mercoledì 16 aprile 2008

L'erba della Spagna è sempre più buona

Io, in Spagna, ci sono andata quattro mesi fa, se vi ricordate.
Non mi era piaciuta, ma questo è un parere turistico. Non è di questo che voglio parlare.
Io la Spagna l'ho vista da gita di classe, in pullman per le aree deserte e brulle, poi Lloret de Mar con i suoi casinò, e infine Madrid.
Madrid con i musei a gratis, Madrid con Guernica, Madrid con Zapatero e il Primo Ministro rumeno in visita al monumento ai caduti. 
Poi c'è un'altra Spagna, un'altra Madrid. Quella che non è i matrimoni gay, che non è le donne in parlamento, che non è la ministra della scienza trentenne. E' una Spagna che abbiamo scoperto per caso, ed è avvenuto così.
Succede che siamo in gita di classe, e siamo in un albergo - abbiamo buoni motivi per credere che fosse un albergo a ore - nel quartiere amministrativo di Madrid. Il quartiere amministrativo di Madrid, penso come i quartieri amministrativi di tutto il mondo, è vivissimo di giorno, ha un sacco di bar e un sacco di musei, ma di notte non ha assolutamente niente. Non ha locali, non ha ristoranti, non ha pub, non ha cinema, non ha discoteche. C'è una stazione deserta - Atocha -, qualche altro albergo, un fruttivendolo aperto anche la sera. 
E poi prostitute, tassisti e spacciatori, la gente della notte. Tutti sotto al nostro albergo. Le prof non ci portano fuori, ma, d'altra parte, vanno anche a dormire presto. 
Escono due miei compagni verso mezzanotte. Tre prostitute nella hall dell'albergo. "Andiamo a prendere qualcosa da bere". L'albergatore sorride e strizza l'occhio. I miei due compagni escono.
Fanno due metri, e all'angolo, di fronte all'edicola, trovano uno spacciatore, che era poi quello che stavano cercando. Lo spacciatore, però, ha con sé solo coca. Per sicurezza - dello spacciatore - uno dei miei due compagni rimane con lui all'angolo della strada, mentre l'altro spacciatore va, con l'altro mio compagno, a prendere dell'erba da un amico, poco lontano.
Strada facendo, si mettono a parlare. Iniziano parlando di musica, lo spacciatore ha più o meno la nostra età. Sia lui che il mio compagno ascoltano gli Ska-P, si mettono a canticchiare insieme, e, in una specie di esperanto italo-spagnolo, parlano pure.
Lo spacciatore dice di Zapatero, dice sì, le cose prima andavano peggio, però...
Il però sta nel fatto che un suo amico, spacciatore anch'esso, è stato ammazzato una settimana prima davanti al Reina Sofia, il museo che contiene Guernica, e altri mille Picasso, e il Mirò quello della copertina dell'album del manifesto. Lì davanti è stato ammazzato, dalla polizia. 
Dice che sì, non è strano che sia stato ammazzato, perchè lì funziona che loro vanno verso il centro per vendere più roba, e i poliziotti li cacciano indietro, verso le zone dove non ci sono turisti. Basta che non ci sia casino la mattina nei quartieri diurni e la sera nei quartieri notturni, e poi vabbene così. Che quindi loro li cacciano indietro tutte le volte, e ogni tanto scappa anche il morto. Dice che lui è marocchino, lo spacciatore, e che i suoi fratelli non possono raggiungerlo, perchè Zapatero ha chiuso le frontiere. Questo diceva, lo spacciatore, prima di vendere l'erba al mio compagno.
Allora io lì mi sono fatta l'idea che forse sì, Zapatero ha dei begli occhi, e forse fa anche riforme interessanti, ma, forse, se noi fossimo lì, non saremmo così felici. Forse Zapatero è solo un po' più bello di Prodi, e ha una comunicazione migliore con l'estero. 
Però no, io in spagna non ci vorrei abitare.
Perchè poi a Toledo c'erano le statuine di Franco, e gli spadini di Franco e i busti di Franco, e la guida racconta la dittatura come "un brutto periodo che però è passato". Questa è la Spagna oggi. E' un paese che era talmente indietro che ora sembra avanti. Ma due scuri non fanno un chiaro.

E questo era per togliervi anche l'ultima speranza sul mondo esterno. 

martedì 15 aprile 2008

Siamo extraparlamentari? Eh? Eh? Quindi posso essere retorica quanto voglio?

ALLA BANDIERA ROSSA

Per chi conosce solo il tuo colore, bandiera rossa,
tu devi realmente esistere, perché lui esista:
chi era coperto di croste è coperto di piaghe,
il bracciante diventa mendicante,
il napoletano calabrese, il calabrese africano,
l’analfabeta una bufala o un cane.
Chi conosceva appena il tuo colore, bandiera rossa,
sta per non conoscerti più, neanche coi sensi:
tu che già vanti tante glorie borghesi e operaie,
ridiventa straccio, e il più povero ti sventoli.

(P. Pasolini)

sabato 12 aprile 2008

Poesia: Aspettando i barbari

Che aspettiamo, raccolti nella piazza?

Oggi arrivano i barbari.

Perchè mai tanta inerzia in Senato?
E perchè i senatori siedono e non fan leggi?

Oggi arrivano i barbari.
Che leggi devono fare i senatori?
Quando verranno le faranno i barbari.

Perchè l'imperatore s'è levato?
così per tempo e sta, solenne, in trono,
alla porta maggior, incoronato?

Oggi arrivano i barbari.
L'imperatore aspetta di ricevere
il loro capo. E anzi ha già disposto
l'offerta d'una pergamena. E là
gli ha scritto molti titoli ed epiteti.

Perchè i nostri due consoli e i pretori
sono usciti stamani in toga rossa?
Perchè i bracciali con tante ametiste,
gli anelli con gli splendidi smeraldi luccicanti?
Perchè brandire le preziose mazze
coi bei caselli tutti d'oro e argento?

Oggi arrivano i barbari,
e questa roba fa impressione ai barbari.

Perchè i violenti oratori non vengono
a snocciolare i loro discorsi, come sempre?

Oggi arrivano i barbari:
sdegnano la retorica e le arringhe.

Perchè d'un tratto questo smarrimento
ansioso? (I voti come si son fatti seri)
Perchè rapidamente le strade e piazze
si svuotano, e ritornano tutti a casa perplessi?

S'è fatta notte, e i barbari non sono più venuti.
Taluni sono giunti dai confini,
han detto che di barbari non ce ne sono più.

E adesso, senza barbari, cosa sarà di noi?
Era una soluzione, quella gente.

(C. Kavafis, trad. F. M. Pontani)

Un significato deve pur esserci.

giovedì 10 aprile 2008

Recensione: Tutta la vita davanti



C'è una laueata in filosfia con un fidanzato fisico quantistico che fa il dog-sitter per vivere.
Il fidanzato viene chiamato in Meriga con la proposta di afre quello che gli piace e guadagnare millemila dollari. Parte.
Rimane la laureata in filosofia che gira gira gira per case editrici e nessuno le dà un lavoro. Sulla metro incontra una bimba bellissima con due occhiali enormi, che le dà un bigliettino: lei va, e fa da baby-sitter a questa bambina, vivendo a casa sua. Casa sua è una casa devastata, perchè anche la mamma della bambina è devastata e quando è fuori manda la vibrazione della buonanotte a sua figlia, tramite cellulare.
La mamma devastata lavora ad un colsenter della Multiple.
Anche la laureata va a lavorare lì, e diventa troppo la più brava in questo posto he sembra un villaggio vacanza, con la capa che manda il sms di buongiorno, e il ballo di inizio lavoro e le pause motivazionali e le punizioni autoimposte (ma questo solo per i masculi) quando non raggiungi le aspettative.
La laureata diventa, dicevamo, troppo la più brava, e intanto scrive un saggio su Heidegger, e intanto fa da baby-sitter.
Poi conosce un sindacalista, che oh quanto se ne innamora, ma lui va a letto con la mamma della bimba e, si scopre dopo, è sposato con figlio. La laureata mica le sa, tutte queste cose qui, le scopre in un'ottima serata a favore dei precari del colsenter: durante quest'ottima serata, il sindacalista dichiara alletivvù che la Multiple non lo fa entrare.
La Multiple, ovviamente, lo invita tantissimo a vedere il colsenter, per scoprire chi è che ha parlato e gli ha detto tutte le cose brutte di quel posto brutto.
La laureata, che è mica scema, capisce, e fa finta di non conoscerlo, ma la mamma della bimba, che invece è stupida, gli parla tantissimo e viene conseguentemente licenziata.
Nel frattempo:
- la laureata conosce tramite colsenter una vecchietta tanto carina
- la capa ha una storia con il Grande Capo, ed è incinta
- il rappresentante che è troppo il più figo di tutti e che lavora in coppia con la lureata deve subire la punizione perchè non ha raggiunto le aspettative. Non accetta l'umiliazione, sclera tantissimo, salta in macchina e si schianta. Denuncia la Multiple ai sindacati per mobbing
- la mamma della laureata, che è troppo il personaggio più bello del film, muore

Finale:
La capa incinta sclera e uccide il Grande Capo. I precari corrono superfelici, facendo finta di non sapere che hanno perso il lavoro.
La laureata manda il suo saggio di parallelo tra Heidegger il grande fratello e il colsenter alla rivista filosofica di Oxford. Il saggio viene pubblicato e le vengono inviati 300 euri.
La laureata si incontra con il fidanzato, ormai ex, che continua a fare i miliardi in Meriga mentre lei, scema, rimane qui a fare la fame.
La mamma della bimba si prostituisce in casa, la laureata prende la bimba e la vuole portare dai nonni, ma arriva la mamma con il supermacchinone nuovo.
Litigio.
Salgono tutte in macchina.
Vanno dalla vecchietta carina, ricordate?, quella che la laureata aveva conosciuto tramite colsenter.
Tra le braccia della vecchietta carina la laureata scoppia a piangere. La vecchietta invita tutte e tre a cena.
Dissolvenza su un'allegra tavolata in quel della Garbatella con tutti che mangiano felici.

Ora.
Il film è carino, eh, divertente, commovenete q.b.
Ma
Io non sono mica d'accordo, a fare questi film qui di denuncia e basta. Mica per niente mi chiamano Ejzenstejn.
Voglio dire, qual è il messaggio del film?
Laureatevi tutti in materie scientifiche così emigrate in Meriga, fate i soldi e non vi vengono le crisi isteriche?
Non vi innamorate dei sindacalisti che già il sindacato non riesce a far niente di suo e loro sono pure delle persone mica tanto carine?
Tenetevi il fidanzato in Meriga che tanto in Italia non se ne trovano e almeno lui è ricco?
No.
Penso di no. Però allora serve qualcosa di costruttivo, non si può distruggere tutto, dire ecco ecco è così che va il mondo guarda che schifo epperò non dare una soluzione.
Non una soluzione valida, che se no mica stai a fare film, fai qualcosa di più utile.
Uno spiraglio di speranza, però, magari quello si può dare.
Una cosa che dici ecco, vedi, possiamo farlo anche noi.
Un messaggio di unità, di solidarietà, se non proprio di lotta.
Una qualche figura positiva in cui vedere una soluzione.
Niet.
Ritiriamoci tutti nell'arcadico giardino della Garbatella, che quella sì che è una bella soluzione.

mercoledì 9 aprile 2008


Io
che vi vedo
tormentarvi
scannarvi
dilaniarvi
sbattere la testa contro i muri
io
per la prima volta nella mia vita
sono felice di avere 17 anni.


venerdì 7 marzo 2008

Famo la rivoluzione


Mica vera. Eh. Non ve lo direi mica così, tutti voi lettori e anche voi lettori della digos.
Famo la rivoluzione del calendario. Come quello della rivoluzione francese.
Che aveva questi sei gironi di feste qua, chiamati giorni sanculottidi, che sono delle feste geniali.
La festa della Virtù
La festa del Genio
La festa del Lavoro
La festa dell'Opinione
La festa delle Ricompense
e
La festa della Rivoluzione, il 29 febbraio, negli anni bisestili

Le altre sono tra il 17 e il 21 settembre.
Io, l'anno prossimo, le festeggio.

mercoledì 5 marzo 2008


C'era un bambino che non parlava. Tutti gli esami medici arrivavano alle stesse conclusioni: stato di salute eccellente, corde vocali perfette, sconosciuta la ragione del mutismo.
Il bambino diventò grande. Era ben fatto e robusto, ma continuava a non parlare. Nel corso degli studi ottenne risultati abbastanza positivi negli scritti ma, ovviamente e a ragione, non superò mai gli orali. Tuttavia trovò un impiego discreto, per il quale non c'era bisogno di parlare. Arrivato il momento del servizio militare, fu riformato, giacchè gli esaminatori non riuscirono a strappargli una sola parola. Riprese poi la sua vita normale.
Un giorno, quando aveva ormai ventisei anni e si trovava a casa di un'amica a prendere il the, tutt'a un tratto disse:
"Posso avere ancora un po' di zucchero?"
Immensa la sorpresa dell'amica, che esclamò:
"Ma tu parli!"
Il giovane si limitò ad annuire.
"Ma perchè non hai mai parlato? Perchè, in tutti questi anni, sei rimasto zitto? Perchè non hai detto nemmeno una parola?"
Il giovane rispose:
"Perchè fino adesso è andato tutto bene".

(Dal bellissimo libro "Il circolo dei contastorie - storie, storielle e leggende filosfoiche del mondo intero" di Jean-Claude Carrière)
(La foto, invece, è da questo sito qui, che ne ha un tot belline, ma questa è veramente stupenda)

giovedì 28 febbraio 2008

mehehe :D



La tua età mentale è di 32 anni



Hai una mente abbastanza giovanile, anche se non più adolescenziale. Sei sulla buona strada per diventare un adulto maturo e responsabile! Scrivici se hai apprezzato questo test.



P.S:
  • Davvero non guardi mai la tv? Questo potrebbe essere un grandissimo vantaggio per la salute della tua psiche!

  • Davvero non ami lo sport? Questo non è un modo di pensare salutare... riflettici su!

martedì 12 febbraio 2008


Ehy, voi tutti!

Noi si sta cercando un posto dove andare in vacanza a Pasqua per festeggiare la laurea dell'Omino.


Che c'avete delle idee di posti belli e medio economici?


Preferibilmente esteri, ma se mi dite che in Italia c'è un posto bello bellissimo potrei anche sopportare...

giovedì 7 febbraio 2008

Lo sciaini di gennaio

Lento e inesorabile lo sciaini. Che a gennaio presenta le suddette (sottodette, visto che sono sotto? argh) chicche:

- chi l ha cantante della sigla matrimonio alle bahamas (no, non sta in piedi in nessun modo, ci ho già provato)
- complesso edipo porno
- draco e ginny porno
- foto di uccelli e foto di cosa mangiano (la ridondanza fatta a google)
- giochi che si fanno in classe in ore buche (no comment)
- ho sposato un turco, seguito da
- ho sposato una turca (il che non crea alcun problema)
- il kenya fa schifo
- kgb segreto segretissimo
- matt demon genitori gay
- perchè la luna è romantica
- poesie geometri (?!?)
- racconti con flescbek
- ricerche porno (che è una meta-ricerca)
- varie o varia?
- video bidella quarto piano

Ah, l'onnipotenza di gooooogle!

mercoledì 6 febbraio 2008

Recensione: Dopo il matrimonio


Questo film è oribbile, così non vi fate illusioni.
Ma io ve lo recensisco lo stesso, così, per farvi vedere quanto, sia oribbile.
Dunque.
C'è un danese che fa il fricchettone in India, dove ha aperto un orfanatorfio. E' fricchettone proprio fricchettone, tipo che va in giro a piedi nudi per Bombay e sta sempre e solo con i bambini che oh come li ama. Ama in particolare uno che è un po' tipo un figlio per lui, no?, proprio un figlio. Ha un nome impronucniabile tipo Promod, e otto anni. Anzi, sette e 357 giorni, perchè otto li compie proprio tra otto giorni, veniamo a sapere all'inizio del film.
Ma il danese fricchettone viene richiamato in Danimarca, perchè un filantropo ha deciso di fare una donazione all'orfanatorfio ma deve conoscerlo di persona. "Non posso andare, è il compleanno di Promod", dice il fricchettone. Ma poi va.
Arriva in Danimarca in un albergo superaccessoriato, con sauna e supertv e supervista e supertutto. E noi vediamo dalla sua faccia che il lusso gli fa proprio schifo, che ah come vorrebbe tronare dal suo bimbo Promod e dai suoi altri bimbi.
Stacco.
In una casa aenorme in mezzo al nulla verde delle Danimarca, abiata una famigliola felice, mamma papà e due gemelli ariani che sia io che mia sorella pensavamo fossero femmine ma sono maschi. In più c'è la mamma di lui che gioca a poker su internet tutta notte e un'altra figlia, di vent'anni, che si sta per sposare. Il bravo papà legge le storie ai due gemelli ariani e poi entra nel bagno, dove la moglie, nell'idromassaggio e con un sacco di schiuma, gli fa tutte le coccole e poi finisce che nella vasca ci cade anche lui, tutto vestito, ha-ha, che risate romantiche.
Stacco.
Il fricchettone arriva dal ricco filantropo, proprio quello che vive nella casa aenorme, non ve lo sareste mai aspettato.
Parlano un po', guardano la cassetta dove ci sono tutti i bimbi indiani che fanno ciao ciao con la manina e il filantropo dice "hai un grossa rabbia dentro" al fricchettone, una profonda riflessione. Si mettono d'accordo che il fricchettone andrà al matrimonio della figlia del filantropo, che si terrà proprio il giorno dopo.
Stacco.
Al ricevimento della figlia, si incontrano il fircchettone e la moglie del filantropo, e scoprono di essere reciproci ex-fidanzati. Wow.
Stacco.
Cena con il discorso. Inizia lo sposino, un laido orribile, proprio pessimo. Anche il suo discorso è pessimo, dura mezz'ora e non ci serve a niente per capire la trama del film. Non importa. Poi si alza la sposina, che dice che lo sa che non dovrebbe parlare, che non si usa, ma che lo fa lo stesso per ringraziare suo padre, Jorgen, che è stato proprio un vero padre, anche se le hanno detto che non è suo padre naturale, ma lei gli vuole bene lo stesso. Suspance. Inquadratura sul fricchettone che suda e scappa dallla sala.
Stacco.
Il fricchettone è seduto sul bordo di una piscina e pensa. Arriva una tipa ubriaca che gli propone una notte di fuoco, ma lui la caccia in malo modo, così noi possiamo vedere quant'è scosso dalla notizia.
Il fricchettone va in cerca dell'ex, che gli urla che è scemo, che no che non è figlia sua e che si sentono il girono dopo. Ma noi, che siamo furbi, lo capiamo subito che sta mentendo, e che eccome se è figlia sua.
Stacco.
Il fricchettone chiama mille volte nella hall del'albergo per sapere se ci sono messaggi per lui. Non ce ne sono. Alla fine prende e va nella casa aenorme, dove litigano tantissimo lui e l'ex, e lui scopre che la figlia sì, è sua, e noi scopriamo che si erano lasciati perchè lui beveva troppo ed era un fricchettone, mica come adesso.
La successiva ora di film è occupata dall'outing di tutti i personaggi, uno a uno. Lui inconttra lei, lei incontra lui, lui incontra la figlia, lei incontra la figlia, la figlia li incontra entrambi, lui incontra Jorgen, Jorgen incotnra la figlia che non è la figlia eccetera eccetera. Si crea un simpatico quadretto familiare: lui, lei, l'altro, la figlia stupida e i gemelli.
Jorgen va a pesca con i gemelli che "se no mi diventano froci", testuali parole.
Mentre Jorgen è a pesca, la moglie, iluminata da non mi ricordo quali geniali parole della suocera, capisce tutto. Cerca in ogni dove la chiave della cassaforte, la apre e trova... medicine! Jorgen sta morendo! Ah! Ah! Aiuto!
Stacco.
Jorgen torna. "Perchè perchè perchè non me l'hai detto?" "Stazzittaevattene".
Ok.
Nel frattempo, Jorgen proprone al fricchettone un accordo. 12000 dollari invece di 4000, ma deve amministrarli insieme a sua figlia (sua di entrambi, a questo punto) e deve... stare in Danimarca! Ah! No! Aiuto! Argh! (vd. sopra)
Ma perch perchè perchè, Jorgen sta facendo questo?
Perchè è mmalato!
E non vuole che la sua bella moglie resti sola, e neanche i gemelli, e neanche la figlia.
No no no, il fricchettone deve tornare da Promod, non può lasciarlo solo, già ha saltato il suo compleanno.
E mentre è lì che solo soletto decide il da farsi, e ancora gli risuonano in mente le parole di Jorgen ("bisogna essere in India per ottenere il tuo aiuto?!?"), suona alla porta la figlia, che è distrutta, perchè ha trovato il neomarito a letto con un'altra. Ma tutti inisme superano anche questa catastrofe familiare. E il fricchettone. Il fricchettone capisce che deve restare, che è lì, la sua vera famiglia (lacrimuccia).
Altre inutili scene: il compleanno di Jorgen, la scena di pianto di Jorgen. Il funerale di Jorgen. Fine. Quasi.
Il fricchettone trona in India, da solo. Chiede a Promod se vuole andare con lui a vivere nella casa aenorme in Danimarca. Promod gli dice "i miei amici sono qui e tu puoi venirmi a trovare" e va a giocare a calcio.
Il fricchettone è diventato adulto, e non è più tanto fricchettone. Torna in Danimarca con l'allegra famiglia agiata. Wow. Ora sì che siamo felici.


Tutto questo già ottimo film è coronato da un'ancor più ottima regia, in cui i campi lunghi non sono contemplati, le inquadrature sono preferibilmente sugli occhi o sulle bocche dei personaggi principali e, signore e signori, il the best of:
utilissimi stacchetti naturali, dal profondo siginficato metaforico.
Spiccano, tra questi:
gli animali imbalsamati
gli occhi degli animali imbalsamati
un fiore morto
un altro fiore morto
un fiore con una coccinella
lo stesso fiore senza coccinella
Ah, sì.
Ora sto proprio meglio.

(La foto rappresenta fedelmente la crescita morale del protagonista, perchè vedete, sta ancora bevendo, ma beve dal bicchiere, mica dalla bottiglia, e sono seduti sui gradini sì, ma sui gradini della villa, perchè è importante che sia una villa e non una strada di bombay, e la sua camicia è pulita, e i capelli pettinati, e vedete com'è tutto fantasticamente metaforico?)

sabato 5 gennaio 2008




VOI
SAPPIATE
CHE SONO
DEVASTATA.


... Ma qualcuno mi spiega perchè sulla costa del libro c'è scritto "Landus"?


E questo sito qui è fantasticherrimo.


martedì 18 dicembre 2007

Compagni vecchietti sempre presenti

Volevo già scrivere questo post qui, quando l'amica E. ha tirato fuori questa cosa del fiore del partigiano.
Allora io aggiungo il mio tulipano.
Succede che andiamo a fare sciòpping natalizio con l'Amica delle Medie. L'Amica delle Medie è quella amica che un po' tutti abbiamo o abbiamo avuto: l'amica che prima era proprio amica amica, ora è amica un po' meno, ma ogni tanto ci si vede più che volentieri. Il problema di tutte le Amiche delle Medie è che sono di destra. E la mia non fa eccezione.
Per tacito accordo, quindi, non si parla di politica, sociale, niente che neanche si avvicini.
Succede però che l'Amica delle Medie va ad un liceo in cui tutti i prof sono compagni. E quindi io mi diverto un sacco a sentire i suoi racconti da ragazzetta di destra con adorazione per prof compagnissimi.
Sull'autobus che ci porta a fare sciòpping, l'Amica delle Medie mi dice, addolorata, che il suo prof compagnissimissimo di italiano deve andare in pensione, e che loro sono un po' dispearti perchè quello che dovrebbe sostituirlo è "proprio un fascista. E per dirlo io...".
Nel frattempo, ci avvicinamo alla porta dell'autobus, per scendere. Davanti a noi c'è una vecchiettina di quelle proprio piccole piccole, esili esili, che ti aspetteresti una vocina sottile, la mano che trema nello sforzo di tenersi aggrappata all'autobus.
Continua, l'Amica delle Medie: "Nel senso, per farti capire, questo è uno che il primo giorno entra e dice: "Io sono di estrema destra. Quindi non voglio trovare niente di neanche vagamente comunista nei temi, o metto un 4 senza neppure discutere". Capito che stronzo?", dice l'Amica di destra delle Medie.
In quel momento, l'autobus si ferma. La vecchietta si gira e con voce stentorea, guardandoci dritte negli occhi, proclama: "Questo, nel '45, non sarebbe potuto succedere!"
E scende.
Ho convinto l'Amica delle Medie che ciò che intendeva la vecchietta era che la libertà di parola era molto più garantita, nel '45, non che al prof fascista sarebbe successo qualcosa di brutto.
Ma io, la vecchietta, avrei voluto abbracciarla.

giovedì 13 dicembre 2007

Highlander!


Dunque. Succede che, in questo pomeriggio di anestesia, decidiamo con la Sorella di vedere un ottimo film. Highlander. Lei l'aveva già visto, eh, nei meravigliosi anniottanta.
Riassumo.
C'è questo tipo, christopher lambert, ad un incontro di wrestling. L'incontro di wrestling gli ricorda, oh ma quanto gli ricorda, un combattimento scozzese del 1500. Christopherlambert, dopo il suo film personale sul combattimento scozzese, scende nel parcheggio. Nel parcheggio duella con un uomo in giacca e cravatta. Durante il duello l'uomo in giacca e cravatta non trova niente di meglio da fare, per allontanarsi, di compiere tutta una serie di salti mortali, così, perchè trova che siano il modo più sicuro di difendersi. Alcuni colpi di spada intaccano inoltre un simpatico tubo da cui fuoriesce gas, che non sembra preoccupare affatto i due combattenti ma che innesta la reazione delle valvole antifumo che iniziano a spruzzare acqua dentro al parcheggio, con effetto pioggia. Del resto, che duello è, se non c'è la pioggia? E soprattutto, christopehrlambert indossa un trench, che quando è asciutto fa proprio schifo. Necessità di regia, insomma.
Alla fine christopherlambert vince il duello, e decapita l'uomo in giacca e cravatta. Poi, sicuro che sia una bella idea, lascia la spada con la quale ha combattuto da qualche parte nel parcheggio e se ne va.
Flescbek.
Combattimento in Scozia in un anno che io avrei detto 1300 ma lui dice 1500. Un tipo, che non sembra affatto christopehrlambert, ma, non ci crederete mai, è proprio lui, fa il bullo con i suoi compagni di guerra. Arriva la tipa che dice: "O compagni di guerra del mio amore, riportatemelo tutto intero". E il compagno di guerra più simpatico risponde: "Tanto lo sappiamo quale pezzo ti interessa". Ha ha. Grasse risate.
Campo lungo sulla schiera avversaria. Un tipo con in testa un teschio di non si capisce bene cosa e la voce profnda da cattivo dice: quello lì lasciatelo a me. E quello lì, ebbene sì, è proprio christopherlambert. Non l'avreste mai detto, eh?
Scontro. Fango, sangue e arti mozzati. Scene d'inaudita violenza. Gente che annega nella palude. E christopherlambert? Christopehrlambert nessuno se lo fila, perchè il teschio ha detto di lasciarlo a lui. Finché a un certo punto qualcuno lo infilza, non mi ricordo bene se il teschio o qualcun'altro. Cala il buio. Nella tenda, la tipa piange sul corpo di christopherlambert. Giorno. Osteria. Pissipissibaubau di uomini "è satana" "ha venduto l'anima al diavolo" "a morte" "aaah". Entra christopherlmabert, vivo e senza una ferita. Nessuno lo vuole, perchè sicuro ha fatto un patto con il diavolo. Cambio scena. Christopherlambert viene preso a sassate e massacrato di botte. Interviene il capo del villaggio che lo fa scappare. "Ti ricorderò", dice christopherlambert. Ricordatevelo bene, questo particolare, perchè è una scena importante, con le voci dietro che si affievoliscono e le belle valli scozzesi davanti, una scena molto romantica.
Si ritorna nel 1985 attraverso l'ottimo collegamento luce rossa del tramonto-luce rossa di una volante di polizia. Christopehrlambert è arrestato e portato in un distretto di polizia, in cui si distingue pr il suo acume e per le sue risposte pronte. Ci viene detto che è un antiquario, e che quindi dovrebbe saperne a mille sulla spada che la scientifica ha ritorvato nel parcheggio, ma lui fa il finto tonto. Poi se ne va.
Christopherlambert entra nel suo loft tantissimo anni '80. Apre una porta poco poco inquietante e si siede su un divano guardando i suoi vecchi cimeli.
Flescbeck.
Solo e ramingo sulle montagne scozzesi, christopherlambert vive pacificamente con la sua donna, senza chiedersi minimamente perchè una spada che l'ha trafitto da parte a parte non l'abbia portato alla morte. Finchè... Arriva scionconnery, su un cavallo bianco, vestito come un pirla (scionconnery, non il cavallo bianco). Afferma di essere spagnolo - ma in realtà egizio - e dice a christopherlambert che deve tantissimo spiegargli la vita. E in un interessante quarto d'ora di finti duelli e prove che scionconnery fa fare a christopherlambert per dimostrargli che è immortale, l'arguto spagnolo ci spiega che:
1- christopehrlmabert è, appunto, immortale
2- christopherlambert può essere ucciso, come tutti gli immortali, solo se decapitato
3- christopherlambert ha mille mila poteri nascosti
4- per ora gli immortali vivono pacificamente divisi in due gruppi: i buoni e i cattivi. Arriverà, però, il giorno del guidizio. Quando rimarranno solo due immortali, uno dei due dovrà uccidere l'altro per guadagnarsi il premio finale. E se vinceranno i cattivi per gli uomini sarà una bruttissima storia.
5- gli immortali son si possono uccidere in luoghi consacrati.
6- christopherlambert non può avere figli.
Quest'ultimo punto glielo rivela in un'interessante festa di paese che spicca per l'ottima ricostruzione storica: nella Scozia del 1500, nessuno si stupisce nel vedere scionconnery vestito come un pirla spagnolo, ma, soprattutto, la tipa di christopehrlambert va a comprarsi un vestito. Non della stoffa per farsene uno, proprio un vestito.
Ritorno al 1985 con il passaggio peggiore della storia del cinema. Un primo piano della tipa si trasforma lentamente nel viso della gioconda, che ritorviamo su un cartellone pubblicitario a Niuiork.
Un capolavoro di regia.
Christopherlambert ritorna sul luogo del delitto per recuperare la sua spada (che non è quella che aveva la polizia, quella è l'altra). Riesce a entrare senza problemi, perchè ovviamente la zona non è piantonata, e vede la tipa della scientifica. Si spaventano reciprocamente e scappano, ma la tipa decide di seguire christopherlambert. Christopherlambert entra in un vicoletto e si scontra con... il teschio! Interessante quarto d'ora di duello, finchè appare un elicottero della polizia. Tutti se la danno a gambe, e la polizia non insegue nessuno.
Flescbeck.
Sionconnery e la tipa di christopherlambert sono da soli in questa rocca nel nulla della Scozia. Appare il teschio che fa fuori scionconnery. Ma mica lo fa fuori così, dal nulla. Combattendo distruggono tutta la casa. Vorrei ricordarvi che combattono a colpi di spada. Alla fine del combattimento, comunque, rimane solo la scala principale che svetta davanti alla classica luna rossa da temporale. Scion muore. La tipa di christopehrlambert ha deciso che quello lì è proprio un bel posto dove stare aspettando il ritorno del marito e non scappa. Fine flascbeck.
Christopherlambert è al lavoro.
Flescbeck.
Seconda guera mondiale. Christopherlambert, non si capisce bene come dove quando e perchè è su un terreno dove si sta combattendo. Ripara in una cascina, incontra una bambina, la prende in braccio e scappa cone lei. Lo sorprende il nazi. Gli spara alla schiena. Chrisotpherlambert non muore. La bambina gli chiede perchè. "E' una specia di magia", risponde lui. It's a kind of magic. Fine flescbeck.
La tipa della scientifica lo invita a cena.
Flescbeck.
Scozia, 1500. La tipa di christopherlambert sta morendo di morte. Gli chiede di accendere sempre una candela il giorno del suo compleanno. Christopherlambert, solo ora, si rende conto di quant'è brutto essere immortale. Fine flescbeck.
La tipa della scientifica è a casa di christopherlambert che le dà un pugnale e si fa accoltellare. Non muore. "Sono immortale", le dice. Lei non fa una piega perchè ne sapeva a mille, perchè aveva visto che l'identità di christopherlambert era in realtà quella di un bambino morto. Wow. Si baciano.
Stacco.
E' il giorno del compleanno della tipa scozzese. Christopherlambert va in chiesa ad accendere una candela. Arriva il teschio, che fa un casino allucinante in chiesa, si rivela pazzo e così, perchè non sa cosa fare, gli dice "Ah, sia qual è l'ultima? Che la tua tipa scozzese l'avevo anche violentata". Ha.
Christopherlambert, ora, ha una ragione per ucciderlo.
Il teschio rapisce la tipa della scientifica. Christopherlambert capisce che è giunta l'ora. Saluta la sua segretaria, che è poi la bambina che ha salvato durante la seconda guerra mondiale. "Non tornerai più, vero?". Sagace. "No. Ricorda. It's a kind of magic". Parte it's a kind of magic dei Queen. Era tutto il film che la aspettavamo.
Christopherlambert va a colpo sicuro. Nei sobborghi di niuiork, la tipa è appesa ad una scritta luminosa. Christopherlambert sale sull'impalcatura della scritta. Ad aspettarlo c'è il teschio. Duello duello duello duello. Tutti i fili elettrici vengono tagliati. Si rovescia una cisterna. C'è un metro d'acqua per terra e i fili elettrici ci cadono dentro. Loro vabbe', sono immortali. Ma la tipa, che è appesa ad un palo di ferro la cui base è nell'acqua, non sembra risentire minimamente delle scosse da 2000 volt che le devono arrivare. Ma si sa, il ferro è un ottimo isolante. Duello duello duello duello. Vince christopherlambert.
Ascensione in cielo. Scaturiscono dal nulla tutta una serie di mostri tipo draghi cinesi che gli dicono "Hai vinto. Ora hai il premio finale". E il premio finale consiste nel fatto che diventa mortale, ma finchè vive può capire tutto quello che pensano tutti gli uomini da qualsiasi parte del mondo, e aiutarli con le sue decisioni.
Valli scozzesi. Christopherlambert e la tipa della scientifica si baciano.
Fine.
E il tipo "Mi ricorderò di te"? Boh. Non si è ricordato.

martedì 11 dicembre 2007


Auguri, Gnomo del Balcone!

lunedì 10 dicembre 2007

sciaini!

Millanta anni che non faccio lo sciaini.
Eccoci, adunque.
Le entrate più numerose sono date dalle poesie. Solitamente le ricerche sono giuste, titolo, tema o autore, ma "Tebe dalle sette porte" mette molto in difficoltà: porte sette a Tebe, Tebe, le porte erano sette?, chi costruì tebe dalle cento porte, fino al magnifico chi a distrutto tebe.
Anche la psicologia dà il suo buon apporto, con ossessivo compulsivo complesso di edipo, la donna psicopatica e prof che si fanno curare alle bahamas.
Ringrazio inoltre i simpatici razzisti che sono entrati con sporchi negri, cacciare i negri e un misterioso omini neri che si ammazzano.
Abbiamo poi le grandi ricerche porno: dai più classici calendari da camionisti e "riviste porno" ai letterari porno- catullo e catullo porno. Finestra vicino a camera sexy mi lascia qualche dubbio di origine sintattica (è la camera ad essere sexy?) così come foto di prof che la tirano in classe, su cui non indagherò.
Arriviamo alle domande campali: the good shepherd qualcuno l'ha capito? No, tranquillo, non sei stupido tu. "accento più bello" mi lascia qualche perplessità, ma mai quanto perchè in certe starde in salita la macchina va in su. La domanda a cui so rispondere è i cantanti degli anni 70 che hanno cantato una sola volta. Diego De Palma, che ha inciso un 45 giri e poi si è schiantato in moto. Ecco. Spero di averti aiutato, chiunque tu sia.
Ho poi lettere d'addio divertenti, ma il concetto mi risulta ostico, e questo misterioso bousane bophavanh. Ma, cercando su goooogle, ho scoperto che è proprio il mio blog il primo ad uscire: e quel nome impronunciabile è il presidente del Laos, su cui avevo fatto un interessante post.
La ricerca migliore resta però questa, non c'è niente da fare:
lsd kgb russia film papa


domenica 9 dicembre 2007

No pasaran!, 28 novembre

Siamo andati al Reina Sofia. Il Reina Sofia è un museo che non si fila nessuno, ma è quello di Guernica, di mile mila Picasso, di Dalì, di Mirò, di tutta questa serie di gente qua.
Il Reina Sofia è gratis per i minori di 18 anni, en passant.
Io Guernica lo aspettavo da quando avevo tre anni, e mi ero innamorata del Museo Picasso di Parigi.
Guernica è come te lo aspetti. Te lo aspetti molto di più. Ed è molto di più.
E' più grande.
E' più nero ed è più bianco.
E' più particolareggiato.
E' più inaggettivabile.
E' di più.
Tutto il museo, è straordinario.
C'è El gran masturbador di Dalì.
C'è Il risveglio di Mirò.
C'è Testa di cavallo di Picasso.
E mille mila altre cose ancora che, ovviamente, non sono riuscita a vedere, pur essendoci tornata nell'ora di shopping del giorno dopo.
Poi c'è il bookshop più bello del mondo. Ho speso 55 euro, a rate. A rate nel senso che continuavo a portare cose alla cassa, e la tipa mi guardava un po' stralunata. Chissà perchè, poi.

Dopo il Reina Sofia abbiamo visto il Palazzo Reale. Che è una muffa come tutti i palazzi reali, quindi non c'è molto da raccontare.
Poi shopping, nel mercatino natalizio. A Madrid a natale si fanno gli scherzi. Mille mila scherzi divertenti, il bicchiere che non tiene l'acqua, la tovaglia macchiata, i diti insanguinati... har har har.
Scherzi e presepi. E basta. Ma basta sul serio, non tanto per dire. Mille mila banchetti di scherzi e statuine.
Poi, i negozi di souvenir.
Poi, i presepi.
Poi, gli scherzi.
Poi, la cena orribile.
Poi, siamo andati a dormire alle 11.
Sigh.
Ebbene sì.

martedì 4 dicembre 2007

No pasaran!, 27 novembre

La mattina visitamo il Prado. Il Prado, per i gruppi, funziona che puoi stare dentro un'ora e mezza, se no intasi. Danno un appiccichino al capo-gruppo con scritto l'ora di uscita, e se le guardie ti vedono oltre quell'ora penso ti sbattano fuori. Non ne ho idea, però, perchè a un certo punto ci siamo dispersi, la prof capogruppo si è tolta la giaccia con su l'appiccichino e siamo stati un'oretta di più. Non abbastanza, comunque, visto che sono mille mila stanze. Alla fine abbiamo visto solo Goya e Velazquez, e chissenefrega degli altri. Opinabile, ma sono stata peggio alla frase "visitiamo in un'ora tutto il Reina Sofia", sarà che a me l'arte moderna dopo un po' stufa.
Comunque.
Usciamo dal Prado, abbiamo un tot di ore libere.
Galeotta fu la cartina e l'albergatore che ce la diede, su essa stessa cartina era segnato l'Hard Rock Cafè. Miiii. L'Hard Rock Cafè. Miiiii. Le magliette. Miiii. I portachiavi. Miiiii. I bicchieri da chupito.
Partiamo.
Camminiamo, camminiamo, camminiamo.
C'è tanta polizia, in giro, ma non ci facciamo caso più di tanto.
Finchè.
Finchè, da lontanto, vedo un assembramento di persone. Tante, persone. E in mezzo a queste persone, un reparto dell'esercito.
Ora.
Sarò io che sono paranoica. Sarà che eravamo vicino alla stazione dell'attentato. Sarà che a me assieme a Spagna suona ETA.
Non mi sono presa benissimo.
Traffico tutto bloccato.
Sirene da lontano.
Ci avviciniamo, bisogna superare la gente per arrivare all'Hard Rock Cafè.
Io mi sarei allontanata volentieri, ma 15 adolescenti non vengono fermati da un reparto dell'esercito.
Ci avviciniamo, quindi.
La gente è sorridente.
Mah.
Inizio a rilassarmi.
Il reparto dell'esercito è una banda.
Sempre meglio.
Le sirene sono auto blu.
E' la visita del presidente romeno - romano, come dicono gli spagnoli - al monumento al milite ignoto o qualcosa di simile.
Uff.
Ciò detto, ho visto Zapatero. O meglio. La pelata di Zapatero, perchè ero dall'altra parte della strada.
Non mi invidiate un po' tutti?

Nel pomeriggio è prevista la visita guidata con guida (no, non è ovvio, la visita guidata a Toledo era senza guida). Zompiamo sull'autobus. Io faccio l'errore di bere una birra a pranzo, e per la prima mezz'ora sono in coma. La seconda va già meglio. La terza riesco persino a seguire.
E la guida racconta due nanetti divertenti, prima di giustificare qualsiasi cosa abbia fatto Franco, perchè è grazie a lui che la Spagna è in Europa. Prima di dire questo, però, racconta i nanetti.

Primo Nanetto.

Picasso dipinge "Guernica", e "Guernica" è tenuto al Moma di New York. Prima di morire, Picasso dice: "Voglio che Guernica ritorni in patria, quando ci sarà uno stato libero e repubblicano". Poi dice: "Voglio che Guernica ritorni in patria, quando ci sarà uno stato democratico". Poi muore. Poi muore Franco. E lo stato spagnolo diventa una monarchia costituzionale, quindi democratica.
Allora la Spagna dice: "Ehy, Moma, ridacci il nostro Guernica". E il Moma dice: "Stacippa, sarete anche democratici, ma repubblicani no, quindi ce lo teniamo". Da questo, nasce dibattito. Ma dibattito che intervengono gli ambasciatori, non dibattito che dico di sì dico di no dico di sì dico di no.
Alla fine, Guernica è a Madrid.
Ma io non lo so se Picasso sarebbe molto contento, della Spagna che ho visto io.

Secondo Nanetto. Nella vulgata della guida.

Quando Franco muore, tutto torna alle tradizioni. Tradizione pagana torna, tradizione cristiana torna, tradizione libera torna. Tutti vuole tornare. Anche pecore. Perchè Madrid è sulla strada di pecore. Sempre, prima di Franco, pastori porta pecore in estate, e passa per Madrid. Tutte pecore per tutta Madrid. Quando c'è Franco, niente più pecore. Quando Franco muore, pastori ritorna a passare per Madrid. Pecore vuole loro diritti. E tutti gli agosti, ora, pecore passa per Madrid.

Una felice metafora della democrazia.

domenica 2 dicembre 2007

No pasaran!, 26 novembre

26 novembre

Partiamo da Lloret de Mar che è ancora buio, con destinazione Madrid.
Ci fermiamo per pranzo a Saragozza: Saragozza, la città delle tre culture, la città con la tempesta di sabbia.
Non riusciamo a tenere gli occhi aperti, avanziamo per un'enorme piazza senza capire dove stiamo andando. E ci chiediamo, continuamente, da dove venga tutta quella sabbia. Che ci sia il vento passi, ma la sabbia stile Sahara...
Scopriamo, un'ora dopo, quando il vento si è calmato, che è in costruzione un ottimo presepe vivente, con sabbia annessa. Che immagino non ci sarà più, a questo punto.
Per trovare riparo, comunque, entriamo nella basilica.
La cosa geniale della Spagna è che moschee, sinagoghe e chiese hanno tutte lo stesso stile. A volte - giuro! - anche gli stessi quadri.
La basilica di Saragozza è enorme, e si sta celebrando un non so che di religioso registrato su cd, con tutti che ripetono amen e una voce metallica che parla in spagnolo.
Abbandono le prof che descrivono i quadri e inizio a vagabondare per la chiesa: vedo appese due bombe ad una colonna, con la solita targa "ringraziamo Santa Maria del Pilar (Pilar vuol dire pilone, per chi non lo sapesse, e la leggenda vuole che Maria sia apparsa a Saragozza proprio su un pilone, così, dal nulla), che ha impedito lo scoppio delle due bombe cadute sulla basilica nell'anno 1936".
Ok, tutto normale.
Passo oltre.
Vicino ad un altare secondario (ce ne sono tre o quattro), la seguente targa: "In ringraziamento a Santa Maria del Pilar, che ha protetto i combattenti durante l'incresciosa guerra civile che ha dilaniato il paese e li ha portati alla vittoria nel 1939".
Io mi chiedo. Glielo spega qualcuno che le bombe erano loro?

Pranziamo in uno spagnolissimo irish pub, in cui ci servono delle cose, che loro chiamano pizze, ma sono bruschette, su un tagliere, con una mezzaluna come posata. Scopriremo poi che la pizza con mezzaluna è un po' il must del momento, in Spagna.
Ripartiamo per Madrid; a metà del viaggio, urge una sosta autogrill.
Io non so se voi siate mai stati in Spagna. Io non c'ero mai stata. E mi immaginavo un paesaggio tipo toscana, tipo lazio, e mille mila paesini piccoli e le cttà grandi molto grandi.
Invece no. Il paesaggio è desertico: sabbia, rocce, arbusti, cespugli. Sabbia, rocce, arbusti, cespugli, sabbia, rocce, arbusti, cespugli, città. Senza periferia, senza niente. Improvvisamente, una città, grande, non paesini, e, di nuovo improvvisamente, sabbia, rocce arbusti cespugli.
L'autogrill, dicevo. Ci fermiamo. Non esistono autogrill in Spagna. L'autostrada è costellata da motel, bar, chioschetti indpendenti. Visto che "i chioschetti indipendenti chi sa cosa ti danno da mangiare", prof e autista optano per un motel dall'aspetto apparentemente normale.
Entriamo.
La porta cigola.
Le persiane delle finestre sono rotte, filtra la luce irregolare.
C'è un bancone al centro della sala. Sul bancone una teca. Sotto la teca acciughe sott'olio, pomodori sott'olio, formaggio evidentemente stantio.
Una macchina del caffè che borbotta e gorgoglia. Seduti ad un tavolo sulla sinistra, quattro vecchi sorseggiano un bianco e ci guardano storto.
Chiediamo per il bagno.
Ci indicano una scala, buia e sporca.
La porta si richiude alle nostre spalle.
Aspettiamo che tutti, maschi compresi, abbiano finito in bagno.
Risaliamo le scale.
La porta si apre.
I più coraggiosi hanno persino l'ardire di prendere un caffè.
Dicono che è buono.
Usciamo.
Fuori, il solito paesaggio desertico.
Un western a 100 kilometri da Madrid.

Arriviamo, infine, in albergo. Due stelle, davanti ad Atocha, la stazione dell'attentato. Le camere si dividono i pari e dispari. Ci sono ascensori diversi.
Si fa notare il genio della IIIA, che vuole, pretende e comanda di salire sull'ascensore dei numeri pari. "Ho la 641!", asserisce. "Appunto", diciamo noi. "Eh, il 6 è pari", conclude salendo sull'ascensore. La camera non l'ha trovata. P'cato.
Poi, scopriamo che le camere dispari e quelle pari sono collegate. Solo che c'è un cavedio in mezzo, quindi hanno deciso che la divisione era più comodo farla così, invece che tipo fino al 50 da una parte e oltre il 50 dall'altra. Mah. Contenti loro.
Sono Pazzi Questi Iberici.
Mentre ci docciamo, irrompono in camera nostra In chupito veritas e la Ginnasta. Urlano che ah, c'è del sangue sul loro letto, e ah, dei buchi nel corpiletto, e ah, e ah, e ah. Vado a vedere. In camera loro le altre due sono in piedi sui letti, come le vignette con le donnine stupide (o mia sorella) e i topi. Macchie rosse, effettivamente, ci sono. E buchi anche. Evidentemente, però, tempera e tarme. Tranquillizzo, per quanto sia possibile, le quattro urlanti, e faccio per tornare in camera mia. "C'è di peggio", dice la Ginnasta, e mi porta in corridoio. Nell'angolo cieco, effettivamente c'è di peggio. Una porta, polverosa e incelofanata. La plastica è strappata, e viene mossa dal vento.
Un buon inizio di gita.

No pasaran!, 25 novembre

Sono tornata. Fisicamente, intendo, non sul blog. Ero in Spagna. Da una settimana, non da quando non scrivo più.
Allora tocca fare il report dell'ottima gita di classe, ché merita. Giorno per giorno ho annotato le cose che sono successe, da raccontarvi.
Fate finta che io sia ancora lì, a Madrid, e che non mi trovi nel quartiere amministrativo in cui non si trova un internet point nenache a pagarlo oro, ma in un albergo a quattro stelle con internette aggratis e quindi vi scrivo da lì giorno per giorno.

25 novembre. Partenza.

Millemila ore di viaggio in pullman fino a Lloret de Mar, con tappa di un'oretta ad Arles. Niente da riportare. La classe con noi, III liceo classico, è morta. Noi no. Ce la caviamo con solo un po' di muffa verso le 20, essendo partiti alle sei del mattino.
Arriviamo in questo albergo: dunque, Lloret de Mar, per chi non ci fosse mai stato, non è una città. E' un posto piuttosto piccolo, tanto che non è neanche molto segnato sui cartelli stradali, con solo discoteche, locali e sexy shop. I sexy shop inizi a vederli dalla perfieria. Poi le discoteche. Poi i locali. Siamo arrivati che era notte, siamo partiti che non era ancora l'alba: io, l'unica cosa che ho visto sono state insegne luminose. Non esistono palazzi, solo grattacieli.
Il mio albergo era l'Hotel Samba: se lo cercate su internette, vedrete che le uniche immagini sono quelle dell'enorme piscina. Che c'è, eh, non voglio negarlo. Ma vi ricordo che è il 25 novembre.
Il resto dell'albergo non è brutto. Neanche troppo bello, ma non brutto. Il problema è un altro. Il problema è che ci sono solo over 65. Non so per quale motivo, visto che l'albergo è evidentemente fatto per giovani; si vede che d'inverno hanno le agevolazioni.
In questo albergo c'è un pub, triste e solitario, e un bar, con la musica. La musica è piano bar, e si balla. O meglio, i vecchietti, ballano. Fino a un certo punto non c'è problema: ballano a coppie, tutti romaniticosi, teneri.
E all'improvviso!, arriva l'ondata dei "pivello, la noche è giovane". Un branco di settantenni vestiti in modi improponibili (abiti neri e argentati attillati, robi immondi senza maniche e aderenti, gli uomini in camicia hawaina e pantaloni eleganti) che richiedono a gran voce balli di gruppo. I pianobaristi li accontentano, e parte la scena più raccapricciante della mia vita.
I settantenni, ammiccando a qualunque essere respirante che, malglieneincolga, incroci i loro occhi, iniziano a ballare con movimenti che loro ritengono sensuali, cercando di attirare i giovani - ovvero noi - che nel frattempo si sono ritirati in ordine sparso verso il bancone, che sembra la tana di nascondino. In quest'orrido spettacolo, durato un quarto d'ora, si fa notare il prof di filosofia, che balla amichevolmente con la collega più brutta della scuola.
Il prof di filosofia è tenero e pacioccoso. Dice salute quando starnutisci, anche durante una spiegazione, si scusa se ti deve interrogare e non si arrabbia mai, dice solo "sento un po' di brusio..." quando c'è un casino inenarrabile che regna sovrano. E' tenero, lo adoriamo tutti. Ma sexy, no. Aveva una camicia azzurra e i suoi soliti pantaloni un po' elegnati e un po' no. Fin qui tutto bene. Ma la camicia aveva i primi tre bottoni aperti, e da sotto spuntava una sensualissima canottiera bianca. Vestito in modo così elegante, il tenero prof non poteva che darsi delle arie: e camminava, quindi, tutto dritto, petto in fuori e sorriso spagnoleggiante sulle labbra.
Urgh.