Non è un giallone, ma se qualcuno vuole vederlo magari la recensione non la legga, che un po' di suspàns c'è.
Dunque.
C'è la DDR.
E c'è la Stasi.
E c'è un tipo con gli occhi enormi e azzurri che lavora alla Stasi, e fa gli interrogatori, e non fa dormire la gente e dice tutti i trucchetti per capire se uno sta mentendo o no e per conservare l'odore dell'inquisito così i cani possono cercarlo.
Poi c'è il suo capo, con una classica faccia da crucco, che prima ti sta più simpatico, perchè è più elastico e alla mano, ma poi no.
Poi c'è il Ministro della Cultura che è il classico sovietico laido.
Poi c'è un autore di teatro che legge legge legge ed è bello poco no, anche.
Poi c'è la sua tipella, attrice, che tutto il film ruota sulla sua bellezza ma lei è orribile poco no.
Poi basta, per ora.
C'è che il tipo della Stasi con gli occhi azzurri va a vedere lo spettacolo dello scrittore bello in cui recita l'attrice orribile. E il tipo della Stasi dice al suo capo: "Me, quello scrittore lì, mica mi convince". E il suo capo gli ci dice: "Ma va', sopsettoso, che è uno che glorifica il socialismo e non ci dà mai fastidio". Poi il capo viene chiamato dal Ministro che gli ci dice di tenerlo sotto controllo, quello scrittore lì, perchè a lui mica lo convince. E il capo dice Sissì, lo pensavo anch'io, e inizia a starti antipatico.
Allora vanno a casa dello scrittore e gli ci mettono tutti i microfoni perchè lo scrittore compie 40 anni e frequenta gente che sarebbe meglio non frequentasse, tipo un regista che non può più dirigere o un autore che è in costante controllo.
Però lo scrittore è babbo veramente. E non succede niente. E niente. E niente. E lui continua a scrivere queste cose che esaltano la DDR e ad essere amico dei dissidenti, ma mai che li appoggia.
Nel frattempo il tipo dagli occhi azzurri è sempre lì ad ascoltarlo e a spiarlo, lui e l'atticetta. E si appassiona a questa vicenda, perchè scopre che l'attricetta si fa di psicofarmaci e viene ricattata dal Ministro che le chiede prestazioni sessuali una volta a settimana in cambio della sua protezione.
E il tipo con gli occhi azzurri è così preso, ma così preso dalla situazione che una volta che vede tornare la macchina del Ministro con l'attricetta dentro fa contatto con i fili e fa suonare il citofono allo scrittore, che scende e vede tutto.
Nel frattempo, il regista che non è più regista si suicida e allo scrittore si muove tutto dentro e viene preso dal Sacro Fuoco dell'Indignazione, e suona la Suonata per gli uomini buoni, che è l'ultimo regalo del regista, e poi scrive un pezzo sul tasso di suicidi nella DDR che non viene calcolato. E va dal suo amico dissidente che gli dice ci vediamo fuori, ci vediamo furi che qui è controllato.
E lo scrittore gli ci dice Ma perchè, fuori che fa freddo, ci vediamo da me. E' controllato. No, non lo è. Sì, lo è. No, non lo è. Sì, lo è. Ok, facciamo la prova.
Viene lo zio del dissidente dalla Germania Ovest e dice, in casa dello scrittore, che farà passare suo nipote al di là del muro nascondendolo sotto il sedile. La cosa è che ovviamente non lo fa: se lo perquisiscono vuol dire che c'erano i microfoni in casa, se no è tutto a posto. Il problema è che a sentire tutto c'è il tipo con gli occhi azzurri che nel frattempo è diventato buono, oh com'è diventato buono dopo aver sentito la Suonata per gli uommini buoni. E allora dice, vabbe', per questa volta lo faccio passare, e così lo scrittore è convinto di non avere microfoni in casa sua.
E inizia a scrivere pezzi, e ad essere in contatto con la gente della Germania Ovest, finchè il tipo della Germania Ovest gli porta la macchina da scrivere nuova perchè così il pezzo non si può confrontare con la sua, e lo scrittore scrive il pezzo e poi nasconde la macchina sotto il parquet, che secondo me era un nascondiglio che si vedeva benissimo e cigolava anche quando ci passavi sopra.
Nel frattempo, il tipo con gli occhi blu è sempre lì ad ascoltare e a fare rapporti finti, perchè è diventato buono.
Finchè l'attricetta smette di andare con il Ministro, che la fa prendere dalla Stasi e le fa dire che potrà continuare a recitare solo se confessa che è stato lo scrittore a scrivere il pezzo sui suicidi. E lei dice Sì sì, è stato lui. Ma la Stasi non trova le prove, quindi bonci.
Ma il capo, che a quel punto ha capito tutto, chiama il tipo dagli occhi blu e gli dice di interrogarla lui, l'attricetta.
Allora il tipo dagli occhi blu le fa l'interrogatorio. E lei dice dov'è, quetsa macchina da scrivere.
E in ottomila vanno a prendere la macchina da scrivere.
E la macchina da scrivere non c'è, perchè il tipo dagli occhi blu, che è diventato buono, oh com'è diventato buono, l'ha tolta prima che arrivasse la perquisa.
Ma l'attricetta non la sa, questa cosa qua.
E quando vede la Stasi scappa in strada. E secondo me ci si butta lei volontariamente, sotto al camion. Secondo gli altri no, la travolge e basta.
Ma io la odiavo talmente tanto, lurida delatrice, che mica mi è dispiaciuto che morisse. E anzi, se si è suicidata ci fa anche una figura migliore.
Quindi. Riepilogo della situazione.
Scrittore: senza fidanzata, ma a piede libero per mancanza di prove.
Tipo dagli occhi blu: buono, oh com'è buono che salva lo scrittore.
Attricetta: morta.
Capo: il capo mica è scemo, e ha capito tutto. E manda il tipo dagli occhi blu ad aprire le buste con il vapore fino alla fine dei suoi giorni.
Che non è dopo tanto, la fine dei suoi giorni. Mica perchè muore. Perchè cade il muro.
Scena successiva.
Messa in scena dello spettacolo da cui era nato tutto. Lo scrittore, preso dalla malinconia, esce da teatro e incontra il Ministro, anche lui angosciato. E il Ministro gli dice Ah, pensavi di non essere controlalto? Ma figurati! Guarda un po' in casa tua.
E lo scrittore trova tutti i microfoni. E non capisce più niente.
Allora va all'archivio della Stasi, e trova tutti i fascicoli su di lui. E vede che sono tutti finti, che dell'articolo non c'è scritto niente, niente che possa comprometterlo.
E poi trova la confessione dell'attricetta.
E poi trova il dossier finale. Che dice che la macchina non è stata trovata. E alla fine del dossier c'è una macchia rossa. Che è la macchia rossa che rimaneva sulle mani quando si metteva via la macchina da scrivere.
E allora capisce.
Capisce che è stato HGW XX/7, che è il nome in codice del tipo dagli occhi blu, a salvarlo.
E va a trovarlo. E HGW XX/7 fa il postino.
E lui gli si avvicina. Poi cambia idea.
E scrive un libro che si chiama, indovinate un po', Suonata per gli uomini buoni. E che è dedicato ad HGW XX/7.
Titoli.
Fine.
Io ci do 8/9. Perchè la storia è bella, i peronsaggi anche e gli attori pure.
Però è buonista.
Urgh, quanto è buonista.
lunedì 30 aprile 2007
domenica 22 aprile 2007
Palamazda
Per il panino al prosciutto.
Per il panino al salame.
Per il pacchetto di wafer.
Per l'orrida merendina.
Per la mela.
Per le due banane.
Per tovagliolo, bicchiere, forchetta e coltello.
Per tutto questo, che ci è stato fornito al nostro arrivo dai Compagni Operai in un elegante sacchetto di plastrica su cui apporre il proprio nome.
Per i Compagni Operai istessi.
Per gli spogliatoi traformati in camerini.
Per le prove negli spogliatoi trasformati in camerini.
Per il folle partigiano E.
Per l'Amica Immaginaria che le ci piace uno che io ho guardato e ho detto: "E' piccolo".
Per la tamborra lasciata a casa.
Per il sound check non fatto.
Per l'ansia degli attori.
Per l'ansia nostra.
Per noi che usciamo alle 18.00 e c'è già la fila davanti ai cancelli.
Per noi che abbiamo i volantinatori e i Modena che si vendono le loro magliette.
Per il violinista tamarro dei Modena che ci sorride.
Per il fisarmonicista calabro che ci lascia l'aperitivo pagato il 28 per C'est la guerre.
Per lo stesso fisarmonicista calabro che ti dice: "Eh, io il martedì sono a scuola." "Insegna?" "No, ci vado!"
Per l'Amica Immaginaria che dà del lei al fisarmonicista calabro perchè ci si trova.
Per il fonico che l'avremmo ucciso.
Per i Compagni Operai che non ci fanno fare il sound check ma ci portano la birra aggratis per consolazione.
Per le mille mila persone falciate dal leggio perchè mia sorella mi scrive il messaggio "correte!" e mancano ancora ottantadue pezzi.
Per la mia prof che arriva e non doveva arrivare.
Per il partigiano E. che sta rintanato nel camerino perchè odia il rumore.
Per la groupie PF ed il fotografo A. che sono stati mille mila ore in camerino con noi.
Per l'audio che saltava.
Ma poi è saltato anche ai Modena, ha-ha.
Per tutto questo, e per tutto quello che mi sono dimenticata.
Io faccio teatro.
E lo faccio in Gramsci29.
Per il panino al salame.
Per il pacchetto di wafer.
Per l'orrida merendina.
Per la mela.
Per le due banane.
Per tovagliolo, bicchiere, forchetta e coltello.
Per tutto questo, che ci è stato fornito al nostro arrivo dai Compagni Operai in un elegante sacchetto di plastrica su cui apporre il proprio nome.
Per i Compagni Operai istessi.
Per gli spogliatoi traformati in camerini.
Per le prove negli spogliatoi trasformati in camerini.
Per il folle partigiano E.
Per l'Amica Immaginaria che le ci piace uno che io ho guardato e ho detto: "E' piccolo".
Per la tamborra lasciata a casa.
Per il sound check non fatto.
Per l'ansia degli attori.
Per l'ansia nostra.
Per noi che usciamo alle 18.00 e c'è già la fila davanti ai cancelli.
Per noi che abbiamo i volantinatori e i Modena che si vendono le loro magliette.
Per il violinista tamarro dei Modena che ci sorride.
Per il fisarmonicista calabro che ci lascia l'aperitivo pagato il 28 per C'est la guerre.
Per lo stesso fisarmonicista calabro che ti dice: "Eh, io il martedì sono a scuola." "Insegna?" "No, ci vado!"
Per l'Amica Immaginaria che dà del lei al fisarmonicista calabro perchè ci si trova.
Per il fonico che l'avremmo ucciso.
Per i Compagni Operai che non ci fanno fare il sound check ma ci portano la birra aggratis per consolazione.
Per le mille mila persone falciate dal leggio perchè mia sorella mi scrive il messaggio "correte!" e mancano ancora ottantadue pezzi.
Per la mia prof che arriva e non doveva arrivare.
Per il partigiano E. che sta rintanato nel camerino perchè odia il rumore.
Per la groupie PF ed il fotografo A. che sono stati mille mila ore in camerino con noi.
Per l'audio che saltava.
Ma poi è saltato anche ai Modena, ha-ha.
Per tutto questo, e per tutto quello che mi sono dimenticata.
Io faccio teatro.
E lo faccio in Gramsci29.
venerdì 20 aprile 2007
Quel genio di Vonnegut
"Nel sistema solare c'è un pianeta i cui abitanti sono talmente scemi da non accorgersi, per un milione di anni, dell'esistenza dell'altra metà del piantea. Se ne sono accorti solo cinquecento anni fa! Solo cinquecento anni fa! E dire che si danno reciprocamente dell'Homo sapiens!"
lunedì 16 aprile 2007
mercoledì 11 aprile 2007
Burocratia
Circolare Numero 1: I professori che si devono trasferire dalla succursale in sede si devono spostare durante la ricreazione.
Circolare Numero 2: I cancelli di sede e succursale devono restare chiusi tra le 10.30 e le 11.00
Circolare Numero 3: Le lezioni terminano alle 10.40 e riprendono alle 10.55
Circolare Numero 4: Le porte di sicurezza e/o comunicanti con altri edifici scolastici non sono utilizzabili.
Il prof L. deve uscire alle 10.40 da succursale per arrivare alle 10.55 in sede a fare lezione, come scritto nella Circolare Numero 1.
Il prof L. trova, alle 10.40, il cancello chiuso, come scritto da Circolare Numero 2.
Se anche trovasse il cancello della succursale aperto alle 10.40, il prof L. non potrebbe entrare in sede fino alle 11, come da Circolare Numero 2.
Il prof L. alle 10.55 deve essere in classe, come da Circolare Numero 3.
Il prof L. deve obbligatoriamente utilizzare i cancelli principali, come da Circolare Numero 4.
Conclusioni:
- il prof L. prova a scavalcare il cancello (tenendo il registratore sulla testa) per uscire da succursale e il cancello per entrare in sede e viene, entrambe le volte, ripreso ufficialmente dalla Presidenza.
- il prof L. prova a passare dalle porte comunicanti con la Scuola Media e viene ripreso dalla Presidenza, questa volta della Scuola Media stessa.
- il prof L. arriva in ritardo di 10 minuti nella classe della sede e viene ripreso dalla Presidenza.
Comma 22.
Circolare Numero 2: I cancelli di sede e succursale devono restare chiusi tra le 10.30 e le 11.00
Circolare Numero 3: Le lezioni terminano alle 10.40 e riprendono alle 10.55
Circolare Numero 4: Le porte di sicurezza e/o comunicanti con altri edifici scolastici non sono utilizzabili.
Il prof L. deve uscire alle 10.40 da succursale per arrivare alle 10.55 in sede a fare lezione, come scritto nella Circolare Numero 1.
Il prof L. trova, alle 10.40, il cancello chiuso, come scritto da Circolare Numero 2.
Se anche trovasse il cancello della succursale aperto alle 10.40, il prof L. non potrebbe entrare in sede fino alle 11, come da Circolare Numero 2.
Il prof L. alle 10.55 deve essere in classe, come da Circolare Numero 3.
Il prof L. deve obbligatoriamente utilizzare i cancelli principali, come da Circolare Numero 4.
Conclusioni:
- il prof L. prova a scavalcare il cancello (tenendo il registratore sulla testa) per uscire da succursale e il cancello per entrare in sede e viene, entrambe le volte, ripreso ufficialmente dalla Presidenza.
- il prof L. prova a passare dalle porte comunicanti con la Scuola Media e viene ripreso dalla Presidenza, questa volta della Scuola Media stessa.
- il prof L. arriva in ritardo di 10 minuti nella classe della sede e viene ripreso dalla Presidenza.
Comma 22.
martedì 10 aprile 2007
Iscriviti a:
Post (Atom)