You Are Lemon Meringue Pie |
You're the perfect combo of sassy and sweet Those who like you have well refined tastes |
lunedì 27 novembre 2006
'ch'io, 'ch'io!
lunedì 20 novembre 2006
Poesia: Disco rosso
Ah, la retorica anni '50...
DISCO ROSSO
Disco rosso!
Non si passa!
Il direttissimo è frettoloso:
"Non posso aspettare, divento nervoso.
E poi sono un treno molto speciale,
cambiate subito quel segnale!"
Il disco rosso, senza parlare,
la notte buia continua a scrutare.
Ho a bordo un duca e un'eccellenza:
farmi attendere è un'impertinenza".
Ma il disco rosso, occhio severo,
fissa e fissa lo spazio nero.
"Protesterò dal capo-stazione,
farò reclamo in direzione:
tenermi fermo è certo uno sbaglio,
ho a bordo un ministro e un ammiraglio!"
E fischia, e strepita a più non posso,
ma non gli dà retta il disco rosso.
Così se un giorno in terra o in mare
il treno guerra vorrà passare,
noi tutti uniti si griderà:
"Disco rosso!
Fermo là!"
(G. Rodari)
DISCO ROSSO
Disco rosso!
Non si passa!
Il direttissimo è frettoloso:
"Non posso aspettare, divento nervoso.
E poi sono un treno molto speciale,
cambiate subito quel segnale!"
Il disco rosso, senza parlare,
la notte buia continua a scrutare.
Ho a bordo un duca e un'eccellenza:
farmi attendere è un'impertinenza".
Ma il disco rosso, occhio severo,
fissa e fissa lo spazio nero.
"Protesterò dal capo-stazione,
farò reclamo in direzione:
tenermi fermo è certo uno sbaglio,
ho a bordo un ministro e un ammiraglio!"
E fischia, e strepita a più non posso,
ma non gli dà retta il disco rosso.
Così se un giorno in terra o in mare
il treno guerra vorrà passare,
noi tutti uniti si griderà:
"Disco rosso!
Fermo là!"
(G. Rodari)
sabato 18 novembre 2006
Neruda racconta...
E questo è un nanetto che ho letto in "Confesso che ho vissuto". Già l'avevo letto, ma non lo ricordavo.
America, pieno maccartismo. San Francisco o Los Angeles, Neruda stesso non ricorda.
L'FBI scheda gli 80 comunisti iscritti alla casa del popolo - o quanto di più simile - locale.
Il giorno successivo, arriva la smentita per 70 degli 80 schedati.
La smentita proviene dalla CIA.
Tutti e 70 sono suoi agenti infiltrati nelle fila comuniste.
Gloriose fila.
Di dieci persone.
America, pieno maccartismo. San Francisco o Los Angeles, Neruda stesso non ricorda.
L'FBI scheda gli 80 comunisti iscritti alla casa del popolo - o quanto di più simile - locale.
Il giorno successivo, arriva la smentita per 70 degli 80 schedati.
La smentita proviene dalla CIA.
Tutti e 70 sono suoi agenti infiltrati nelle fila comuniste.
Gloriose fila.
Di dieci persone.
venerdì 17 novembre 2006
Anch'io, il blog sulla scuola malata, anch'io, anch'io!
Il mio blog è sull'articolo di repubblica.it: "i video di bullismo e violenze su internet la scuola malata". Vado a vedermi le foto, oltretutto terribilmente sgranate, che se non ci fosse la dida non si capirebbe mica niente. Allora. Tre foto di studenti che tirano sedie. E fin lì ok, violenze da wrestling che non dovrebbero esserci nella scuola. Però poi mi viene in mente che la mia classe, lodata da tutti i supplenti ("meno male che mi hanno amndato da voi..." e noi che ci vergognamo, sempre), l'anno scorso ha distrutto la porta di un ripostiglio per vedere cosa c'era dall'altra parte. E mica è successo niente... Poi:
- un ragazzo punta una pistola giocattolo sul professore
- "Il registro di classe dato con violenza sulla testa di un compagno (tutto preparato e filmato)". Ora. In classe mia esiste un tormentone, di quelli stupidi che si fanno solo a scuola ma che servono a sdrammatizzare le sei ore di muffa quotidiane. Funziona che quando uno dice "Boschi", tutti si devono tirare coppini. Quando funziona bene, sono scene divertenti. Perchè la classe improvvisamente si anima e tutti tirano coppini a tutti, per poi tornare alla calma più totale. Tutto ciò è ovviamente preparato, e, a volte, filmato.
- "Quasi una rissa con un professore". Dalla foto non si capisce cosa stia succedendo. Ma le risse con i prof., non ci sono da sempre e sempre ci saranno?
- "Una parte della classe assalta il prof in cattedra fino a mettergli (nel fotogramma seguente) un giornale sul viso". Dalla foto si vedono due, dico due, ragazzi in piedi. In quella successiva, un prof. con un giornale davanti agli occhi. Ora, bisognerebbe vedere il perchè dell'azione. Ma non mi sembra questa violenza spropositata.
- "Una esplosione dietro la cattedra". Petardi e esperimenti nel laboratorio di chimica. Da sempre.
Ma la migliore è l'ultima:
- "Castelli di bicchieri ostentati durante una lezione".
Manifesto esempio di violenza e bullismo. Castelli di bicchieri?? Ma stiamo scherzando??
Se non sbaglio, gente di questa stessa comune-ty si cuoceva uova in classe. E giocava a briscola.
Allarmismo allarmismo allarmismo, la scuola italiana allo sfacio aiuto aiuto aiuto. Così, picchiare qualcuno è "uno dei tanti" esempi di bullismo. Come fare castelli di bicchieri di carta. Stessa identica cosa.
Allora, la prossima volta che mi annoio, invece di scrivere sul banco, andrò a picchiare qualche primino.
Che magari faccio anche notizia.
- un ragazzo punta una pistola giocattolo sul professore
- "Il registro di classe dato con violenza sulla testa di un compagno (tutto preparato e filmato)". Ora. In classe mia esiste un tormentone, di quelli stupidi che si fanno solo a scuola ma che servono a sdrammatizzare le sei ore di muffa quotidiane. Funziona che quando uno dice "Boschi", tutti si devono tirare coppini. Quando funziona bene, sono scene divertenti. Perchè la classe improvvisamente si anima e tutti tirano coppini a tutti, per poi tornare alla calma più totale. Tutto ciò è ovviamente preparato, e, a volte, filmato.
- "Quasi una rissa con un professore". Dalla foto non si capisce cosa stia succedendo. Ma le risse con i prof., non ci sono da sempre e sempre ci saranno?
- "Una parte della classe assalta il prof in cattedra fino a mettergli (nel fotogramma seguente) un giornale sul viso". Dalla foto si vedono due, dico due, ragazzi in piedi. In quella successiva, un prof. con un giornale davanti agli occhi. Ora, bisognerebbe vedere il perchè dell'azione. Ma non mi sembra questa violenza spropositata.
- "Una esplosione dietro la cattedra". Petardi e esperimenti nel laboratorio di chimica. Da sempre.
Ma la migliore è l'ultima:
- "Castelli di bicchieri ostentati durante una lezione".
Manifesto esempio di violenza e bullismo. Castelli di bicchieri?? Ma stiamo scherzando??
Se non sbaglio, gente di questa stessa comune-ty si cuoceva uova in classe. E giocava a briscola.
Allarmismo allarmismo allarmismo, la scuola italiana allo sfacio aiuto aiuto aiuto. Così, picchiare qualcuno è "uno dei tanti" esempi di bullismo. Come fare castelli di bicchieri di carta. Stessa identica cosa.
Allora, la prossima volta che mi annoio, invece di scrivere sul banco, andrò a picchiare qualche primino.
Che magari faccio anche notizia.
mercoledì 15 novembre 2006
test
Personality Disorder Test Results
|
personality tests by similarminds.com
Eccolo qua, il test della amica E....
mercoledì 8 novembre 2006
La mia gente
Ormai sono un sacco di giorni che faccio la stessa strada alla stessa ora, per andare a scuola. E quindi sono anche un sacco di giorni che vedo un sacco di gente, tanto che ormai li riconosco, e penso che loro riconoscano me, quella che va in giro mangiando sempre una mela e con le cuffie dell'ipod nelle orecchie e il passo lungo e veloce e gli occhiali e non porta mai l'ombrello, neanche quando diluiva. E sorride, di solito. O canticchia sperando che non la veda nessuno.
Allora.
Quando esco di casa c'è l'uomo con il cane. E' un uomo alla Paolini, basso e pelato, ma non pelato proprio del tutto e neanche basso, proprio del tutto. E il suo cane è un pastore tedesco. O forse è una cana, perchè ora che ci penso non attacca mai rissa con gli altri cani. E quest'uomo alla Paolini sempre ci tira le pigne, al suo pastore tedesco. Non nel senso che gliele tira addosso, ma che gliele tira da riprendere. E va in giro con la faccia di Paolini che si è appena svegliato, tirando un calcio alla pigna dopo l'altro, con una tranquillità quasi zen.
Poi c'è l'uomo nero. Questo è forse il personaggio più bello. Quando ero piccola avevo un libretto che si chiamava "Era una notte scura, molto scura", e mi piaceva tantissimo. Quest'uomo nero ha una giaccona verde scura. E si siede sotto un albero scuro, che rimane sempre in ombra. Ed è seduto su una panchina verde scura. Ed è fermo. Ed è, ovviamente, nero. Indiano, penso. E quando esco io è ancora quasi buio. E lui è lì, tutte le mattine, che penso aspetti di entrare a lavorare. Fermo. E io quando arrivo lì vicino a lui non sono proprio ancora sveglia. E tutte le mattine mi spavento, perchè vedo solo due occhi che mi guardano, perchè il resto è scuro. Mi spavento, e poi rido. Sempre.
Poi c'è il bancario che fa colazione. Questo qua non è per niente una di quelle persone che sei contento di incontrare, la mattina. Il bancario è sempre triste. Legge sempre il Mercantile. Non sorride. Sorseggia caffè. Secondo me amaro. Non mangia neanche brioches. Sorseggia caffè, legge e non sorride. Non sorride, legge e sorseggia caffè. Lascia le monete, sempre giuste, perchè mai si ferma per il resto, sul tavolo, prende la sua 24 ore e si alza. Mai con un sorriso. Mai neanche con una smorfia. Sempre triste. Sempre cupo.
Poi c'è il fruttivendolo. Il fruttivendolo è un personaggio bellissimo. Secondo me, il fruttivedolo sei mesi fa pesava 10 chili in meno. Ed era meno biondo. E aveva i capelli più corti. Però è sempre lo stesso fruttivendolo, sono sicura. Questo fruttivendolo sposta cassette. Dal marciapiede al suo negozio. Dal suo negozio a un camioncino bianco. Limoni, cachi, pesche, mele. A volte zucche. Colori. E il fruttivendolo sorride. Ma sempre, sorride. Sorride a quelli che passano, sotto il peso dei suoi limoni. Sorride al barista del negozio a fianco, dietro le sue zucche. Sorride a se stesso, se non c'è nessuno a cui sorridere.
Poi c'è lo spazzino. Lo spazzino non è tanto una bella persona. Ma è pittoresco. Perchè lo spazzino è sempre nello stesso punto, a qualsiasi ora io passi. Anche se entro un'ora dopo. Anche se sono in ritardissimo. Però lavora, eh. Ed è sempre sudato, anche. Anche d'inverno. Ma sempre nello stesso punto. Allo spazzino, la teroia della relatività gli calza a pennello.
Poi c'è il vecchietto che aspetta l'autobus per il nipote. E si fanno sempre un sacco di coccole. Sono sempre teneri, il vecchietto e il nipote.
Poi arrivo a scuola. E tutta questa gente mi fa sempre sorridere, anche quando sono a scuola che mi muffo.
Allora.
Quando esco di casa c'è l'uomo con il cane. E' un uomo alla Paolini, basso e pelato, ma non pelato proprio del tutto e neanche basso, proprio del tutto. E il suo cane è un pastore tedesco. O forse è una cana, perchè ora che ci penso non attacca mai rissa con gli altri cani. E quest'uomo alla Paolini sempre ci tira le pigne, al suo pastore tedesco. Non nel senso che gliele tira addosso, ma che gliele tira da riprendere. E va in giro con la faccia di Paolini che si è appena svegliato, tirando un calcio alla pigna dopo l'altro, con una tranquillità quasi zen.
Poi c'è l'uomo nero. Questo è forse il personaggio più bello. Quando ero piccola avevo un libretto che si chiamava "Era una notte scura, molto scura", e mi piaceva tantissimo. Quest'uomo nero ha una giaccona verde scura. E si siede sotto un albero scuro, che rimane sempre in ombra. Ed è seduto su una panchina verde scura. Ed è fermo. Ed è, ovviamente, nero. Indiano, penso. E quando esco io è ancora quasi buio. E lui è lì, tutte le mattine, che penso aspetti di entrare a lavorare. Fermo. E io quando arrivo lì vicino a lui non sono proprio ancora sveglia. E tutte le mattine mi spavento, perchè vedo solo due occhi che mi guardano, perchè il resto è scuro. Mi spavento, e poi rido. Sempre.
Poi c'è il bancario che fa colazione. Questo qua non è per niente una di quelle persone che sei contento di incontrare, la mattina. Il bancario è sempre triste. Legge sempre il Mercantile. Non sorride. Sorseggia caffè. Secondo me amaro. Non mangia neanche brioches. Sorseggia caffè, legge e non sorride. Non sorride, legge e sorseggia caffè. Lascia le monete, sempre giuste, perchè mai si ferma per il resto, sul tavolo, prende la sua 24 ore e si alza. Mai con un sorriso. Mai neanche con una smorfia. Sempre triste. Sempre cupo.
Poi c'è il fruttivendolo. Il fruttivendolo è un personaggio bellissimo. Secondo me, il fruttivedolo sei mesi fa pesava 10 chili in meno. Ed era meno biondo. E aveva i capelli più corti. Però è sempre lo stesso fruttivendolo, sono sicura. Questo fruttivendolo sposta cassette. Dal marciapiede al suo negozio. Dal suo negozio a un camioncino bianco. Limoni, cachi, pesche, mele. A volte zucche. Colori. E il fruttivendolo sorride. Ma sempre, sorride. Sorride a quelli che passano, sotto il peso dei suoi limoni. Sorride al barista del negozio a fianco, dietro le sue zucche. Sorride a se stesso, se non c'è nessuno a cui sorridere.
Poi c'è lo spazzino. Lo spazzino non è tanto una bella persona. Ma è pittoresco. Perchè lo spazzino è sempre nello stesso punto, a qualsiasi ora io passi. Anche se entro un'ora dopo. Anche se sono in ritardissimo. Però lavora, eh. Ed è sempre sudato, anche. Anche d'inverno. Ma sempre nello stesso punto. Allo spazzino, la teroia della relatività gli calza a pennello.
Poi c'è il vecchietto che aspetta l'autobus per il nipote. E si fanno sempre un sacco di coccole. Sono sempre teneri, il vecchietto e il nipote.
Poi arrivo a scuola. E tutta questa gente mi fa sempre sorridere, anche quando sono a scuola che mi muffo.
Il quarto piano
Oggi sono stata al quarto piano.
Dovete sapere che la mia scuola ha quattro piani più due. I più due sono due piani che sono sotterranei se si entra dall'entrata principale, ma normali se si entra dal parcheggio. Quindi non sono sottoterra. Sono solo sottostrada. Poi ci sono i quattro piani normali, e io sono al secondo. Due anni che sono al solito secondo, banale, piano.
Al primo piano ci sono le macchinette, e la fotocopiatrice, e c'è un via vai di gente che entra nelle classe per chiedere soldi, ché la macchinetta glieli ha mangiati, e c'è la bidella corcerossina, che è un po' una muffa, ma basta trattarla bene perchè ti faccia un sorriso che è bellissimo, perchè è un sorriso da vecchina dei film, e ci sono sempre i prof che ti vengono a chiamare perchè gli si sono bloccate le patatine nella macchinetta e non riescono a farle venire giù.
E poi c'è il secondo piano. Il secondo piano è triste. Al secondo piano non c'è niente, solo corridoi e corridoi e corridoi dove i prof ricevono, e facce di genitori depressi, e arrabbiati che strepitano "ma è impossibile! mio figlio studia tutto il giorno!". E qui sto io. Con la bidella tabagista, e il prof B., che è pazzo e ti chiede "cosa fai?" tutte le volte che ti vede in giro, anche a ricreazione quando in giro ci puoi andare. E al secondo piano non c'è mai niente, perchè tutti dal secondo piano scappano, appena possono, perchè è un piano triste.
Poi c'è il terzo piano, che non so mica com'è, perchè non ci sono mai stata.
E invece, ieri sono andata al quarto, di piano. Perchè la fotocopiatrice del primo era rotta. E il quarto piano è la rivoluzione russa. Al quarto piano, il bidello è F., che fa le gare di pallacanestro in auletta fotocopie. Al quarto piano c'è una porf che non mi ricordo come si chiama, ed è matta come un cavallo, e divertentissima. Al quarto piano, F. sorride sempre, e sempre ti dà i gessi, e i cancellini, e la carta per le fotocopie. E per rompere il pacchetto di carta, lo sbatte forte sul banco, per far spaventare le prof che stanno entrando nell'apposito bagno dei prof. Al quarto piano, le classi hanno tutte le porte aperte, e i prof si incontrano e si parlano, mica si guardano in cagnesco. E tutti gli studenti si salutano. E si prestano la scheda delle fotocopie. E F. ti porta il caffè, se glielo chiedi, che magari tu sei in classe e non puoi uscire.
Al quarto piano c'è il socialismo.
Dovete sapere che la mia scuola ha quattro piani più due. I più due sono due piani che sono sotterranei se si entra dall'entrata principale, ma normali se si entra dal parcheggio. Quindi non sono sottoterra. Sono solo sottostrada. Poi ci sono i quattro piani normali, e io sono al secondo. Due anni che sono al solito secondo, banale, piano.
Al primo piano ci sono le macchinette, e la fotocopiatrice, e c'è un via vai di gente che entra nelle classe per chiedere soldi, ché la macchinetta glieli ha mangiati, e c'è la bidella corcerossina, che è un po' una muffa, ma basta trattarla bene perchè ti faccia un sorriso che è bellissimo, perchè è un sorriso da vecchina dei film, e ci sono sempre i prof che ti vengono a chiamare perchè gli si sono bloccate le patatine nella macchinetta e non riescono a farle venire giù.
E poi c'è il secondo piano. Il secondo piano è triste. Al secondo piano non c'è niente, solo corridoi e corridoi e corridoi dove i prof ricevono, e facce di genitori depressi, e arrabbiati che strepitano "ma è impossibile! mio figlio studia tutto il giorno!". E qui sto io. Con la bidella tabagista, e il prof B., che è pazzo e ti chiede "cosa fai?" tutte le volte che ti vede in giro, anche a ricreazione quando in giro ci puoi andare. E al secondo piano non c'è mai niente, perchè tutti dal secondo piano scappano, appena possono, perchè è un piano triste.
Poi c'è il terzo piano, che non so mica com'è, perchè non ci sono mai stata.
E invece, ieri sono andata al quarto, di piano. Perchè la fotocopiatrice del primo era rotta. E il quarto piano è la rivoluzione russa. Al quarto piano, il bidello è F., che fa le gare di pallacanestro in auletta fotocopie. Al quarto piano c'è una porf che non mi ricordo come si chiama, ed è matta come un cavallo, e divertentissima. Al quarto piano, F. sorride sempre, e sempre ti dà i gessi, e i cancellini, e la carta per le fotocopie. E per rompere il pacchetto di carta, lo sbatte forte sul banco, per far spaventare le prof che stanno entrando nell'apposito bagno dei prof. Al quarto piano, le classi hanno tutte le porte aperte, e i prof si incontrano e si parlano, mica si guardano in cagnesco. E tutti gli studenti si salutano. E si prestano la scheda delle fotocopie. E F. ti porta il caffè, se glielo chiedi, che magari tu sei in classe e non puoi uscire.
Al quarto piano c'è il socialismo.
sabato 4 novembre 2006
L'ottima figura
Il sorriso, il sorriso!
E torno con un sorriso minimo, che è un sacco che nessuno ne scrive più. Il mio sorriso minimo odierno è una quaglia. O una faraona. O una roba così, che io di gallinacei non ci capisco mica niente. Che era in mezzo alla strada. Ma mica la strada mia, che è poco trafficata e magari era un'oca scappata dai vicini monarchici. No no. In una strada che è sempre piena di gente, e di macchine, e di casino. E io quella strada lì la faccio tutti i giorni, avanti e indietro, salita e discesa. E improvvisamente, oggi, vedo questa cosa in mezzo alla strada, proprio dove passano le macchine. E mi fermo, ché avevo il sole in faccia e non capivo mica tanto bene cosa fosse, quella roba lì in mezzo alla strada. E sul momento mi sembra una papera. E poi guardo meglio. E vedo che è più grande e più intelligente di una papera. E mica riesco a capire cos'è. Però c'è quest'essere che sta proprio in mezzo alla corsia. E guarda le macchine con disprezzo. E quando arriva un autobus si sposta, e poi torna in mezzo alla strada. E io ci sono stata 10 minuti, a vederla. A vedere come schivava le macchine, e come le guardava, per niente impaurita. E poi ho guardato che tutta la gente non si fermava, tanto che ho pensato di avere un'allucinazione. Ma il gallinaceo c'era, ne sono sicura. Ed era proprio bellissimo.
giovedì 2 novembre 2006
Poesia: Progetto di successione
Questa poesia qua l'ho trovata su internette. Che è ottimo, per trovare poesie. Ed è la terza volta che la leggo e che ci trovo un significato diverso. Una poesia così, vuol dire che è bella.
PROGETTO DI SUCCESSIONE
Continuare a dar salti fino a sorpassare la Luna
restare sdraiato fino a distruggere il letto
restare in piedi fino all'arrivo della polizia
restare seduto fino alla morte del padre
Strapparsi i capelli e non morire in una via solitaria
amare continuamente la posizione verticale
e continuamente fare angoli retti
Gridare alla finestra fino a che la vicina metta fuori le mammelle
restare nudo in casa fino a che la scultrice dia il sesso
far gesti nel caffè fino a meravigliare la clientela
spaventare la gente sugli angoli fino a far cadere una vecchina
raccontare delle storie oscene una sera in famiglia
raccontare un delitto perfetto a un adolescente biondo
bere un bicchiere di latte misto a nitroglicerina
lasciar fumare una sigaretta solo a metà
Aprire fosse e dimenticare i giorni
bere in un bicchiere d'oro e sognare le Indie.
(Antonio Maria Lisboa)
PROGETTO DI SUCCESSIONE
Continuare a dar salti fino a sorpassare la Luna
restare sdraiato fino a distruggere il letto
restare in piedi fino all'arrivo della polizia
restare seduto fino alla morte del padre
Strapparsi i capelli e non morire in una via solitaria
amare continuamente la posizione verticale
e continuamente fare angoli retti
Gridare alla finestra fino a che la vicina metta fuori le mammelle
restare nudo in casa fino a che la scultrice dia il sesso
far gesti nel caffè fino a meravigliare la clientela
spaventare la gente sugli angoli fino a far cadere una vecchina
raccontare delle storie oscene una sera in famiglia
raccontare un delitto perfetto a un adolescente biondo
bere un bicchiere di latte misto a nitroglicerina
lasciar fumare una sigaretta solo a metà
Aprire fosse e dimenticare i giorni
bere in un bicchiere d'oro e sognare le Indie.
(Antonio Maria Lisboa)
CL's triumph
E oggi ci hanno dato i risultati delle elezioni. Mentre il mio prof di storia ci diceva di quanta tristezza gli mette questa gioventù che non sogna ("perchè noi sognavamo...magari non è che ci credessimo tanto, non è che fossimo ingenui, non tutti almeno, ma sognavamo...l'importante è sognare.."), arriva la bidella tabagista a portare i risultati. E il mio prof, mica lo sapeva, chi erano le liste, e che notizie pessime ci stava dando, mica lo sapeva, che tra poco diventiamo la succursale di una palestra di taikundò affiliata con l'Opus Dei. Perchè i risultati sono questi:
Lista 1. I para-compagni: 189 voti. Un eletto.
Lista 2. CL: 479 voti. Due eletti. I più pessimi, of course.
Lista 3. I pirla: 169 voti. Nessun eletto. E vorrei anche vedere.
Lista 4. Che io li odiavo, ma non sono così nocivi: 334 voti. Un eletto. Quello che è venuto in gita con noi.
Che fanno 1171 voti. 229 voti nulli/astenuti.
E poi c'è la consulta provinciale, perchè è mica finito qui, il facciamoci-del-male-tour. I candidati per la consulta neanche si erano presentati. Ed erano due liste, lista 1 che era la stessa della lista 1 e Lista 2, che era la stessa della lista 2. I compagni e cl, ricordo.
Lista 1: 308 voti. Nessun eletto.
Lista 2: 839 voti. Due eletti su due.
Sic. Cilicio obbligatorio nella palestra privata all'aperto, Coca Cola e merendine Kinder.
Lista 1. I para-compagni: 189 voti. Un eletto.
Lista 2. CL: 479 voti. Due eletti. I più pessimi, of course.
Lista 3. I pirla: 169 voti. Nessun eletto. E vorrei anche vedere.
Lista 4. Che io li odiavo, ma non sono così nocivi: 334 voti. Un eletto. Quello che è venuto in gita con noi.
Che fanno 1171 voti. 229 voti nulli/astenuti.
E poi c'è la consulta provinciale, perchè è mica finito qui, il facciamoci-del-male-tour. I candidati per la consulta neanche si erano presentati. Ed erano due liste, lista 1 che era la stessa della lista 1 e Lista 2, che era la stessa della lista 2. I compagni e cl, ricordo.
Lista 1: 308 voti. Nessun eletto.
Lista 2: 839 voti. Due eletti su due.
Sic. Cilicio obbligatorio nella palestra privata all'aperto, Coca Cola e merendine Kinder.
mercoledì 1 novembre 2006
Poesia: Il muratore di Stalinallee
E torno, dopo aver sentito uno speciale di radio pop su Melfi, con una poesia adatta.
IL MURATORE DI STALINALLEE
Fra i grandi blocchi di case
urtai un muratore. Egli appartiene
a quella classe decaduta
che faceva mura precise e
la rivoluzione. Nel sogno
io lo riporto di nuovo, bagnato di sudore,
sull'impalcatura
di un inizio.
(Volker Braun)
IL MURATORE DI STALINALLEE
Fra i grandi blocchi di case
urtai un muratore. Egli appartiene
a quella classe decaduta
che faceva mura precise e
la rivoluzione. Nel sogno
io lo riporto di nuovo, bagnato di sudore,
sull'impalcatura
di un inizio.
(Volker Braun)
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