giovedì 19 giugno 2008

L'Isola


Ho giusto giusto finito un libro di quel visionario di Huxley, che mi piace un sacco di più di quel catastrofista antiabortista di Orwell. Il libro che ho finito si chiama "L'isola", ed è l'ultimo che ha scritto. E' più un pamphlet ideologico, che un libro, nel senso che la trama è scarsina, ma quell'uomo era un genio.
Quell'uomo, tra l'altro, si è fatto eutanasare il giorno che hanno ucciso Kennedy, quindi il mondo non l'ha saputo per un sacco di giorni.
Ma torniamo all'isola. Si tratta dell'isola di Pala, paradiso fricchettone antelitteram. Che è, effettivamente, la patria ideale di un po' chiunque.
Tutto il libro è improntato sulla spiritualità buddista e su tutte le innovazioni degli anni '60, che andrò poi ad elencare, ma ha anche diversi particolari realmente interessanti socialmente.

Dunque. Questo giornalista inglese, Will, naufraga sull'isola: in realtà ci naufraga apposta, perché è pagato dal padrone del suo giornale, Lord Aldeyde o qualcosa del genere, per convincere gli abitanti di Pala a vendere il loro petrolio. Capita però che Will veda un serpente, si spaventi e cada e svenga, ma viene recuperato da due bambini. Questo è il romanzo. Poi inizia il pamphlet. Will viene portato in ospedale, ed inizia a scoprire come funziona Pala.
Il primo capitolo è dedicato alla coscienza di sé stessi, su cui si basa tutta la medicina di Pala: il concetto è che, tramite ipnosi nei casi gravi o straniamento in quelli un po' meno gravi, è possibile - anzi probabile - che il corpo si guarisca da solo. Se, quindi, hai un ginocchio rotto, non basta ingessarlo: se qualcuno ti parla e ti fa completamente straniare dal tuo corpo viaggiando con la mente, il ginocchio guarisce molto più in fretta.
Poi si passa alla medicina moksha: la mescalina. La mescalina, per Huxley - che del resto non era neanche nei periodi migliori della sua vita, visto che gli era appena morta la moglie e aveva un bel cancro alla lingua - è la chiave della verità. Non nel senso che bisogna assumerla costantemente, questo lo mette bene in chiaro: ma è attraverso la mescalina che il mondo ti appare quale realmente è e tu puoi in seguito approcciarti nel modo giusto. Del resto, l'uso della mescalina che Huxley consiglia è l'uso degli inizi degli anni '60, ovvero un uso assolutamente scientifico e non ricreativo. La mescalina, sull'isola di Pala, viene consumata per la prima volta tutti insieme, in una gita scolastica a 15 anni: prima i ragazzi si devono arrampicare su una parete, per avere coscienza della morte imminente, e poi consumare la mescalina in un trip guidato.
Ma gli argomenti migliori che Huxley tratta sono la morte e la crescita dei ragazzi.
La morte è solo questioni di accettazione: come scrivevo prima, Huxley era appena uscito dalla morte della moglie, a cui era stato vicino fino all'ultimo. Nell'isola di Pala, a tutti i bambini capita di assistere ad almeno una morte, perchè nessuno muore infelice, grazie allo straniamento. Questo non significa un'assuefazione alla morte, anzi, ma porta d un'accettazione geniale. La bambina a cui il turista incredulo parla gli dice che la morta le fa paura, ma le fa paura solo alla bocca:
"Non ti sei mai spaventata?"
"Be', sì.. avevo paura"
"E allora come ti sei comportata?"
"Come ci insegnano a fare: ho tentato di scoprire quale parte di me aveva paura, e perchè era spaventata."
"E quale parte di te aveva paura?"
"Questa". Mary si puntò l'indice verso la bocca aperta. "Quella che parla continuamente. Non fa che parlare di tutte le brutte cose che ricordo, di tutte le enormi, meravigliose, impossibili cose che immagino di poter fare. E' questa la parte che si spaventa."
"Perchè ha tanta paura?"
"Ha paura, credo, perchè continua a parlare di tutte le cose orribili che potrebbero accaderle. A parlarne a voce alta o a parlarne con se stessa. Ma c'è un'altra parte di me che non si spaventa."
"Quale sarebbe?"
"Quella che non parla... quella che si limita a guardare, ad ascoltare e a sentire ciò che accade nell'intimo. E a volte, improvvisamente, vede come ogni cosa è bella. No, questo non è vero. Lo vede continuamente, ma io no... se quella parte di me non fa in modo che me ne accorga. Allora accade all'improvviso. Bello, bello, bello!"

L'altro argomento è l'educazione. L'educazione scolastica era assolutamente all'avanguardia per gli anni '60, ma ora non stupisce più di tanto: è un'educazione alla soggettività, al relativismo, al pensiero divergente. Ma l'idea più bella sono i CAR, Centri di Adozione Reciproca.
Sono gruppi di una ventina di persone, meglio se abitano vicine, ma non necessariamente. Ogni bambino ha ovviamente i propri genitori, i propri zii, i proprio nonni, e queste figure non sono messe in discussione. Ma a loro vengono affiancati innumerevoli vicepadri, vicemadri, vicezii. I bambini che - per qualsiasi ragione - sono stufi di stare a casa loro, o hanno litigato, o si trovano in un momento difficile, hanno altre venti figure di riferimento da cui andare. Non sono rifugi: in ogni casa hanno i propri doveri, e - se è giusto - si prendono i loro mazzi anche da vicepadri e vicemadri. Ma la cosa migliore è che i CAR mica funzionano solo per i bambini: nel momento in cui un bambino va da una vicemadre per un problema serio o semiserio, il CAR si attiva anche sul genitore, cercando di capire quale sia stato il problema e risolvendolo. Insomma, un consulto pedagogico costante e collettivo.

Questo è il lato bello del libro, quello che dici che sballo, quello che ti dispiace che Huxley sia morto. Devi togliere tutto il lato spirituale un po' insopportabile, ma si può fare facilmente, e non devi deprimerti per il finale.
Perchè il finale è un golpe. E' il futuro re di Pala che è stato cresciuto in Svizzera da una madre convinta di essere stata prescelta per la Crociata dello Spirito che fa entrare i militari della più vicina nazione straniero, e uccide la figura migliore del libro, il vecchio McPhail. Tutta questa scena - già di per sè pesantina - è vista attraverso gli occhi di Will che, definitivamente convertito alla causa palanese, è nel suo primo trip di mescalina. E sente solo gli spari.

3 commenti:

lanessie ha detto...

e poi arriva anche il cane giallo della mongolia?
Sei proprio mia sorella...
:O)

Anonimo ha detto...

Macchelibro figo!
Mapperò, la prossima volta, non dire come finisce ;-D
i bacini! :)

(Ma forse il finale è talmente geniale che è bello anche se lo sai già, e forse il libro è figo soprattutto per come lo recensisci tu :D)

Anonimo ha detto...

Un bacino da una donna che passerà la mattinata a commentare bloggher.... :-)))))