martedì 19 dicembre 2006

2nd nanett'

L'estate dei dieci anni è stata l'estate della lettura, per me.
Divoravo un libro al giorno, o quasi.
Era la scoperta die libri storici. Sociali. Politici.
Anche durante il trasloco, leggevo.
E mi ricordo questa scena - appena impiantati nella nuova casa, saranno stati due o tre giorni.
Io seduta sul parquet del mio studio, con la schiena appoggiata al divano, tutto ingombro di scatole, trapani e viti.
Leggo.
"Sale sulla neve".
Sono alla fine.
Suonano alla porta, ma io neanche alzo lo sguardo, ché nei giorni del trasloco c'è sempre un via vai di gente, e io devo finire quel libro, che è bello, bello un sacco.
Sento un po' di casino, di là, sento che tutti vanno alla porta, ma mica mi preoccupo.
"Vieni un po' a vedere chi c'è", dice la streganocciola.
Mi alzo, mica con tanta voglia.
E vedo Carlo, che mi abbraccia, e mi alza di peso come fa sempre lui, e mi impiastriccia tutta di patchouli, come fa sempre lui.
Qui c'è da spiegare il mio rapporto con Carlo, che è veramente il mio quasi-zio, e proprio da zio si comporta.
E c'è anche da dire che ci vediamo pochissimo con Carlo, che ha la sua scuola e le sue vacanze obbligatorie a Napoli, a casa, e che quando ci vediamo è sempre qualcosa di straordinario.
E l'ultima cosa che c'è da dire è che Carlo, questa volta qua, nel luglio 2001, se ne era appena andato. Perchè era venuto per il trasloco, ed era ripartito, come al solito, e mai e poi mai mi sarei aspettata di rivederlo così presto.
Questo è il mio primo ricordo felice del G8.
Carlo che arriva.
Carlo che mi abbraccia.
E le discussioni - subito, neanche aveva appoggiato lo zaino - su quale manifestazione fosse la più sicura e quale la meno.
E, sempre discutendo, Carlo che, sistematicamente, mette su tutte tutte tutte le mensole dei macinini.

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