domenica 18 marzo 2007

Recensione: Il povero Piero




Chiamo alla biglietteria della Corte per chiedere se ci sono ancora biglietti per lo spettacolo "Il povero Piero" di Achille Campanile della sera stessa. Mi risponde una tipa: "Sì sì, ce n'è". "E' meglio se vengo prima?" "No, no, non si preoccupi, ce ne sono quanti ne vuole!".
Come dire: fa schifo.
Se era il mio, di spettacolo, la uccidevo.
Decidiamo (io, la Talpa, la Sorella, l'Attrice Bionda e rispettivo fidanzato A.), ciononostante, di andare.
A loro non è piaciuto tanto. A me sì.

Intanto, è una compagnia di mille mila persone, veramente troppissime. Tipo 20.
La scenografia era orribile. Brutta proprio. Con le pareti azzurre, il piano inclinato con i segni di scòc che si vedevano per terra, i divani e i pouf annicinquanta che sembravano recuperati dalla discarica.
E il primo tempo anche, non è che mi sia piaciuto molto. Intanto, perchè non mi piaceva la recitazione. E poi perchè era una robina così, con un bel testo, dei giochi di parole carini, dei quiquoqua divertenti ma niente di che.
E poi c'è la fine primo tempo.
E poi c'è il secondo tempo. Che inizia uguale, anzi, forse peggio, perchè le battute sono meno divertenti.
E poi inizia a essere delirante. Sempre di più, sempre di più. E cinico.
Tipo una scena in cui loro stanno cantando ed entra una tipa ottocentesca. E dice: "Dovete annunicare Mariellina". "Ma Mariellina è un'altra commedia". "Ah! Scusate". Mi ha fatto ridere un sacco.
E poi, improvvisamente, l'orrida scenografia crolla.
Crolla apposta, eh. Ma tu non te l'aspetti. Vengono giù tutte le pareti. E appare un'attrice che spiega che, insomma, a lei questa scelta di regia non piace mica tanto, ma cosa volete, il regista è il regista e mica si può contestare.
Poi rinizia lo spettacolo.
E appaiono i tre re magi e l'omino Michelin fatto con i pneumatici, proprio.
E un operaio arriva dall'alto su di un carrello trasportatore.
Poi c'è il corteo con tutti gli attori. Poi finisce.
Così.
Forse non rende tanto l'idea di quanto, ma quanto, ma quanto fosse surreale. Ma lo era. E a me il surreale così piace tanterrimo.
Tipo Monty Python, ecco.

5 commenti:

lanessie ha detto...

Mirandolina! Mirandolina! ...Mariellina, tse...ti mancano le basi :o)

e.talpa ha detto...

Mariellina sarebbe Mirandolina de LA LOCANDIERA. Che conosco perché:
- c'era la riduzione su Topolino;
- ci ha fatto la recita delle medie la classe dopo la mia, che io ci ho visto solo le prove perché la settimana dello spettacolo ci ho avuto asma allergica da una settimana di iniezioni di cortisone;
- è un po' maschilista ;-P
- ma i maschi fanno abbondantemente la figura degli idioti.

Gg ha detto...

Ops :D

Anonimo ha detto...

Di Campanile deve esserci, forse a casa, "Gli asparagi e l'immortalità dell'anima", semplicemente grandioso.
Beh, Mirandolina, Marcellina, Mariellina, come siete petulanti

Gg ha detto...

Ah, quell'aforisma bellissimo che è:
"In cosa coincidono l'immortalità dell'anima e gli asparagi? In niente: gli asparagi si mangiano e l'immortalità dell'anima no."