martedì 19 dicembre 2006

prologo & 1st nanett'

Iniziamo dal prima. Il prima, è un trasloco. E' il trasloco dalla casa dove eravamo prima alla casa dove siamo adesso. Non so come funzioni per voi un trasloco. Per noi, è un delirio. Stancante, eh, ma divertente, divertente a mille. Con la vicina che neanche ci dà il tempo di entrare e si mette a litigare, indovinate voi con chi. Con i caffè nel thermos al bar. Con le pizze sul linoleum. Ma questo è un altro post.
Comunque, ci sono due dati fondamentali da sapere:
- ai traslochi arriva sempre Carlo, l'amico napoletano trapiantato a Milano, ma che si rifiuta di pensare che abita lì, il mio quasi-zio.
- la televisione, in casa nostra, è l'ultima cosa che viene collocata, attaccata e sintonizzata.

Ecco.
Iniziamo.
Il primo nanetto è Willy, il lavorante uruguaiano-paraguaiano, una roba così. Mille figli in mille posti. L'accento più bello del mondo.
Willy è il lavorante serio, quello che butta giù i muri, fa le porte, dipinge, queste cose qua. Abita nei vicoli.
E narra di un suo amico che - nella settimana precedente al G8 - viene fermato dalla Polizia. Nei vicoli.
E' sospetto, molto sospetto.
Tiene sottobraccio una latta, misteriosissima.
Gli fanno alzare le mani. Lo perquisiscono, a lungo.
La latta viene fatta appoggiare a terra, molto distante.
L'amico di Willy cerca invano di spiegarsi, di avvicinarsi alla latta per aprirla, per dimostrare ai poliziotti che non è una bomba.
E' inutile.
Vogliono farla brillare.
Discussione, lunga discussione.
Prima che arrivi la squadra addetta il Willy-amico riesce a convincere i poliziotti, e apre la latta.
Una terribile latta di "tuna".
Tonno.

Nessun commento: