venerdì 5 dicembre 2008


Sperando che a nessuno facciano schifo - a me piacciono quasi quanto le scimmie - è la migliore foto di gruppo che io abbia trovato.
E io ieri mi sentivo propri come se fossi lì in mezzo, che ovunque mi giravo c'era gente e gente e gente. E oggi anche, è un po' così, e altrettanto inaspettato.
Grassie! :)

mercoledì 3 dicembre 2008

Un classico progetto da diciottenne


Premessa 1: Quando io sono depressa e giù e tutta questa serie di cose c'è una ed una sola cosa che mi fa stare bene - quando me la ricordo -. E' archiviare. Ordinare in alfabetico. Elencare documenti. Tutta un'ossessività alfabetica che mi fa stare meglio.

Premessa 2: Tre prof di storia della mia scuola hanno fatto questo progetto patrocinato Coop per una ricerca sulla Resistenza tra Sturla e Nervi. L'appuntamento organizzativo iniziale era oggi alla biblioteca di Nervi.

I fatti: Intanto non capisco bene per quale assurdo motivo un progetto di ricerca archivistica sulla Resistenza di Nervi debba attirare di più della nostra bellissima autogestione. Eravamo una trentina, compresi due tenereissimi primini. La Signora Bibliotecaria - tutto il contrario di come uno può immaginarsi una bibliotecaria - fa gli onori di casa, ci fa visitare la biblioteca, ci spiega come fare ricerche su internette e negli archivi cartacei. Dice che stanno cercando di informatizzarli, gli archivi cartacei, ma è un lavoro lento e faticoso.
Poi i prof presentano il progetto, dicono le loro idee, danno di nuovo parola alla bibliotecaria. E la bibliotecaria propone di focalizzare anche sui canti della Resistenza. Ed io mi innamoro di lei.
Poi ci disperdiamo, impariamo ad usare l'archivio cartaceo, io realizzo che quell'assurdo essere con il cappotto e la barba bionda e un'aria da surrealista francese è il mio compagno che alle elementari piangeva sempre ma proprio sempre, ci tiriamo le storie con il TeneroProf su storia e storiografia e ricerca e passioni monomaniache.
Intanto, io, rimugino.

E quando ce ne stiamo andando vado dalla Signora Bibliotecaria. E le dico Signora Bibliotecaria, ma vi serve una mano per informatizzare l'archivio?
Lei quasi piange. No, sul serio. Si è tutta commossa. E ci ha detto - a me e alla Nuova Compagna che anche lei le ci piace archiviare - che ci fa fare il corso specialistico dall'archivista della Berio e che pretende almeno che ci diano una certificazione.
Io a tutto questo aspetto che poteva anche venirmi utile mica ci avevo pensato. Ma così è. E la settimana prossima si comincia, per iniziare bene i miei 18 anni.

martedì 2 dicembre 2008

Il calendario cantato 4

Avola, ventiquattro novembre millenovecentosessantotto.
I braccianti scendono in sciopero per rivendicare l'aumento della paga giornaliera, l'eliminazione delle differenze salariali di orario tra le varie zone, l'introduzione di una normativa per garantire il rispetto die contratti, l'avvio di commissioni di controllo: tutti punti di una lotta già combattuta e vinta nel '66. Lo sciopero è indetto, quindi, solamente per richiedere che le normative già stabilite vengano applicate.
Il 29 novembre gli agrari rompono le trattative con i sindacati. I braccianti invadono la strada che porta a Siracusa e la occupano: vengono convinti a desistere da un deputato comunista, Piscitello, che si offre di recarsi dal prefetto - assieme a qualche bracciante ed ai sindacalisti - per chiedere che richiami i rappresentanti degli agrari.
Il prefetto rifiuta, "per ragioni di prestigio personale", poi acconsente a convocare gli agrari, ma per il giorno successivo: "essendo stanco, non era in grado di affrontare un'altra lunga discussione".
La riunione viene fissata per il 30 novembre, ma gli agrari fanno sapere che non si presenteranno, perché stanno aspettando una loro delegazione da Roma. I sindacalisti vengono rapidamente congedati dal prefetto.
Anche il primo di dicembre viene convocata una riunione, ma ancora una volta gli agrari non si presentano.
E' convocato lo sciopero generale.
Il 2 dicembre, Avola è completamente ferma. I braccianti occupano le strade, subito aiutati dagli operai. Verso le 8 del mattino iniziano ad arrivare anche donne e bambini. Il prefetto telefona al sindaco per dirgli che plotoni di polizia stanno già avanzando sulla strada verso Noto, totalmente bloccata dall'occupazione dei braccianti. Il sindaco lo supplica di non dare l'ordine di sgomberare, ma il prefetto lo "invita a cingere la sciarpa tricolore e a collaborare per il ripristino della legalità". Il sindaco prega allora il vice-questore di dare l'ordine di aspettare che lui si rechi sul posto: spera di convincere i braccianti a sgomberare "per tentare di scongiurare ciò che poi è avvenuto", come scriverà nel rapporto immediatamente successivo. Quando arriva sul posto, però, la polizia è già in assetto antisommossa e i fumogeni sono già caricati sui fucili. Il sindaco viene obbligato dai commissari a non passare. Un istante dopo partono i primi colpi. Fumogeni, poi spari. I braccianti credono si spari a salve perché vedono il sindaco subito dopo lo schieramento di polizia, e lanciano sassi. Il fuoco dura 25 minuti.
2 morti e 48 feriti, di cui 5 gravi.
Il deputato comunista Piscitello raccoglierà due chili di bossoli dalla strada.


Esistono due canzoni, su Avola. Una è quella che metto, firmata dal Canzoniere di Rimini ed interpretata da Alfredo Bandelli (che probabilmente ne è anche l'autore, ma non era iscritto alla SIAE quindi gli hanno fregato più o meno tutto). L'altra è di Dario Fo, ed è nel suo strepitoso spettacolo "Ci ragiono e canto". Ma come canzone, è un po' meno bella.

AVOLA, DUE DICEMBRE
Due dicembre, giorno bianco
per la gente in ufficio
e che si vede passare
solite carte e fatture.

Due dicembre, giorno bianco
per mia madre in cucina,
che cantando prepara
il pranzo e la cena.

Due dicembre, giorno nero
per la gente che è stanca
e che scende nelle strade
perché vuole un po' di pane.


Due dicembre, giorno nero,
da finire al cimitero,
da finirci, assassinati
da quei servi mal pagati.

Ma si sa, si sa che,
ma si sa, si sa che

loro vengon coi fucili,
loro vengono coi mitra,
loro vengono in cento,
mai che siano da soli.

Loro vengon coi fucili,
loro vengono coi mitra,
loro vengono in cento,
mai che siano da soli.

Due dicembre, giorno bianco
per mio padre, che è sereno:
oramai è assicurato,
ogni mese paga lo Stato.

Due dicembre, giorno bianco
per la gente che è tranquilla
e che approva con la testa
quello che scrive la stampa.

Due dicembre, giorno nero
per chi cerca una risposta,
per chi agisce e più non parla
e si difende come può.

Due dicembre, giorno nero
per chi chiede un aumento
e la risposta è solo una,
la risposta è di violenza.

Due dicembre, giorno nero,
da finire al cimitero,
da finirci, assassinati
da quei servi mal pagati.