Aspetto una risposta che non arriverà e non so neanche se sia mai stata scritta.
Aspetto la neve.
Aspetto il teletrasporto.
Aspetto il pane caldo la mattina. Con la marmellata di arance.
Aspetto il prossimo spettacolo G29.
Aspetto un treno da Milano.
Aspetto il nuovo Julia.
Aspetto che Benigni torni a fare politica. Come nel '94, però.
Aspetto Moni Ovadia che fa Brecht, Celestini con la lotta di classe e Paolini contro la Tatcher. Ma aspetto insieme a qualcun altro.
Aspetto un kebab con la sorella.
Aspetto un bel concerto.
Aspetto una bella serata da Stavros. Di quelle in cui si canta.
Aspetto delle versioni di latino sulla Resistenza, e non sui Salii e altre muffe così. E anche quelle di greco.
Aspetto la ristampa di tutti i Dischi del Sole.
Aspetto la traduzione giusta di latino, ora come ora.
Aspetto una poesia.
Aspetto un SMS.
Aspetto Guernica da appendere sul muro.
Aspetto una manifestazione bella, di quelle che non se ne fanno più da un bel po'.
Aspetto di andare all'università.
Aspetto un bosco vicino a casa. E un lago.
Aspetto il buio.
Aspetto il '68.
Aspetto il raggio di sole che scalda il divano quando fa freddo.
Aspetto il Natale. Che è bello anche se è una festa consumistica.
Aspetto una lettera da scrivere sotto al piumone.
Aspetto una lettera da leggere sotto al piumone.
Aspetto qualcosa da aspettare, perchè aspettare è molto più bello che avere.
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1 commento:
eh ma se me lo dicevi te la scrivevo io, la versione sulla Resistenza!
anzi, facciamo che un giorno o l'altro mi ci metto d'impegno e ve la porto a vedere per davvero, a te e all'amicaprof.
però poi la fai, eh.
:D
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