidanzato fisico quantistico che fa il dog-sitter per vivere.
Il fidanzato viene chiamato in Meriga con la proposta di afre quello che gli piace e guadagnare millemila dollari. Parte.
Rimane la laureata in filosofia che gira gira gira per case editrici e nessuno le dà un lavoro. Sulla metro incontra una bimba bellissima con due occhiali enormi, che le dà un bigliettino: lei va, e fa da baby-sitter a questa bambina, vivendo a casa sua. Casa sua è una casa devastata, perchè anche la mamma della bambina è devastata e quando è fuori manda la vibrazione della buonanotte a sua figlia, tramite cellulare.
La mamma devastata lavora ad un colsenter della Multiple.
Anche la laureata va a lavorare lì, e diventa troppo la più brava in questo posto he sembra un villaggio vacanza, con la capa che manda il sms di buongiorno, e il ballo di inizio lavoro e le pause motivazionali e le punizioni autoimposte (ma questo solo per i masculi) quando non raggiungi le aspettative.
La laureata diventa, dicevamo, troppo la più brava, e intanto scrive un saggio su Heidegger, e intanto fa da baby-sitter.
Poi conosce un sindacalista, che oh quanto se ne innamora, ma lui va a letto con la mamma della bimba e, si scopre dopo, è sposato con figlio. La laureata mica le sa, tutte queste cose qui, le scopre in un'ottima serata a favore dei precari del colsenter: durante quest'ottima serata, il sindacalista dichiara alletivvù che la Multiple non lo fa entrare.
La Multiple, ovviamente, lo invita tantissimo a vedere il colsenter, per scoprire chi è che ha parlato e gli ha detto tutte le cose brutte di quel posto brutto.
La laureata, che è mica scema, capisce, e fa finta di non conoscerlo, ma la mamma della bimba, che invece è stupida, gli parla tantissimo e viene conseguentemente licenziata.
Nel frattempo:
- la laureata conosce tramite colsenter una vecchietta tanto carina
- la capa ha una storia con il Grande Capo, ed è incinta
- il rappresentante che è troppo il più figo di tutti e che lavora in coppia con la lureata deve subire la punizione perchè non ha raggiunto le aspettative. Non accetta l'umiliazione, sclera tantissimo, salta in macchina e si schianta. Denuncia la Multiple ai sindacati per mobbing
- la mamma della laureata, che è troppo il personaggio più bello del film, muore

Finale:
La capa incinta sclera e uccide il Grande Capo. I precari corrono superfelici, facendo finta di non sapere che hanno perso il lavoro.
La laureata manda il suo saggio di parallelo tra Heidegger il grande fratello e il colsenter alla rivista filosofica di Oxford. Il saggio viene pubblicato e le vengono inviati 300 euri.
La laureata si incontra con il fidanzato, ormai ex, che continua a fare i miliardi in Meriga mentre lei, scema, rimane qui a fare la fame.
La mamma della bimba si prostituisce in casa, la laureata prende la bimba e la vuole portare dai nonni, ma arriva la mamma con il supermacchinone nuovo.
Litigio.
Salgono tutte in macchina.
Vanno dalla vecchietta carina, ricordate?, quella che la laureata aveva conosciuto tramite colsenter.
Tra le braccia della vecchietta carina la laureata scoppia a piangere. La vecchietta invita tutte e tre a cena.
Dissolvenza su un'allegra tavolata in quel della Garbatella con tutti che mangiano felici.

Ora.
Il film è carino, eh, divertente, commovenete q.b.
Ma
Io non sono mica d'accordo, a fare questi film qui di denuncia e basta. Mica per niente mi chiamano Ejzenstejn.
Voglio dire, qual è il messaggio del film?
Laureatevi tutti in materie scientifiche così emigrate in Meriga, fate i soldi e non vi vengono le crisi isteriche?
Non vi innamorate dei sindacalisti che già il sindacato non riesce a far niente di suo e loro sono pure delle persone mica tanto carine?
Tenetevi il fidanzato in Meriga che tanto in Italia non se ne trovano e almeno lui è ricco?
No.
Penso di no. Però allora serve qualcosa di costruttivo, non si può distruggere tutto, dire ecco ecco è così che va il mondo guarda che schifo epperò non dare una soluzione.
Non una soluzione valida, che se no mica stai a fare film, fai qualcosa di più utile.
Uno spiraglio di speranza, però, magari quello si può dare.
Una cosa che dici ecco, vedi, possiamo farlo anche noi.
Un messaggio di unità, di solidarietà, se non proprio di lotta.
Una qualche figura positiva in cui vedere una soluzione.
Niet.
Ritiriamoci tutti nell'arcadico giardino della Garbatella, che quella sì che è una bella soluzione.

mercoledì 9 aprile 2008


Io
che vi vedo
tormentarvi
scannarvi
dilaniarvi
sbattere la testa contro i muri
io
per la prima volta nella mia vita
sono felice di avere 17 anni.